Fulvio Drigani torna in libreria con un nuovo romanzo, Cercando la mia Itaca, edito Robin Edizioni. Dopo la storia di quattro ragazzi che si affacciano al mondo adulto raccontata in Col vento in poppa, Drigani ci propone la storia di Michele, un uomo affermato, ma messo a dura prova dalla vita. Il protagonista di questo romanzo decide di allontanarsi dalla sua Bologna per trascorrere un periodo di vacanza in Africa. L’idea è quella di isolarsi dal suo mondo e riflettere su sé stesso e sugli ultimi avvenimenti dolorosi accaduti nella sua vita.
Le dichiarazioni
«Diciamo che sono qui soprattutto per me stesso. Avevo bisogno di stare lontano da casa e da certe situazioni e ho pensato che l’Africa mi avrebbe aiutato». Queste le parole del protagonista, che ben presto si ritrova a vivere una vera avventura. Nell’albergo dove alloggia, Michele fa la conoscenza di altri ospiti, con in quali vivrà una vera e propria indagine poliziesca. La prima persona che conosce è Sonia, la direttrice d’albergo, con la quale entrerà in sintonia, ritrovandosi coinvolto, in qualche modo, nelle sue vicende familiari. Poi c’è Nick, un ragazzo idealista e pieno di vita, che sta trascorrendo un periodo di vacanza lì con la sua compagna. Insieme a Nick, Michele indagherà sulla scomparsa del fratello di Jürgen, avvenuta due mesi prima.
«Ero venuto in Africa per vivere un pe-riodo di pace con me stesso, lontano da tutto e da tutti, ma, dopo soli due giorni, le cose non stavano già più così. Da un lato c’era Sonia, lontana, sia nell’aspetto che nella mentalità, da quello che era sempre stato il mio ideale femminile. Sembrava però capace di coinvolgermi nella sua vita al di là delle mie stesse intenzioni e fino a un livello di intimità che, intuivo, sarebbe diventato ben più profondo di quanto fossi al momento disposto ad accettare. Dall’altro c’era Jürgen, al quale già mi sentivo vicino e che speravo di poter in qualche modo aiutare, e c’era anche Nick, così bello, così puro nel suo giovanile idealismo da essere forse capace di risvegliare il meglio di me, ovvero quel desiderio di giustizia che si era un po’ assopito negli anni». A questo si intreccia la vita privata di Michele e l’arrivo improvviso del figlio, con il quale ha un rapporto non sempre idilliaco, causato dai tanti ricordi che il figlio gli riporta alla mente.
Grazie alle indagini dei tre uomini, conosciamo anche l’Africa, una terra per certi aspetti ancora magnifica, ma profondamente ferita dall’uomo occidentale, “una terra sia meravigliosa ma maledetta, splendida ma crudele”. Con questo libro, Drigani ci racconta non solo la storia di un uomo che fugge dai suoi dolori, nella speranza di trovare pace, ma ci mostra anche un continente estremamente fragile, violentato dagli interessi loschi dei paesi industrializzati e dalle mafie, che non risparmiano niente e nessuno. Con uno stile fresco e coinvolgente, il lettore entra nelle emozioni dei personaggi, nelle loro vicende personali fino ad un finale che lo lascerà letteralmente a bocca aperta. Nessuno, ad esclusione di Michele, sembra voler rinunciare a ciò in cui crede.