Simone Riccioni. Foto fornita dall'artista
Simone Riccioni. Foto fornita dall'artista

Simone Riccioni, Amo il cinema che può dare un messaggio

Capita nella vita di ritrovarsi a meditare su se stessi. Capita di pensare a ciò che si è, cioè che si vuole diventare e a come perseguire questi obiettivi. C’è chi sceglie unicamente di perseguire ciò che ama e chi lo fa unendo a questo anche uno scopo.

Simone Riccioni. Foto fornita dall'artista
Simone Riccioni. Foto fornita dall’artista

Che possa essere morale, educativo, chiamatelo come vi sembra opportuno, ma è sicuramente uno scopo che aiuta. Lo sa bene il giovane attore Simone Riccioni, che nella sua vita ha deciso di unire l’amore per la recitazione all’amore per gli altri, aiutando, tramite l’arte, a cogliere dei segnali e degli insegnamenti. Simone, noto al pubblico per i suoi ruoli in film come “Tiro libero”, “Vedi come saltano i pesci”, di cui è anche produttore e co-sceneggiatore, lo ritroviamo alle prese del suo ultimo film “La mia seconda volta”. Un film che, come ci racconta, è tratto da una storia vera. “Nel momento in cui ho deciso di produrre questo film, mi sono ripromesso di fare tutti film che abbiano un peso, un messaggio, delle idee. Tanta gente si chiede il perché di questo titolo, a tratti molto ambiguo. Ma è sicuramente ambiguo in positivo”.

Simone Riccioni. Foto fornita dall'artista
Simone Riccioni. Foto fornita dall’artista

Una scelta ben precisa quella di Simone, che ha vissuto la sua vita proprio come in un film. Nato in Uganda, dove i suoi genitori erano volontari, cresciuto a Macerata, dove ha frequentato il liceo scientifico e conosciuto l’amore per la recitazione. Nasce tutto come una sfida a scuola, che è continuata con gli anni combattendo anche la poca convinzione dei genitori che non volevano intraprendesse questa carriera. Si è trasferito a Milano per studiare “Scienze motorie e sportive”, non abbandonando mai quello che era il suo grande amore.

Nella mia vita”, prosegue, “ho fatto scelte ben precise. Quando ho fondato Linfacrowd, che è la società con cui produco i film, ho deciso di voler entrare in un mercato determinato: mi piace il cinema che può dare un messaggio, un po’ come le commedie vecchio stampo. Film che siano un po’ sulla chiave di “La vita è bella”, “Quasi amici”, “Sette anime”, “Alla ricerca della felicità”. Film insomma che siano belli, ma che abbiano un peso. Molte cose non sono buttate a caso: basti ricordare che nasco come attore pagliaccio per i ragazzini disabili; è partito tutto di lì”.

Una carriera lunga e florida, dove anche gli errori servono per imparare. “Se sono quello che sono oggi è perché ci sono state note positive e stonate. Ognuno di noi vive per un sogno e se non hai un sogno la vita è una merda. Tutti di noi ce lo abbiamo uno, perché tutti vogliamo essere felici. Bisogna partire e andare avanti sapendo che non è importante essere il numero uno al mondo, ma essere felici. A me del resto non interessa. La cosa che mi interessa solo è sapere cosa faccio io, come faccio passo dopo passo il mestiere che intraprendo, la famiglia che vorrò avere, la donna di cui mi vorrei innamorare. Sono questi degli step che ognuno di noi ha e avrà nella sua vita”.

Simone Riccioni. Foto fornita dall'artista
Simone Riccioni. Foto fornita dall’artista

In un ambiente spietato, Simone riesce con la sua genuinità a farsi spazio. “Tutto è difficile nella vita. Io cerco di essere me stesso, Simone. Quello che fanno gli altri non mi interessa, ognuno fa i conti col proprio. Io faccio già i conti con me stesso, con mia madre e col Padre Eterno. Sarò una corda diversa, ma nel mondo ci sono anche queste corde. Uno con le mie idee al 90% non dovrebbe fare l’attore, ma ognuno di noi trova una sua integrità e riesce in ogni modo ad essere se stesso”.

E continua: “Il domani non mi spaventa, altrimenti oggi non vivrei. Bisogna vivere oggi per il domani. Se non lavoro bene oggi, non ci sarà un domani. Ho paura di sbagliare le scelte, anche se sono quelle che ci fanno diventare grande, la chiamo paura propositiva. Ho paura di non essere felice fino in fondo, di non trovare la strada giusta. Domani non c’è ancora, non posso avere paura di qualcosa che non esiste. Non si sa neanche se domani ci saremo, ed è questo che ti fa vivere senza paura, altrimenti perdi solo tempo”.

E alla mia domanda: “Sei felice?”, mi risponde con un sorriso folgorante e sincero: “Si, tutti i giorni. Altrimenti non ce la farei a vivere”.

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