L’estate di Achille, di Davide Buzzi
L’estate di Achille, di Davide Buzzi

L’estate di Achille, di Davide Buzzi proposto al Premio Strega 2023

Fra i libri proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023 “L’estate di Achille”, il romanzo spoof/musicale di Davide Buzzi ambientato al cavalcavia del Corvetto di Milano ed edito da Morellini Editore.

Ne parliamo con l’autore per nostra rubrica “Libri e scrittori“.

Davide Buzzi, ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo e, per prima cosa, complimenti. Non è la prima volta che ti cimenti con uno spoof, vero?

Lo spoof è un genere letterario ancora poco conosciuto dalle nostre parti. È quello che si potrebbe definire il padre o il figlio, non saprei, della fake news, ovvero l’arte di mixare la verità con storie completamente inventate fino ad arrivare ad ottenere una nuova verità completamente diversa dalla realtà. E questo viene fatto realizzando anche documentazioni false o ricostruite che possano indurre la gente a credere che quanto scritto sia tutto vero. Nella fake news lo scopo è quello di ingannare il lettore per portarlo a vedere e/o pensare cose non vere. Nello spoof invece si parte dal principio che tutto quanto raccontato è falso, seppure poi una parte di inganno rimane. Sì, mi piace molto questa tecnica.

Sei stato presentato al Premio Strega da Marcello Ciccaglioni con la seguente motivazione: “Davide Buzzi, che di musica se ne intende poiché è cantautore oltre che autore ticinese, scrive un romanzo che proprio dalle note musicali prende ispirazione”. Potremmo dire che in questo libro condensi l’amore per la scrittura e la musica che da sempre ti caratterizza?

Sono le mie passioni di sempre. Era logico che a un certo punto queste si sarebbero fuse per dare vita a qualcosa che le coinvolgesse entrambe. Questo romanzo è però prima di tutto una storia che vuole parlare di un modo di vivere diverso, difficile e apparentemente senza futuro, eppure voluto. Sì, perché Seth è un senzatetto che in effetti ha scelto di essere tale. E l’aspetto interessante del racconto è anche comprendere il perché di questa scelta, caratterizzata dalla profonda necessità interiore di vivere in modo anarchico.

E tutto questo a causa dell’amore per la musica e la poesia, arti che associate danno vita al personaggio del cantautore, che per Seth sono stati la causa della sua necessità di vivere al di fuori del mondo costituito.

Approfitto anche dell’occasione per ringraziare Marcello Ciccaglioni per il suo gesto. Sapere che il mio romanzo gli sia piaciuto tanto, fino a volerlo proporre al Premio Strega, è una cosa che mi onora profondamente.

Sullo sfondo un’epoca, quella degli anni Settanta. C’era ancora molto da dire?

Gli anni Settanta sono stati per l’Italia, ma non solo, anni di trasgressione e lotte politiche, un periodo rivoluzionario, simbolo di libertà e sperimentazione. Sono stati gli Anni di piombo, ma anche gli anni dove tutti si stava bene, l’economia funzionava (con qualche breve eccezione). Un decennio caratterizzato dalla vera e propria speranza per un futuro ridente e interamente da vivere. Ma sono stati anche gli anni nei quali la musica italiana ha conquistato il mondo. Le canzoni più belle di sempre sono state scritte in quel fantastico periodo storico. Ne “L’estate di Achille” Seth racconta quegli anni a modo suo, con gli occhi di un emarginato che ha scelto di essere tale proprio perché quel periodo lo ha vissuto, decidendo di rinnegarlo. Attraverso le sue parole arriviamo a conoscere fatti storici e personaggi dimenticati, eppure importanti per l’Italia che, senza questi, oggi non sarebbe l’Italia che conosciamo. 

Il tuo libro è un incredibile giallo della disperazione. Senza spoilerare, cosa speri di suscitare nei tuoi lettori?

Prima di tutto desidero che il mio racconto possa appassionare il lettore quanto ha appassionato il sottoscritto a scriverlo. Poi, magari, qualcuno desidererà andare a indagare quanto di vero ci sia nelle parole di Seth e quanto invece questo personaggio sia di fantasia. Credo che la sorpresa finale riesca a indurre il lettore a riflessioni assai profonde, seppure alla fine il vero scopo di questo lavoro è quello di raccontare una bella storia, anche se velata da un filo di tristezza. Tra l’altro, questo racconto è anche un 45 giri in vinile, che il lettore potrà scoprire e ascoltare, se lo vorrà, una volta arrivato in fondo al romanzo.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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