I nostri riflettori sono puntati su Yvonne Sciò, che negli anni ’80-’90 divenne una vera icona fra gli adolescenti grazie ad uno spot per la SIP (attuale Telecom) che la riprendeva innamorata al telefono facendo uso del tormentone: “Mi ami , ma quanto mi ami? E mi pensi, ma quanto mi pensi?”.
Nel 1990 il grande esordio come attrice nel film di Carlo Verdone “Stasera a casa di Alice”, ma tante altre sono le esperienze professionali di Yvonne che andremo a conoscere dalle sue stesse dichiarazioni, come il nuovo documentario Seven Women che è stato presentato in un grande evento il giorno 8 Marzo al Museo Maxxi di Roma uscendo poi anche sul canale di Sky.
Yvonne Sciò, nel corso della Sua carriera, ha dimostrato maturità nell’evoluzione professionale e lo dimostra anche il Suo nuovissimo progetto Seven Women. Come nasce questa idea?
L’idea di Seven Women nasce perché nella mia vita nei momenti di transizione o di difficoltà sono sempre state le donne amiche che mi hanno dato la forza di andare avanti. Mi hanno ispirato loro con le loro storie di vita mai convenzionali ma tutte con un caratteristica: la forza.
Sette donne che si “confessano” al Suo obiettivo: c’è una frase scaturita dai racconti da Lei raccolti che l’ha colpita in particolar modo ?
Mi hanno colpito molte cose, ma in particolare quando Rula mi ha detto che l’istruzione era “Il suo biglietto per la libertà”.
La scelta sulle Seven Women su quali criteri è avvenuta?
Ho scelto queste 7 donne proprio per via della loro diversità, per la loro diversa provenienza geografica e culturale ma anche per la loro forza e la capacità di trasformare la loro vita ciascuna a proprio modo cambiando un destino che sembrava già scritto.
Yvonne Sciò: “Sono sempre state le donne amiche che mi hanno dato la forza di andare avanti”
Yvonne, Lei durante la Sua carriera artistica ha svolto molteplici ruoli sia in televisione che al cinema; nel Suo prossimo futuro possiamo sperare di rivederLa sullo schermo?
Questo mio nuovo percorso mi gratifica molto perché riesco a fare le cose che mi piace fare. E sicuramente mi piace molto non dover dipendere dalle scelte di altri. Il mio percorso di attrice non si è fermato ma vorrei fare dei progetti che sento più vicini.
Un altro Suo lavoro da regista è stato Magic Moments, il docu-film dedicato a Roxanne Lovit fotografa newyorchese. Vuol parlarcene?
Ho girato “Roxanne Lowit Magic Moments” perché volevo raccontare chi fosse Roxanne dal mio punto di vista. La prima volta che sono stata fotografata da lei avevo 16 anni e da li siamo diventate amiche. E’ una donna senza età, e negli anni abbiamo riso, abbiamo pianto insieme. E’ stata la mia testimone di nozze ed era li a fotografare mia figlia appena nata; è diventata parte della mia famiglia.
Pensavo che dovessi omaggiarla in quanto amica e grande artista, che con le sue foto ha raccontato la cultura pop americana e non solo.
Negli ultimi tempi ci sono stati tantissimi episodi di violenza sulle donne, in che modo secondo Lei si potrebbe tentare di arginare questo terribile “fenomeno”?
Credo che il tempo del cambiamento sia finalmente arrivato e mi auguro che tutte le donne hanno possano avere finalmente una voce grazie anche a tutte le campagne che invitano a denunciare. Non è facile ma non bisogna smettere mai di combattere soprattutto per quelle donne che hanno meno strumenti per potersi difendere.
In conclusione e ringraziandola del tempo dedicato, Le chiedo: Yvonne Sciò cosa vuol augurare a se stessa?
Mi auguro di continuare a raccontare delle storie e soprattutto di essere serena. Soprattutto in questo momento quando in molte parti del mondo tanti diritti che sembravano acquisiti sembrano vacillare.