Alessandro Sola ha esordito nella narrativa con il fantasy per ragazzi “Il regno di Nunar – Il ciondolo reale” (Pathos edizioni, 2017). Il suo secondo romanzo, il thriller “Il colore dell’inganno” (Pathos edizioni, 2019) è stato presentato alla XXXII edizione del Salone internazionale del libro di Torino 2019.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo Alessandro Sola, di cosa parla il tuo secondo romanzo Il colore dell’inganno?
Una storia di inganni, di sospetti e manipolazioni in cui il male e l’oscurità si possono annidare ovunque, anche in piena luce
Quali sono state le fonti di ispirazione per l’umanissimo e complesso protagonista del tuo romanzo Tommaso Fuoco? Quanto di te hai riversato nella sua caratterizzazione?
Devo dire la verità non ho avuto fonti di ispirazione per la creazione di Tommaso Fuoco se non le importantissime e le indispensabili correzioni dell’agente di Polizia Igor che mi ha aiutato a curare nei minimi dettagli sia gli aspetti emotivi, caratteriali e tecnici del commissario fin dall’inizio del romanzo. Per questo lo ringrazio molto. Credo che senza il suo aiuto Tommaso Fuoco sarebbe stato un’altra persona. Il commissario Fuoco mi rispecchia nell’essere convinto che la lealtà sia l’unica arma vincente. Odia i pregiudizi e le raccomandazioni. Fonda la propria esistenza sull’amicizia che crede importante.
Tommaso Fuoco, Massimiliano Proco, Catshaw, Elisa Lupo sono solo alcuni dei personaggi del thriller Il colore dell’inganno. Qual è il personaggio che più hai amato caratterizzare, e quale il più difficile?
Quello che più ho amato caratterizzare e inventare è quello di Tommaso Fuoco. Il più difficile credo l’ispettore Proco.
Il rosso è il colore dell’inganno presente nel titolo, ed è anche quello che viene indossato sia dai personaggi negativi che positivi all’interno dell’opera, tanto per mischiare ancora di più le carte in tavola. Perché per te il rosso è il colore dell’inganno?
Il rosso è sinonimo di sangue così come di passione. Un colore ambiguo a metà strada tra il positivo e il negativo. Il rosso oscilla tra luce e oscurità. Tra il bene e il male. Tra cosa è giusto e cosa sembra sbagliato. Il male e il bene si fondono insieme. L’uno diventa indispensabile per l’altro. L’uno non può vivere senza l’altro.
So che per scrivere alcune parti del tuo libro ti sei avvalso delle consulenze di un agente di polizia e di un’anatomopatologa. Ci racconti di queste tue esperienze “sul campo”?
Elisa e Igor oltre ad essere diventati amici si sono appassionati come me al progetto e, con tanta passione e soprattutto pazienza, hanno masso a disposizione il loro tempo e la loro professionalità per aiutarmi negli aspetti di indagini di polizia e di medicina legale che puoi conoscere solo se sei del mestiere. A loro devo gran parte della riuscita del libro e la scoperta di come indagini di polizia e di medicina legale si fondino magicamente insieme.
Mi hanno dato la loro disponibilità per il secondo libro che è già iniziato e spero di poter presentare al salone del libro di Torino nel 2020.
Cosa significa per Alessandro Sola scrivere e raccontare storie?
Solo nel 2017 ho scoperto l’arte della scrittura e me ne sono innamorato. E’ una forma d’arte come la pittura, come scrivere canzoni e come i cantanti che le interpretano. Quando scrivo entro nel mio mondo, lo faccio mio, mi spingo fino a dove la fantasia mi porta. L’aspetto bello dello scrittore è proprio spingersi dove molti non osano e nessuno ti può dire che stai sbagliando. Quello è il tuo mondo e nessuno lo potrà mai immaginare.
Pensi che il personaggio di Tommaso Fuoco tornerà in altre tue storie? Cosa stai scrivendo in questo momento?
Sto scrivendo un secondo capitolo. Un’altra avvincente storia in cui tutto sembra essere come appare e un istante dopo è l’esatto opposto. Nel romanzo viene anche messa in discussione la profonda amicizia dei personaggi che cominciano a dubitare l’uno dell’altro avendo anche paura di essere uccisi l’uno dall’altro. Anche per questo romanzo parte dei ricavati delle vendite andrà in beneficenza alla fondazione Paideia di Torino.