Edi Rama

Edi Rama, la prima mostra in Italia

Edi Rama

Per la prima volta Edi Rama in Italia

Si è inaugurata martedì 31 la mostra di Edi Rama curata da Lorenza Baroncelli, Joseph Grima/Space Caviar presso la Galleria Artiaco. La mostra si potrà visitarla fino al 22 luglio 2016. Da oltre due decenni Edi Rama (Tirana, 1964) è attivo contemporaneamente in ambito artistico e politico, al punto che in alcuni ambiti le due pratiche sono diventate indistinguibili. Dopo il crollo del comunismo in Albania si associa ai movimenti democratici albanesi ma nel 1994 lascia Tirana per Parigi, dove lavora come artista partecipando a mostre e biennali. Ritorna in Albania nel 1998 dedicandosi alla vita pubblica come ministro per la cultura; nel 2000 viene eletto sindaco di Tirana. Dal 2013 è primo ministro dell’Albania.

L’arte è stata una costante nella sua pratica attraverso tutta la sua carriera politica, sia come ambito centrale della sua opera pubblica sia come estensione della sua prima carriera di artista. La serie Doodles, prodotta fra il 2000 e il 2012, rappresenta il filone più ampio della sua produzione. Si tratta di una serie di disegni a pennarello eseguiti su un misto di vecchie carte da ufficio fra cui estratti della sua agenda quotidiana, pagine di fax scartati, o altre corrispondenze ufficiali del suo ufficio politico; come opera, non è chiaro se è frutto di attenta concentrazione o distratta fantasticazione. I singoli disegni negano il concetto di stile, sperimentando con approcci che spaziano attraverso vari gradi di dettaglio, e sempre variegati nei tratti delle linee, dei colori e nelle composizioni, al punto di sembrare quasi l’opera di mani diverse. Vista nella sua interezza, tuttavia, la serie prende la forma di una traccia straordinariamente fedele all’esperienza quotidiana del subconscio tumultuoso che l’ha prodotto: un misto di assoluta presenza e assenza di concentrazioni che da forme frutto dell’intersezione di crisi, conquiste e sconfitte quotidiane, con una pratica quasi subliminale dell’arte. In questa mostra, per la prima volta i Doodles di Rama compiono un ulteriore passo, prendendo forma tridimensionale attraverso due strategie ben distinte.

Nella sala centrale, quasi a creare l’esperienza di immergersi fisicamente nel subconscio dell’artista, i Doodles prendono forma di carta da parati che trasformano gli schizzi in una texture architettonica. Nella seconda sala vengono presentati una serie di vasi di ceramica che articolano ulteriormente le forme attraverso una diversa materialità che offre nuove opportunità cromatiche e formali. Nelle sale finali, infine, si accenna ad un filone di lavoro tutt’ora in corso che forse meglio di qualunque altro sintetizza la pratica artistica e politica di Rama: il film Dammi i colori, prodotto dal suo amico e collaboratore Anri Sala, che racconta il loro lavoro congiunto per trasformare cromaticamente la città di Tirana dopo la prima elezione di Rama a sindaco di Tirana, e la prosecuzione di questo filone di arte cromatico-architettonica attraverso un recente lavoro a Mantova.

Su Giovanni Cardone

Saggista, storico dell’arte e critico d’arte, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea presso istituzioni universitarie e di alta formazione.