Studi sull’amore di Franco Arminio è un libro intenso, pieno di luce, del più antico fra i poeti contemporanei italiani. Con la sua lingua asciutta e lirica, sacrale e domestica, in cui c’è sempre uno scarto, uno slittamento inatteso, una sottile sensualità, Franco Arminio fotografa il corpo spaventato dalla morte e infiammato dall’amore.
Studi sull’amore
Il tema è l’amore, l’autore mostra una grande facilità di parola e sembra raccogliere il risultato di un assiduo lavoro di concetti, di lettura e di ascolto in cui la sua voce riesce ad essere leggera e potente, ammaliante, per far si che il lettore lo segua nei meandri più complessi dell’anima per cercare di risolvere gli intricatissimi nodi del corpo. Emozioni che assumono forme date dalla parola che diventa una trama sfiorando intrecci intimi capaci di diventare poesia, una delle tante voci che abitano da sempre l’autore, che, nella sua forma più romantica, idealizza l’amore con la sua terra, la sua Calabria, bella, sensuale, dai colori spudorati ma sempre sua, persino materna. Come dice in una sua poesia l’autore… Il luogo dell’amore è il corpo, corpo che diventa foglia, albero, paesaggio.
L’amore che l’autore sfiora con mano sicura, perché l’amore si apprende come un’arte da raggiungere e condividere in pieno, come un viaggio di esplorazione per ritrovarsi e ridimensionarsi di fronte al ricordo o alla perdita, una forma di cultura che dovrebbe alimentare l’animo umano, riconciliandosi con la gioia e permettendoci di guardare alla vita con ottimismo, con amore, l’unico potente strumento che ci fa sentire vivi.
Le dichiarazioni
“Ogni incontro bello, ogni intimità attinge a un giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo smettere di aver paura“.
Poeta, scrittore e regista italiano (n. Bisaccia 1960). Autodefinitosi ‘paesologo’, ha raccontato i piccoli paesi d’Italia descrivendo con estrema realtà la situazione soprattutto del Mezzogiorno d’Italia. Animatore di battaglie civili, collabora con diverse testate locali e nazionali e ha realizzato vari documentari. Dopo il racconto erotico L’universo alle undici del mattino, è del 2003 Viaggio nel cratere in cui A. racconta l’Irpinia di oggi e la zona del ‘cratere’, quella colpita dal grande terremoto del 1980, riuscendo a coniugare uno stile narrativo straordinario all’impegno civile e all’indagine psicologica. Negli ultimi anni ha pubblicato molti libri, con notevole successo di critica e crescente apprezzamento dei lettori. Tra gli altri: Vento forte tra Lacedonia e Candela (2008, Premio Stephen Dedalus per la sezione Altre scritture), Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta (2009), Cartoline dai morti (2010), Terracarne (2011), Geografia commossa dell’Italia interna (2013) e Lettera a chi non c’era (2021). A. è inoltre autore di raccolte di versi, tra le quali si citano qui Le vacche erano vacche e gli uomini farfalle (2011), Stato in luogo (2012), Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra (2017, premio Brancati 2018), Resteranno i canti (2018), L’infinito senza farci caso (2019) e La cura dello sguardo (2020).