I Signori di Whitechapel, di Fadi Musa

I Signori di Whitechapel, di Fadi Musa

Londra vittoriana, anno 1888, una città in bilico tra luci e ombre, tra progresso economico e arretratezza dei diritti sociali. È qui che lo scrittore e giornalista Fadi Musa ci conduce con il suo romanzo I Signori di Whitechapel (Edizioni Mea), un libro che ben si inserisce tra il genere Giallo – Thriller e la Fiction storica.

Ne parliamo per la nostra rubrica “Libri e scrittori”.

IL LIBRO E’ DISPONIBILE QUI

Fadi Musa, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Quali personaggi si contendono il malfamato quartiere di cui parli?

I reietti, gli emarginati, i piccoli criminali che si muovono negli scuri vicoli di Whitechapel. Sono loro i protagonisti della storia. Donne e uomini che dalla nascita hanno dovuto lottare per sopravvivere, venendo a compromessi con un ambiente marcio, corrotto e violento che li ha plasmati a sua immagine. Quella che racconto è una lotta per la rivalsa. Gli ultimi che sgomitano per prendersi quello che vogliono: una condizione di vita migliore. Unico problema è che lo fanno nell’unico modo che conoscono: violenza, tradimenti e alleanze di convenienza.

Ambizione, astuzia e orgoglio: sono questi i sentimenti che spingono all’azione?

La prima emozione che troviamo nel romanzo è la paura. Gli omicidi compiuti dal famoso serial killer, Jack lo squartatore, sconvolgono l’ambiente criminale. È la paura a muovere inizialmente le azioni di una delle protagoniste, Miriam, una prostituta che cercherà di togliersi dalla strada per evitare di rimanere vittima del famigerato assassino. Gli altri sentimenti quali orgoglio, ingordigia, egoismo e ambizione vengono dopo, ma la prima è quella primordiale: la paura della morte.  

Per scrivere una Crime Story come hai fatto tu, quali elementi narrativi e turning points trovi fondamentali?

Il segreto credo sia riuscire a mettere su carta personaggi profondi. I protagonisti de “I Signori di Whitechapel” sono, appunto, per lo più criminali e assassini, ma tutti hanno un lato che li rende umani, anche se in alcuni casi, questo lato, è molto ben nascosto. Una volta che si hanno a disposizione personaggi ben costruiti e strutturati, saranno loro a muoversi, quasi autonomamente.

C’è un libro della grande letteratura inglese che, in qualche modo, ha ispirato Fadi Musa?

Mi hanno ispirato i romanzi che offrono l’atmosfera di quei tempi. Dickens, per esempio, ha portato fino a noi la Londra vittoriana, con i suoi fumi, la sua foschia, i suoi odori e la sua miseria accostata alla ricca borghesia. Con il romanzo ho voluto immergermi in quella città di tanti anni fa e Charles Dickens mi ha dato una mano in questo.     

Fadi Musa hai dichiarato: “Scrivi per evadere dalla routine”. Vorresti cimentarti anche in altri generi letterari?

Assolutamente, voglio ancora evadere dalla routine. Ci sono tante terre da esplorare, persone da conoscere e avventure da vivere. Scrivere è uno dei modi per immergermi in scenari di difficile accesso nella vita reale, e in molti casi, aggiungerei per fortuna.

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