Anemone resistente di Roberta Ciccarelli

Anemone resistente di Roberta Ciccarelli

Roberta Ciccarelli presenta il suo primo libro Anemone resistente, edito da Spring Edizioni. Una raccolta mista di poesie, di flussi di coscienza e di haiku.

Anemone resistente di Roberta Ciccarelli

Roberta è giovanissima, ha 26 anni, ed è laureata in lettere moderne e storia. Napoletana, ha vissuto un anno a Barcellona e per un periodo anche a Milano. La scrittura è la sua più grande passione insieme al cinema, teatro e alla letteratura. L’abbiamo incontrata per farci raccontare con le sue stesse parole l’emozione e la gioia nell’aver realizzato un grande desiderio in modo da fare spazio nel cassetto per tanti altri da realizzare.

Ciao Roberta, benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, “Anemone Resistente”, presentaci la tua “creatura”, il tuo libro.

Anemone in greco significa “fiore del vento”. Il fiore è fragile e delicato per antonomasia, l’anemone in particolare è debole e di breve durata, perché il vento lo priva dei suoi petali. Il mio anemone è però resistente, lotta, resiste appunto alle avversità, alle perturbazioni del cielo e dell’animo. È un viaggio di un’anima che si cerca e ricerca il suo posto nel mondo.  Una raccolta mista di poesie, di flussi di coscienza e di haiku – componimento giapponese di tre versi e diciassette sillabe. È un manifesto, poetico e politico, una dichiarazione d’intenti, di desideri. È il mio modo di comunicare col mondo esterno attraverso carta e penna e al di là del foglio, seguendo l’augurio di una persona a me molto cara, che anni fa mi ha regalato un quaderno con una dedica: “Scrivi per te, sempre”, ebbene, l’ho fatto.

Come nasce l’idea di scrivere “Anemone Resistente”?

Dalla necessità di scrivere e dal desiderio di condividere alcuni pensieri ed emozioni con gli altri, perché spesso molti si sono immedesimati o hanno empatizzato con ciò che scrivevo, e questo mi ha spinto a raccogliere le poesie per me più significative.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato durante la realizzazione del tuo progetto letterario?

Il lavoro di selezione e scrematura e talvolta di revisione di tutti i versi che avevo raccolto in anni e anni di scrittura non è stato facile; in questo mi hanno aiutato alcuni cari amici, dedicandomi tempo, pazienza e spirito critico.

Curiosiamo un po’ tra le tue preferenze letterarie, quali sono i libri che preferisci leggere?

Primi tra tutti i romanzi, in particolare quelli di formazione. Amo i grandi classici della letteratura, non solo italiana, anche francese e russa tra le altre. Ma resto una lettrice abbastanza onnivora, spazio dai romanzi ai saggi, dai fumetti alle autobiografie, dalle corrispondenze epistolari al teatro. Immancabile è ovviamente la poesia.

Ricordi il tuo primo libro letto?

Il primo è stato “Favole al telefono” di Gianni Rodari. Ricordo di averlo amato da subito per la fantasia e l’ironia. Subito dopo c’è stato “Abbaiare stanca” di Daniel Pennac, autore che ho imparato a conoscere e ad apprezzare ancor più in seguito, per tutti i suoi romanzi dissacranti e al contempo delicati.

Immagina che tu abbia facoltà di essere ministro della cultura, che metodo useresti per aumentare l’interesse delle persone verso la lettura?

Domanda difficile. Forse sarebbe il caso di chiamare in soccorso la distopia; mi viene in mente “Fahrenheit 451” di Bradbury, secondo cui leggere o possedere libri è un reato. Magari immaginare una società senza libri potrebbe far capire e realizzare quanto degradante diventerebbe la vita. A volte, imporre la lettura di un testo risulta controproducente (l’ho sperimentato a mie spese, da studentessa prima e da insegnante ora). Bisogna invitare a leggere, spronare, incuriosendo, suscitando l’attenzione e l’interesse di bambini, giovani e adulti indistintamente. La lettura non deve essere legata a un fattore anagrafico. Come ci ha insegnato Dante, “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Grazie a Roberta Ciccarelli per la tua disponibilità, in conclusione volevo chiederti  di elencarci tre validi motivi per i quali bisogna assolutamente leggere “Anemone Resistente”.

Penso a Massimo Troisi in “Ricomincio da tre”, perché tre cose buone le avrò pur fatte. Beh, “Anemone resistente” è la mia creatura, quindi come diciamo a Napoli “Ogne scarrafone è bell’ a mamma soja”. Scherzi a parte, sono pagine fitte di emozioni e sentimenti universali, sono in versi ma sono alla portata di tutti, senza distinzione alcuna, né di età né di genere. Parlo spesso per immagini e uso un linguaggio informale. Alle poesie poi si alternano bellissimi acquerelli di Adriana Pernella che fanno da cornice agli haiku.

Grazie per questo tempo, spero davvero che queste pagine vi tengano compagnia e che i miei versi sgangherati arrivino dritti al cuore!

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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