Liliana Fiorelli. Foto di Alessandro Bachiorri
Liliana Fiorelli. Foto di Alessandro Bachiorri.

Liliana Fiorelli, mi sento un’operaia sognatrice

Arte, bellezza, passione, creatività. Liliana Fiorelli è tutte queste cose messe insieme. Della sua arte spiccata e intensa ne ha fatto un quadro dipinto accuratamente e apprezzato, pian piano, da molti. Gli ultimi che l’hanno scelta e voluta?

Liliana Fiorelli. Foto di Alessandro Bachiorri
Liliana Fiorelli. Foto di Alessandro Bachiorri.

Mai dire e la Gialappa’s Band che l’hanno scelta per il programma ”Mai dire talk”. In queste primissime puntate abbiamo amato e imparato ad amare Liliana nelle vesti di Giorgia Meloni e Levante. Ci ha strappato un sorriso, in una sera qualunque e in un mondo sempre più frenetico. Liliana si definisce un’operaia sognatrice ed è così che la immaginiamo, intenta a cucire sui volti di ognuno di noi ogni sorriso che faremo. 

Benvenuta Liliana Fiorelli, sei nel cast di Mai dire talk. Parlaci di questa esperienza. Che emozioni stai provando?

Le emozioni sono innanzitutto… molte! Si lavora l’intera settimana per la creazione dei contenuti, e sono immersa in questo percorso accanto a professionisti che mi stanno insegnando tanto anche dal punto di vista umano. In poche parole, mi sembra un sogno!

Cosa rappresenta per te questa trasmissione?

Mai dire e la Gialappa’s hanno formato il mio gusto di spettacolo e di intrattenimento ed essere nel luogo di tanti miei “miti” (Paola Cortellesi, Lucia Ocone…) mi rende immensamente felice.

Come ti ha accolto la Gialappa’s Band?

Meravigliosamente! Non sono semplici “voci”, ma maestri di scrittura, attenti ad ogni dettaglio. E di enorme supporto.

Nella prima puntata hai imitato Giorgia Meloni, che interpreti spesso anche sul web. Quanto è difficile imitare la Meloni?

Giorgia è un personaggio che adoro cogliere nelle sue sfumature umane. Non avrei mai pensato di poterla interpretare se non grazie ad un tentativo durante “Domenica Live”, due anni fa. Il trucco devo dire che aiuta moltissimo! Il lavoro di osservazione del personaggio reale agevola molto la credibilità.

Levante è uno dei personaggi più forti che interpreti. Come nasce questa imitazione e cosa ti attira di più di questa donna?

Levante è un’artista carismatica e sono stata felice di potermi ispirare ad un personaggio così forte e femminile in ambito musicale. Penso spesso che senza grandi personalità non sarebbe possibile fare ironia. L’imitazione nasce più di un anno fa, ero interessata al fenomeno indie e mi è sembrato interessante scriverci su.

Hai affermato che ogni volta che imiti un personaggio, desideri coglierne la fragilità senza giudicarli. Ecco, quanto é importante nel mestiere d’attore non giudicare il personaggio?

E’ il punto di partenza, spesso lo scoglio più difficile. Ogni giorno lavoro sul concetto di giudizio, e questo al di là del mio lavoro. Giudicare un personaggio o, ancor peggio, se stessi o il proprio lavoro, porta a bloccarsi. Imparo ogni giorno che il giudizio è una trappola. Ogni elemento può essere raccontato, scritto, trasmesso, senza la propria opinione. Mi ispirano le storie e le personalità forti, e mi piace condirle con fantasia autoriale.

Quali sono le fragilità dei personaggi interpretati fino ad ora che più ti colpiscono?

Sono le fragilità che spesso ritrovo in me, e in molti di noi.

Hai riscosso grande successo con il progetto Maladonna. Come lo descriveresti?

Un esperimento. Un modo per poter testare alcuni contenuti e mini-format che avevo in mente. Questo grazie anche a tanti amici che mi hanno supportata e alla regia di Giacomo Spaconi.

La serie Prime donne ha riscosso consensi positivi in molti Festival. Cosa ha rappresentato per te?

Prime donne è stato un piccolo progetto di cui sono molto soddisfatta. Come gruppo di lavoro siamo riusciti a rimanere concentrati su tutti i vari passaggi: il crowdfunding, i rapporti produttivi, la ricerca della troupe e del cast, le riprese e la distribuzione. Siamo felici del percorso fino ad ora, e vediamo ora cosa diventerà!

Ma chi é Liliana Fiorelli?

Una persona entusiasta di quello che fa. Un po’ operaia, un po’ sognatrice. Mi piace sentire di crescere ogni giorno, mettermi alla prova, migliorarmi.

Sogni e progetti futuri?

Mi godo questo presente e aspetto le prossime tappe del viaggio!

Quale augurio vuoi fare alla persona che sarai tra un paio d’anni?

Mi auguro di ricordarmi sempre chi sono e chi ero. La bambina che a 10 anni scriveva canzoni rap e che ha amato fin dal primo momento la polvere dei teatri.

Su Anna Chiara Delle Donne

Redattrice

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