locandina Piero Gallo 4tet
locandina Piero Gallo 4tet

Il Maggio dei Monumenti alla Domus Ars

locandina Piero Gallo 4tet
locandina Piero Gallo 4tet

Fitta la rassegna che l’ associazione Domus Ars ha organizzato in occasione del Maggio dei Monumenti a Napoli, manifestazione che celebra il patrimonio artistico della città, giunto alla sua XXI° edizione.

L’ 8 maggio la chiesa di San Francesco delle Monache si è riempita delle note e del sorriso di Piero Gallo e del suo 4tet (Luca Caligiuri al basso, Marco Caligiuri alla batteria, Raffaele Vitiello alla chitarra); la voce femmina della sua mandolina canta canzoni prive di sintagmi e che parlano d’ amore, del pianto di una donna, di un uomo che va via (“Te voglio troppo bene”, “Dimane”). C’è il Mediterraneo tutto nel suono di questo strumento dalla nascita non casuale, e non solo Napoli; suggestioni di mari lontani e la sfrontata bellezza della giovinezza che danza.

Non a caso, il primo lavoro discografico di Gallo, da cui sono tratti alcuni dei brani proposti nel corso della serata, si intitola per l’ appunto “Diario Mediterraneo“: il Marocco e la Tunisia, un crescendo di suoni e di voci, corse a perdifiato sulle note e nel deserto in cui la Musica ci trasporta grazie alla grande coesione del gruppo. In uno dei suoi rari interventi, Piero Gallo dice che “si tratta di quattro musicisti, ma siamo un unico sound; molto spesso gli arrangiamenti sono frutto di un lavoro comune”. “Le rive di Candia” non sfigura accanto all’ Africa di “Benite”, cd che contiene brani come “Balla Rosita”; lembi di gonne gitane si confondono a vesti rotanti di dervishi accanto ad una Napoli “Senza scuorno”.

Incisiva e decisiva la presenza dei Caligiuri, precisa e inappuntabile la chitarra di Vitiello sui pezzi più rock, e d’altro canto Piero Gallo ha già ampiamente dimostrato di essere un musicista curioso e coraggioso con “NapoLiverpool”, operazione musicale in cui, supportato dalla consulenza di Carmine Aymone e Michelangelo Iossa, si è confrontato con i Beatles, dando vita a delle pregevolissime esecuzioni come quella di “And I love her”, assai apprezzata anche dallo UK Trade & Investiments. Pezzo conclusivo del concerto alla Domus Ars è stato “Quanno me sbatte ‘ core”, ma l’ entusiasmo per i ritmi di questa tarantella hanno impedito al pubblico di alzarsi; alla richiesta del primo bis, ovviamente concesso, è seguito l’ imperterrito silenzio degli astanti. Nessuno ha lasciato il suo posto fino alla fine del secondo bis, a riprova del fatto che la musica strumentale ha parole che sanno giungere all’ animo.

Su Redazione

Redazione Giornalistica

Lascia un commento