Rita Guardascione nasce a Monte di Procida, in provincia di Napoli, ama il teatro e le fiabe, pubblica Il lago rapito (Homoscrivens, 2003), la filastrocca La particella Universale (2005) e nel 2006 vince il concorso internazionale “Una poesia per l’Alzheimer” con il racconto L’assenza. Poi arriva sul mercato editoriale il romanzo Donna con due ombre edito, sempre, da Homoscrivens.
![Rita Guardascione, autrice di Donna con due ombre](https://www.lagazzettadellospettacolo.it/wp-content/uploads/2020/03/Rita-Guardascione-autrice-di-Donna-con-due-ombre.jpg)
Rita Guardascione, il tuo romanzo è stato inserito nel genere thriller e spy-story, perché?
Donna con due ombre non contiene elementi come il brivido, la tensione costante o il terrore, propri del thriller, tantomeno vicende di spionaggio tipiche delle spy story inglesi, ma include caratterizzazioni che appartengono a entrambi come il doppio gioco, la dualità, il ricatto e il tentativo della protagonista di sopravvivere, aspetto che coinvolge il lettore emotivamente, lo lega a sé fino alla fine rendendolo partecipe della sua magistrale risoluzione. Io lo avrei definito semplicemente romanzo, ma come ogni prodotto ha subito la necessità di un’identificazione, di un genere, per questo è stato necessario definirlo.
Il titolo “Donna con due ombre” lascia presagire la storia di una protagonista dalla doppia personalità e dalla doppia vita, è così?
Doppia personalità no, ma doppia vita sicuramente. La dualità è il filo conduttore e nevralgico del romanzo e, per quanto riguarda la protagonista, è addirittura una componente costante della sua vita, sin dalla nascita. Quando sceglie di diventare una killer lo fa non solo mossa da una nobile motivazione, ma anche dalla determinazione e della chiara consapevolezza di sé. Diventare un’affermata psicoanalista è la dimostrazione e il mezzo con cui riesce a sopravvivere vestendo e gestendo brillantemente entrambi i ruoli. È assolutamente lucida e una cosa sola.
Come hai fatto a documentarti per delinearne il profilo psicologico?
Il profilo, inteso come personaggio e il suo pensiero, è frutto della mia fantasia influenzata sicuramente dalla passione per letture a tema psicologico. Per quanto riguarda invece la tecnica e l’evoluzione di Micol-psicoanalista mi sono avvalsa della consulenza della terapeuta dott.ssa Stefania Ferrante.
Un’ultima domanda: una fitta rete di personaggi si intersecano in questa doppia esistenza, ma dietro alla storia che racconti c’è forse una denuncia sociale contro chi ha avvelenato la propria terra e “stuprato” un paese?
A differenza dei personaggi principali, i luoghi che descrivo sono tutti reali.
C’è Napoli e ci sono i Campi Flegrei dove io sono nata e con la quale la protagonista ha un legame inconsapevole e indissolubile.
Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo oltre alla voglia di creare e dare corpo al mio personaggio, c’era la volontà di evidenziare un disagio intimo che molti come me vivono ogni giorno perché spettatori di realtà contrastanti, convivenze di bellezza e disarmonia. L’obiettivo era quello di dirigere spot su vari luoghi evidenziando la propria fisicità attraverso un personaggio, inoltre, sottolineare come, certi soggetti, concorrono alla invivibilità di questi posti a discapito di molte persone che vivono lì e giorno dopo giorno diventano invisibili.
Contemporaneamente desideravo esaltare la bellezza della terra flegrea e di Bacoli che, la protagonista, sente come la sua seconda casa. Micol, infatti, pur ignorando le sue origini attribuisce alla bellezza di questi posti il suo attaccamento e li ama, come li amo io, dimenati tra l’armonia della natura, della storia che si respira ovunque e l’incuria, figlia di un immobilismo ancestrale del quale siamo vittime e artefici.
Per anni siamo rimasti a guardare fingendo di non vedere chi la stava stuprando. Purtroppo è accaduto e le ferite sono evidenti. Anche se la bellezza le occulta, noi sappiamo che ci sono. Nel romanzo ho dato a Micol il potere di difenderli prima che fosse troppo tardi. Nella realtà speriamo nel potere della politica giovane e consapevole.