Benedetta Cimatti torna in TV con la nuova stagione de L’ispettore Coliandro. Semplicità, verità, riservatezza. Se mescoliamo questi tre ingredienti, ci ritroviamo di fronte all’essenza del talento che Benedetta ha mostrato nel tempo.
Perché, nel tempo, ruolo dopo ruolo, con incredulità e impegno, ha conquistato passi e traguardi. Arriva con passo silenzioso nel cuore degli italiani nel ruolo della Buffarini ne L’ispettore Coliandro, ci resta con il ruolo di Milena ne La strada di casa.
Con quella riservatezza quasi sottile, Benedetta diventa un’attrice. Non ama definirsi un personaggio pubblico. Non lo é. Vive e lavora in nome della recitazione, costruisce i personaggi non il suo personaggio pubblico. Alimenta e plasma ogni ruolo, non la sua figura, non la sua immagine. Quell’immagine lei ce l’ha già. Da sempre. Benedetta é se stessa. Semplicemente.
Benvenuta Benedetta Cimatti. Torni in TV con la nuova stagione de L’ispettore Coliandro. Come ritroveremo il tuo personaggio?
La Buffarini è sempre la stessa. Le stagioni passano, ma lei non cambia. Trovo che questo personaggio sia ben scritto, con un’identitá ben precisa. È una ragazza intelligente, precisa rispetto a tutto il gruppo di scapestrati con cui lavoro. Anche quest’anno, sarà un personaggio fondamentale per lo sviluppo e la riuscita delle indagini.
Cosa pensi che questo personaggio ti abbia regalato in questi anni?
Interpretare questo ruolo mi ha dato l’occasione di vivere in un clima poliziesco e investigativo. Questo personaggio mi ha dato un guizzo, un’inventiva che nella vita non mi era capitato di sperimentare. Non avrei mai pensato di tenere tra le mani un’arma. Per la parte d’azione e fisica, è stato molto divertente interpretarla. Il suo essere così intuitiva è un aspetto di lei che ammiro molto, mi piacerebbe avere questo pregio nella vita reale. Lei riesce a cogliere immediatamente le cose.
Perché i telespettatori dovrebbero guardare la nuova stagione de L’ispettore Coliandro?
Penso che questa serie sia un prodotto unico nel suo genere. I Manetti Bros riescono a trovare una chiave di lettura sempre diversa per ogni stagione. Il genere grottesco e ironico, che trovate in questo progetto, ha tante sfaccettature. Ogni volta si crea qualcosa di unico che non ti aspetteresti di vedere in una serie tv. La diversità è la forza de L’ispettore Coliandro.
Come ti sei trovata accanto ai Manetti Bros e quali pensi siano gli insegnamenti che ti hanno dato in questi anni?
Mi sono trovata benissimo con loro. I Manetti Bros riescono a creare un gruppo di lavoro che diventa una famiglia a tutti gli effetti. Mi sono sempre trovata a mio agio con tutto il gruppo. Marco e Antonio ti aiutano molto e al tempo stesso ti lasciano la libertà di costruire il personaggio.
Hanno seguito il mio istinto nel preparare il mio personaggio, e trovo meraviglioso che questo accada. Hanno un modo unico di stare sul set. Il loro è un mondo diverso, quando sono insieme a Marco e Antonio mi distacco totalmente e mi butto nella loro grande famiglia. Sai, ogni volta che finiamo di girare una stagione, piango per un giorno intero perché so che mi mancheranno da morire.
So che sei sul set della seconda stagione de La strada di casa. Il tuo personaggio Milena vive un legame con il padre molto intenso, d’incontro e scontro. Come é stato tornare sul set e ritrovare la tua Milena?
La strada di casa è un lavoro davvero grande. Ho avuto la fortuna di lavorare con un regista eccezionale come Riccardo Donna, è un mentore per me. Inoltre, lavorare accanto ad Alessio Boni, che nella serie interpreta mio padre, è stato ed è un grande onore. Alessio, secondo me, é uno degli attori più bravi che abbiamo in Italia. Insieme siamo riusciti a ricreare un rapporto tra padre e figlia molto forte, con un amore e odio tangibile. Nella seconda stagione, Milena avrà un cambiamento molto forte. Quando sono tornata sul set, ho dovuto ricominciare su un’altra strada perché Milena ha preso una direzione completamente diversa dalla prima serie. Sono passati anni, sono successe molte cose e Milena cambierà molto. La figura del padre, che era molto centrale per il mio personaggio, sarà rivoluzionata in modo importante. La seconda stagione sarà molto forte.
Quanto è importante per te la sceneggiatura di una serie o di un film?
Senza presunzione, ti dico che la sceneggiatura per me è fondamentale. Se non trovo in essa un qualcosa di coinvolgente e un personaggio strutturato in un certo modo, faccio fatica a farmela piacere. È importante avere una buona scrittura e io ho avuto l’onore di lavorare sempre con grandi sceneggiatori.
Quando hai capito che recitare poteva e doveva essere la tua strada?
L’ho capito quando ho lasciato la mia città e mi sono trasferita a Roma per studiare in una scuola di teatro. Quando ho iniziato a fare degli spettacoli e a stare sul palcoscenico, sentivo che l’adrenalina era la mia dose quotidiana. Non potevo farne a meno. In quel momento mi sono detta: ok, è questa la mia strada e non posso fare altro. Sono diventata completamente dipendente da quella sensazione inebriante che é la recitazione. La recitazione è la mia linfa vitale, penso che non riuscirei a fare niente di diverso da questo lavoro. Recitare è qualcosa che nasce da dentro. Leggo tante interviste di attrici a cui questo mestiere é capitato. Se ti capita un lavoro del genere, devi però cercare un amore infinito dentro di te. Per me, la recitazione è un’esigenza di vita.
So che l’idea di essere un personaggio pubblico è l’aspetto del tuo mestiere che tieni più nascosto. Distingui in modo esatto l’essere attrice dall’essere un personaggio pubblico…
Non mi vedo come un personaggio pubblico. Faccio una grande distinzione su chi sono io nella mia vita privata e chi sono quando recito. Non mi sono inventata un personaggio pubblico, non vorrei mai cercare di essere chi non sono. Sono una persona semplice che non ama stare davanti ai riflettori, andare agli eventi e apparire continuamente. Sicuramente ci sono momenti in cui devo partecipare a degli eventi e questo fa parte del nostro mestiere. Però penso che bisogna saper scegliere la giusta misura. Nessuno mi obbliga a fare o a essere chi non sono. Sarebbe una grande forzatura per me. Sarebbe un qualcosa che mi porterebbe a non avere più la naturalezza e la spontaneità che io sento di avere e che mi aiuta nel mio lavoro. Mi sento di essere me stessa in ogni cosa, anche sbagliando o non piacendo a tutti. Ma va bene così. Pensare di poter piacere a tutti è follia. Perché ostinarsi?
Ti sei definita un’eremita. Sei ancora così?
Sono un po’ cambiata (ride, ndr) Quando stacco da lavoro e finisco di girare un progetto, dopo mesi passati sul set, ho bisogno di avere una mia semplicissima e piccola realtà dove stare nella mia solitudine, (solitudine intesa come serenità), circondata dalla mia famiglia, dal mio compagno e dai miei amici. Ho un nucleo di affetti molto ristretto. Mi piace ritrovare una mia tranquillità perché faccio un lavoro che diventa frenetico. Spesso mi sento una vagabonda con uno zaino sempre in spalla.
Quest’anno mi sono trovata su tre set diversi in tre città diverse: Bologna, Trieste e Torino. Mi sono un po’ persa ma quando torno a casa, mi ritrovo sempre. L’importante è avere una propria realtà emotiva e sentimentale che mi fa sentire immediatamente a casa.
Quale augurio vuoi fare alla persona che sarai tra un paio di anni?
Spero di vedermi mamma, con una famiglia. La famiglia viene al primo posto. L’amore per la persona che ho accanto e l’amore per una famiglia è fondamentale. Il lavoro e la carriera sono degli elementi fondamentali nella mia vita, ma non verranno mai prima dei miei affetti. Stare bene con il cuore é la cosa più bella e mi auguro di poter avere sempre questa voglia di amore incondizionato e di potermelo godere al massimo.
Spero di fare questo mestiere sempre nel migliore dei modi, di conoscere sempre di più, di studiare e impegnarmi fino ad arrivare al punto alto della mia arte. Inoltre, vorrei tornare a teatro. Mi manca e vorrei tornare sul palco magari anche con un mio monologo. Voglio tornare a vivere l’emozione delle persone che stanno lì davanti a me, di poterle emozionare e coinvolgere in qualcosa di bello.