Dopo il primo step della scorsa settimana, dove abbiamo parlato insieme delle esigenze del mondo dello Spettacolo, che sembra essere stato dimenticato nel periodo di emergenza dovuto al CoronaVirus (leggi la prima parte qui).
Oggi torno sull’argomento, in quanto in molti mi hanno chiesto di approfondirlo.
Senza tornare sui vecchi temi, oggi mi interessa parlare degli aggiornamenti nelle ultime settimane, che riguardano le proposte di alcuni Enti, Associazioni ed Aziende che si sono espresse sull’argomento.
La prima analisi, la facciamo su quanto comunica l’Asso Intrattenimento, che parte dall’assunto che chi si occupa di Spettacolo (Aziende ed Artisti), offrono servizi che richiedono anche per chi li offre, una predisposizione emotiva positiva psico-fisica, che attualmente non sarebbe perseguibile a causa del timore diffuso di contatto fisico (e anche verbale in alcune situazioni) verificabile negli eventi pubblici.
Una condizione di completo defalut per lo Spettacolo, quindi, questa che si verrebbe a creare in questo 2020 e che toccherebbe una stima di circa 3.000 imprenditori per 90.000 addetti ai lavori e le proposte avanzate nello specifico e degne di nota, sarebbero 3:
- Previsione di esenzione di imposte e tasse per aziende dello Spettacolo
- Cassa integrazione almeno per dipendenti con famiglia del settore
- Finanziamenti a fondo perduto per la ripartenza
Mi interessa riportare in questo approfondimento, anche le dichiarazioni degli esponenti di rilievo divisi per segmento (che andremo poi ad approfondire nei prossimi giorni).
Segmento Cinema – La dichiarazione che riporto è di Laura Delli Colli (Presidente Fondazione Cinema per Roma):
Per il cinema una stagione più che difficile: sale chiuse e oltre 70 produzioni ferme: tra norme di sicurezza e contratti impossibili da ottenere da parte delle assicurazioni i set sono fuori gioco. I film sono senza una sala e saltano nel mondo perfino i grandi Festival: se ha dichiarato forfait Cannes e Venezia ragiona in stand by sul futuro è come se siano rischio le Olimpiadi del cinema…
Che futuro avremo? In qualche modo rispetteremo l’appuntamento dei Nastri d’Argento, i premi che dopo il David previsto per l’8 Maggio, il cinema aspetta come ogni anno ma li avremo senza andare a Taormina. Per il resto tutti aspettiamo l’autunno con ansia immaginando forse per la Festa di Roma, a Ottobre, un piccolo vantaggio, tra i grandi eventi di cinema,magari con la possibilità di fare qualcosa, dopo tanto silenzio, proprio per far rivivere la Cultura nella città del cinema.
Ora però al cinema più dei Premi e in attesa che torni il tempo dei set e delle sale, serve aiuto. Un aiuto da parte del Governo , certamente ma. insieme, la solidarietà di tutti:ferme le aziende di una filiera industriale che conta 8500 imprese’è un mondo che sta perdendo il lavoro. Il cinema è fatto di addetti ‘tutelati’ da un contratto ricambiamolo lottando con lo stesso impegno per una ripresa, sia in sala per tornare a consumare insieme un’emozione collettiva live che sul set. Oggi le regole del distanziamento impedirebbero perfino il contatto fisico tra i protagonisti: come immaginare un film sentimentale senza baci o anche solo un abbraccio? E quando finirà tutto questo? In questi giorni si parla, anche se un’indiscrezione a riguardo è stata smentita come fake, di una chiusura sale fino al 31 dicembre: sarebbe un vero disastro per oltre 100 film italiani pronti che aspettano di uscire e soprattutto per il futuro delle sale. E a proposito di live anche i Festival devono lottare per esserci, magari, come propone qualcuno, con il ritorno dei drive-in in un autunno vintage. E’l’augurio migliore per un settore che trasforma artigianato in arte, e ci porta a volte fino agli Oscar.
Ecco perché la prima cosa che vorrei fare, oltre a prendere aria e sole, il giorno dopo la fine del lock-down forse è proprio tornare a fare presto un giro a Cinecittà, in un luogo che da oltre settant’anni ci parla di una fabbrica di sogni, ma anche di film che rappresentano, prima della creatività, lavoro di un settore da sempre molto precario.
Segmento Televisione – La dichiarazione che riporto è di Elena Capparelli (Direttrice RaiPlay)
Abbiamo rivoluzionato nelle nostre reti il palinsesto, nel contempo è aumentata la fruizione dello streaming. Lo scenario presente è variegato. Gli ultimi dati parlano di una fruizione, i più piccoli fruiscono più facilmente delle piattaforme digitali e man mano che saliamo il pubblico un po’ più adulto preferisce la modalità libera.
In questo momento lo streaming è sicuramente diventato una possibilità in più per chi sta a casa, abbiamo visto crescite esponenziali per film, documentari, learning, che vuol dire che forse abbiamo interpretato correttamente la domanda del pubblico.
Abbiamo numeri importanti e nell’audience digitale vinciamo sul pubblico che fruisce di queste piattaforme con numeri importanti. La nostra sfida più grande continua a essere quella di arrivare al pubblico più difficile da raggiungere.
Dopo il lock-down: professionalmente non vedo l’ora di partire con le produzioni pianificate, e di riavviare tutto
Segmento Spettacoli dal Vivo – La dichiarazione che riporto è di Clemente Zard (CEO Vivo Concerti)
Il live è una esperienza unica e non sostituibile. Il pubblico non riesce a immaginare la grandezza della filiera che sta dietro un evento musicale live.
Se pensiamo a un concerto in un club che per noi è uno spazio medio piccolo, si parla di 50/60 persone di produzione che lavorano nel backstage, per arrivare a circa 2.000 persone incluse negli stadi, e mi riferisco a tutta la produzione, a tutti gli addetti ai lavori la cui presenza è fondamentale per la realizzazione dei nostri live.
Devono comunicarci cosa può esser fatto e cosa no e fino a quando, in modo che possiamo provare con la giusta serenità a riprogrammare il giusto percorso lavorativo. Nel frattempo lo stiamo immaginando, ma non in maniera ufficiale.
Posto che l’esperienza live non è riproducibile, stiamo sfruttando questo tempo per migliorare la fruibilità dell’evento e quindi a fornire più contenuti anche a livello tecnologico. Da un lato per tentare di non spegnere le luci sulla musica live nei prossimi mesi e dall’altro fare in modo che il nostro lavoro possa creare contenuti maggiori, da veicolare con i media, una radio o piattaforme streaming.
La passione per il nostro lavoro crea tantissimi posti di lavoro e genera un enorme indotto per tutto quello che circonda un evento.
Segmento Teatro – La dichiarazione che riporto è di Paolo Cantù (Direttore generale e artistico Fondazione I Teatri)
Il Teatro è il luogo dello spettacolo dal vivo. Come la filiera del teatro sta affrontando questa situazione: dopo un primo shock, stiamo sperimentando una presenza virtuale e da un altro lato ci stiamo muovendo compatti per ripartire e farci sentire.
Cultura spettacolo e cinema sono elementi essenziali della crescita della società. I Teatri sono delle piccole medie imprese con le loro specifiche esperienze, il nostro mondo genera economia e incide sul PIL molto più di quanto si sappia e in maniera sorprendente
Quello che stiamo chiedendo non sono dati certi ma una sorta di road map, una modalità di riavvio per la fase 2. E’ probabile che la fase 2 per noi sia ancora più complessa di quella attuale (si pensi al distanziamento sociale)
Ci sarà anche il problema artistico, orchestre, danzatori e cori che non potranno stare vicini e dovremo usare la creatività per reinventarci. Siamo alla nuove modalità per tornare a fare il nostro mestiere garantendo la sicurezza di tutti.
Segmento Radio – La dichiarazione che riporto è di Marco Pontini (Vice Presidente Radio Italia)
Un’indagine di pochi giorni fa di GFK EURISKO ha certificato che l’ascolto della radio gode di ottima salute anche in questo momento. Ora la gente sente la radio vicinissima, le testimonianze più impressionanti arrivano dalle corsie, la gente ci sente particolarmente vicini.
Passando al tema eventi, sono il cuore della proposta editoriale di una radio perché sono il punto di contatto tra il pubblico e la musica. Stiamo capendo come muoverci, sicuramente saremo pronti a ripartire subito.
Molti addetti ai lavori in questo momento non hanno un lavoro, ci stiamo adoperando affinché queste persone il prima possibile possano tornare con noi a lavorare agli eventi.
La nostra domanda continua ad essere: chi deve garantire le risposte ai lavoratori dello Spettacolo? Noi continueremo a raccogliere pareri e proposte di soluzione che cercheremo di raccontarvi nei prossimi giorni, sperando di arrivare ad un confronto positivo con le istituzioni.