Raccontare l’amore, ogni sua forma e colore. Raccontare la vita, le sue infinite sfumature e gli ostacoli che spesso ti riserva. Jules Hofman crea e cuce due anime: Allison e Ben e insieme ad essi affronta un viaggio d’amore e di vita in un romanzo che è già un successo.
Pubblicato dalla casa editrice Newton Compton Editori, il romanzo ‘Con te o senza di te’ è un vero e proprio scrigno di emozioni. Quando leggi questa storia, le pagine sembrano sempre scivolarti addosso, una dietro l’altra, e in quella storia ti catapulti con passione, attesa, entusiasmo. Riesci a metterti nei panni di Allison, una giovane donna che nella vita lavora in un pub per concludere gli studi e diventare finalmente un medico.
Ti innamori di Ben, quel giovane ragazzo che è una stella del rugby americano in lotta con le tenebre che la vita gli ha posto all’improvviso davanti. La storia d’amore tra i due diventa un po’ la tua storia perchè al centro viene descritta la malattia di Ben, una malattia spiazzante, che ti fa fare i conti con le cose da vivere in fretta e quelle che vorresti fare e non puoi fare perchè non hai forza. Fai il tifo per quei due ragazzi e quel bel bisogno di felicità, di amore, di sogni concreti a cui affidarsi. E fai bene ad amare, ad affezionarti a quei due, a tifare per loro. Fai bene, fino all’ultima pagina.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Jules Hofman. Il tuo romanzo Con te o senza te è in libreria da pochissimo e ha già riscosso il consenso del pubblico. Come nasce l’idea di scrivere questa storia?
Grazie per l’ospitalità! Questo romanzo nasce su Wattpad circa un anno fa. Volevo sperimentare la piattaforma e contemporaneamente scrivere una storia emotivamente “forte”. Così sono nati Ben e Allison!
Come descriveresti Allison?
Come una donna molto forte, in grado di non arrendersi mai.Allison è una giovane donna che lavora in un locale di sera e sta per diventare un medico.
A chi ti sei ispirata per descrivere e raccontare una donna così determinata e forte?
Diciamo che in Allison ho racchiuso molti lati caratteriali che in una donna ammiro: la tenacia, il coraggio e come dici giustamente tu, la determinazione. Per questo potrei dirti di essermi ispirata alla donna che vorrei diventare un giorno!
Credo che Allison sia un esempio per le giovani donne ed il loro futuro. Tu cosa pensi?
Più che pensarlo, lo spero! Spero che possa essere un buon esempio per ogni lettrice, soprattutto perché mi seguono molte giovani ragazze. Sarebbe bello se ognuna di loro trovasse del buono in questo personaggio.
Come descriveresti Ben?
Ben è un uomo che si sta guardando allo specchio, senza riuscire ad accettare totalmente le proprie fragilità.
Ben è una stella del reguby, a chi ti sei ispirata invece per descrivere al meglio questo personaggio?
Ti dico la verità: non ho molte conoscenze nello sport, quindi non mi sono ispirata a nessuno in particolare. Desideravo costruire un personaggio dalla vita apparentemente perfetta, ma profondamente umano. Spero di esserci riuscita.
Quando Ben prova dolore, l’unica sua consolazione per esprimere davvero ciò che sente è dipingere. Quanto è stato importante per te far emergere l’arte come sfogo e rimedio nella tua storia?
Guarda, per me la scrittura è una specie di terapia dell’anima. Volevo che il mio personaggio ne avesse una simile e credo che la pittura, potesse calzare a pennello per questo ruolo!
In questo romanzo si affronta il tema della malattia. Quanto è stato difficile per te raccontare questo aspetto della vita?
Moltissimo e la difficoltà più grande è stata far coincidere i tempi narrativi del romanzo, quindi della finzione, con quelli invece reali che appartengono ai percorsi di cura oncologici.
Ad un certo punto, Ben afferma: Passi una vita a pensare che una cosa del genere capiti sempre agli altri e non a te, poi ti ritrovi in un letto e invece di fare l’amore con la tua ragazza, lei tenta di aprirti gli occhi sulla gravità della malattia. Questo punto, mi ha fatto molto riflettere su come tu da scrittrice abbia fatto emergere i sentimenti e le sensazioni che si trova ad affrontare un malato.
Cosa hai provato nello scrivere punti come questo che ti ho appena citato?
Ho cercato di immedesimarmi al cento per cento nel personaggio di Ben e nelle sue riflessioni. Per farlo ho letto molte testimonianze di pazienti nella sua stessa condizione. Non è stato facile, si entra inevitabilmente in un tunnel di dolore, da cui è difficile uscire senza rimanerne toccati nel profondo.
Quale è stata la scena più difficile da raccontare e perché?
Paradossalmente le scene erotiche: volevo che fossero abbastanza cariche, ma non volgari. Spero di averle rese al meglio.
Nel tuo romanzo, Ben afferma: ‘’Dobbiamo accettare quello che ci capita senza rabbia. Perché se ci è concesso ancora del tempo, da vivere io voglio viverlo’’.
E’ questo il punto centrale d’insegnamento di questa storia, secondo te?
Sì, nel mio piccolo ho provato a trasmettere più o meno questo messaggio attraverso questo romanzo. Può sembrare banale, ma credo davvero che la felicità sia fatta di cose piccolissime, che il più delle volte abbiamo sotto gli occhi, ma che spesso non riusciamo a vedere. La malattia, in questo caso, ha insegnato a Ben a farlo.