Diario della felicità porta la firma di Ema C – pseudonimo di Manuela Chiarottino – e un sottotitolo già di per sé esplicativo: Spunti di riflessione per conquistare piccole felicità. Per scrivere di sé e allontanare le paure. Per fare pace con le proprie ombre. Pillole di scrittura per un’autobiografia, un racconto, un romanzo.
Volevo distinguere la produzione letteraria dei romanzi da questo esperimento in forma diaristica.
Hai un ampio numero di lettori che ti adora e che, di volta in volta, aspetta con ansia le tue prossime uscite letterarie. Pensi di averlo in qualche modo “sorpreso” con questo diario?
Credo proprio di sì, specie quando scoprirà che sono io, anche se è uno pseudonimo rivelato e la sorpresa non dura molto.
Partiamo proprio dalla scelta della forma diaristica… era funzionale ai contenuti da trasmettere?
Volevo scrivere qualcosa che guidasse il lettore a provare gli esercizi che suggerisco e per questo, oltre alle tante pagine da leggere, ci sono anche molte pagine da scrivere.
Quali tematiche passi in rassegna oltre alle paure e alle proprie ombre?
Il libro si concentra sulla scrittura come terapia e quindi sul suo uso per vincere le piccole paure, conoscersi meglio scoprendo le nostre risorse e, pertanto, conquistando delle piccole felicità. Lo fa attraverso l’uso della scrittura spontanea, della lettera di risoluzione, dell’autobiografia, della scrittura creativa, anche condivisa, e della poesia che c’è in ognuno di noi, fino alle stranezze degli scrittori.
Al lettore che compito dai con questo libro?
Di liberare la propria mente dal giudizio interiore e imparare a conoscersi meglio proprio attraverso la scrittura.
La scrittura per me è stata davvero terapeutica, credo che possa essere un mezzo per esprimere le proprie emozioni, le proprie paure, specie per chi ha difficoltà nel comunicarle apertamente con le parole. Il genere letterario può regalare emozioni diverse a chi legge, a seconda del suo bisogno in quel momento.
Infine, cosa è per te la felicità? Non sarebbe più semplice concorrere al raggiungimento di uno stato di serenità privo, forse, di slanci ma più duraturo nel tempo?
La felicità è una parola grande che spesso non si riesce a concretizzare, per questo io parlo di piccole felicità, facilmente raggiungibili e che possono aiutare a trovare una certa serenità. La prima cosa è godere del momento presente e di una piccola cosa che possiamo fare. Per me certo è scrivere, ma sono felice anche quando guardo il mare, un tramonto suggestivo, se mio figlio mi abbraccia gioioso o se… mangio un dolce al pistacchio.