Mario Cordova
Mario Cordova

Gli uccelli non hanno vertigini, di Mario Cordova

Incontriamo Mario Cordova, noto attore e doppiatore, pronto a parlarci del suo romanzo, “Gli uccelli non hanno vertigini“, di una carriera felice, appagante e dei progetti futuri…

Una chiacchierata davvero piacevole, una persona pronta a parlare di ciò che ama senza limite alcuno.

IL LIBRO E’ DISPONIBILE QUI

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Mario Cordova. Ti andrebbe di raccontarci di come ha preso vita il tuo romanzo, “Gli uccelli non hanno vertigini”?

La nascita di un figlio, praticamente! (Ride) Era da vent’anni che sognavo di realizzare un progetto del genere, qualcosa di meraviglioso, cominciato nel 2004, tra un abbandono e l’altro. Due matrimoni, due divorzi, cinque separazioni in tribunale, per poi prendermi un anno sabatico per capire cosa fare, come agire, al di là dell’amato doppiaggio, mai tralasciato. Un progetto che mi ha portato in un meraviglioso casale, in Toscana, per prendere parte ad una full immension di scrittura, esercitazione, realizzazione di un progetto che ci avrebbe poi portato a focalizzare qualcosa di ‘nostro’.

A settembre arriva Francesca Fabbri e con mio piacere nota ciò che stavo scrivendo. Il 23 dicembre mi chiama e mi parla di una sorpresa, un libro con su scritto tutto ciò che mi aveva chiesto di scaricare su dei floppy disk.. il 24, soltanto un giorno dopo, ricevo una telefonata da parte di Guaraldi, l’editore, che mi incita a continuare a scrivere, complimentandosi. Il 3 gennaio riprendo a lavorare al doppiaggio, dopo lo stop che mi ero dato, contento dell’uscita di quel primo libro caratterizzato da scritti differenti tra loro, pensieri, poesie.. Dopo vent’anni, sapendo di poter essere pubblicato da Bertoni, ha poi preso forma “Gli uccelli non hanno vertigini”. C’è tutto il mio cuore dentro, spero lo leggiate!

Affrontiamo un breve excursus legato ai tuoi inizi, alla recitazione, al doppiaggio. Come ha preso forma tutto ciò?

Ho cominciato abbastanza giovane, raccontando barzellette, stimolato da chi mi conosceva a studiare, ad intraprendere la strada della recitazione. Mio padre era un poliziotto, viaggiavamo spesso a causa del suo lavoro, e così presi parte ad una scuola di recitazione di Genova, non del tutto preparato ma, con mio stupore, il provino andò bene. Finito il liceo firmai un contratto che mi permise di dare inizio ad un primo lavoro e conobbi una donna a cui mi legai subito. Mi misi a vendere biscotti, lasciando tutto per vivere vicino a lei e a sua figlia ma, dopo un anno e mezzo, decisi di tornare a studiare, a dedicarmi allo spettacolo. Pensai, così, di trasferirmi a Roma e, tra mille peripezie, misi da parte dei soldi che mi permisero di sostentarmi per qualche mese. Il primo provino realizzato in Rai andò bene, tanto da essere scelto al posto di un altro bravo attore per otto puntate, all’interno di Domenica in. Il lavoro era “Chiamata urbana urgente per il numero”, una comedy di venti minuti. Al mio fianco noti attori dell’epoca: Valeria Valeri, Nando Garzolo, Jenny Tamburi ed Enrica Bonaccorti. Dopo di ciò c’è stato uno sceneggiato, “Storia di Anna”, tra i più visti della storia della televisione italiana, e tanti altri lavori sino ad approdare all’amato doppiaggio. Ho rifiutato proposte importanti, nel tempo, a causa di un forte senso di inadeguatezza che mi accompagnava da sempre. Più cose mi offrivano, più lavori importanti realizzavo, e maggiore era l’inadeguatezza che sentivo dentro. Decisi, così, di dedicarmi primariamente al doppiaggio. Vent’anni di fermo, fino a quando Rossella Izzo mi ha voluto per “Provaci ancora Prof” e, subito dopo, è arrivata la chiamata per “CentoVetrine”, a seguire “Datemi tre caravelle” in teatro con Alessandro Preziosi e tanto altro..

Cosa ti ha regalato il doppiaggio, Mario Cordova?

Ho preso parte a film importanti ed ho anche diretto delle cose non da poco. Sono la voce di Willem Defoe in “Povere creature”, un lavoro che è piaciuto tantissimo, ed ho anche avuto una parte in “Perfect Days”, un altro lavoro che ha riscosso un grande successo. Tra i tanti presto la voce anche all’amato Richard Gere e da molti anni, ormai.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico Mario Cordova?

A breve arriverà un remake di un film importante, “Il Corvo”, che fu tra i primi della Medusa, ai tempi. Un progetto di cui avevo curato la direzione del doppiaggio prestando anche la voce al cattivo. Onorato di poterlo bissare, vi anticipo che curerò anche la direzione di un nuovo progetto con Defoe, “Kinds of Kindness”. Infine, posso dirvi che ho appena terminato il doppiaggio di “Longing” in cui, con grande piacere, presto, ancora una volta, la voce a Richard Gere. Un film commovente, particolare, davvero bello..

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