Installato l’omaggio alla più importante opera del ‘900 “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, 140 anni fa, di Cosimo Allera Scultore
La suggestiva scultura di quasi 6 metri di altezza è realizzata in acciaio corten con lamiere sagomate e saldate e resterà esposta fino a dicembre.
L’esposizione dell’opera fa parte dei programmi del Comune per le celebrazioni dei 140 anni dalla nascita del grande artista Reggino, l’opera è un omaggio, per meglio dire una interpretazione. La scelta di usare acciaio corten non è casuale, ma legata a precisi contenuti…quali il tempo, l’attualità, le criticità. Le misure imponenti, poi e non quelle corrispondenti all’originale ci raccontano di magnificenza, di potenza di assoluto dominio nella storia… ciò che il futurismo ha rappresentato.
Il 19 ottobre prossimo, sempre nel programma delle celebrazioni per Umberto Boccioni ideate da Elmar Elisabetta Marcianò, si terrà presso L’accademia Art Gallery la 2° edizione de La Cena Futurista a cura dello chef Filippo Cogliandro. E’ l’Italia, con le sue storie affascinanti, posti bellissimi da vedere, cibo e prodotti da gustare, diciamo l’enorme patrimonio del nostro Pese, che è determinante per il turismo e che, grazie a illuminati cultori del bello, si offre al mondo determinando un peso positivo nel bilancio del Paese
Anticipata dal monologo teatrale “Il futuro di una volta” di Domenico Loddo, a cura di Elisabetta Elmar Marcianò, interpretato dall’attore Francesco Giunta della Compagnia Starlite Company si svolgerà la seconda edizione della Cena Futurista, menù ideato da Filippo Cogliandro per far vivere un’esperienza sensoriale dal gusto avvolgente, dal profumo intenso, dall’Arte e cultura che affascina, stupisce, conquista, la facoltà, e direi la peculiarità insita nell’uomo di stupirsi, di lasciarsi avvolgere e rapire dalla meraviglia del reale, ma anche di abbandonarsi e sperimentare la libera e audace “magia” della creatività.
Un dialogo fra l’arte di Boccioni e il cibo celebrato da un cuoco che usa l’istinto, un uomo del Sud dove si vive il rito della tavola che è fondamentale, è cultura, arte, condivisione, gioia, significa festa, convivialità perché il Sud è allegria e ti trasmette immediatamente il concetto di vacanza.
Un menù che diventa un connubio sperimentale, attraverso il quale lo chef Filippo Cogliandro reinterpreta la figura e l’estro di Boccioni, reggino come lui, creando un ponte ideale tra visione e gusto, tra l’ammirazione dell’opera d’arte e l’emozione nel “sentirla”, per una cena unica, magica, che, pur mantenendo la folle poetica di Boccioni rappresenta una lettura personale sulla relazione con la tavola.