Marco Sommella nel corridoio del CDP RAI di Napoli
Marco Sommella nel corridoio del CDP RAI di Napoli

Obiettivo Visivo con il fotografo Marco Sommella

Per la rubrica Obiettivo Visivo, la rubrica dedicata al mondo della fotografia dello spettacolo, incontriamo oggi il fotografo Marco Sommella.

Marco Sommella, che già nel 1996 inizia a lavorare a contatto con il jet-set a Capri, da 25 anni collabora con il Centro di Produzione RAI di Napoli e su set cinematografici.

Benvenuto sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo” a Marco Sommella. Quando ha avuto il suo primo approccio alla macchina fotografica?

Il mio approccio alla fotografia risale all’infanzia. Mia madre, Gilda Valenza, è stata a Napoli la prima fotoreporter donna, credo: aveva iniziato a fotografare negli anni ’70. A casa c’erano macchine fotografiche professionali che mi incuriosivano e che spesso utilizzavo anche per giocare. Soprattutto c’era una camera oscura, dove mia madre sviluppava i negativi e stampava le foto usando un ingranditore e bacinelle chimiche. Per un bambino non poteva che essere un luogo magico, dove le immagini prendevano forma chissà per quale prodigio in questa camera buia con solo una piccola luce rossa accesa. Per chi si affaccia oggi al mondo della fotografia digitale parlare di rullini e stampe è archeologia, ma posso assicurare che rispetto ad oggi, abituati come siamo a riguardare istantaneamente le immagini riprese in formato digitale, l’attesa che c’era prima per rivedere quello si era fotografato era già di per sé un’emozione.

Cosa ricorda degli inizi della sua carriera?

Gli inizi della mia carriera sono legati ai ricordi più belli della mia vita. Ho vissuto anni incredibili grazie alla fotografia. Ho avuto subito le idee molto chiare. Mentre la maggior parte dei fotografi cercavano di farsi spazio nel settore dei matrimoni e delle cerimonie familiari, io ero attratto dal reportage: questo mi ha portato ad immergermi nell’atmosfera glamour degli anni fine ’80 e ’90. Quasi ogni giorno c’era un evento oppure un party da documentare, ed io ho cominciato a lavorare d’estate a Capri. Questa esperienza mi ha formato sia professionalmente che umanamente. D’estate l’isola azzurra diventa crocevia del jet set internazionale, ed io mi ritrovavo catapultato per quattro mesi all’anno in un luogo magico dove ogni giorno c’era un personaggio internazionale da fotografare o qualche festa esclusiva da documentare. Questo mi ha portato a conoscere tantissime persone straordinarie, come Guido Lembo, che ho avuto il privilegio di conoscere quando cantava al “Guarracino”, quindi molto tempo prima del successo all’“Anema e Core”. Dell’esperienza fotografica caprese potrei parlare per giorni.
In quel periodo durante l’inverno ho lavorato anche a Zermatt, una delle più note stazioni sciistiche internazionali, situata ai piedi del Cervino sul versante svizzero. Questo mi ha dato una particolare dimestichezza con gli sci e in generale con la vita di montagna.

Quanto è importante il set per la realizzazione di uno scatto?

Nel tempo mi sono specializzato come fotografo di scena per il cinema, il teatro e la televisione, un’altra mia grande passione oltre che un lavoro. Ho avuto l’opportunità di utilizzare per le mie foto set allestiti dai più grandi professionisti del settore. Per la maggior parte i miei scatti sono stati realizzati nel centro di produzione RAI di Napoli, dove credo ci sia l’eccellenza nell’allestimento dei set televisivi, sia come studi, sia per le competenze professionali.

Quanto è semplice far sembrare naturale una fotografia?

Essendo un fotoreporter, le mie immagini sono prevalentemente naturali. Cerco solo di realizzare una inquadratura personale e catturare quell’istante irripetibile che permetta alla foto di ‘raccontare’ qualcosa, trasmettere un’emozione. Questo per me è fondamentale. Oggi con il digitale si pensa prevalentemente a riempire lo schermo della macchina fotografica o dello smartphone con il soggetto da ritrarre, ottenendo il più delle volte un’immagine banale, nulla di più. La fotografia non deve arrivare solo agli occhi di chi guarda, ma anche alla mente e al cuore. Quando arriva all’anima è perfetta.

La lezione di vita più importante imparata dalla fotografia…

Dalla fotografia ho imparato veramente molto. Soprattutto ho imparato che bisogna avere sempre più punti di vista: questo ti porta ad avere una visione più ampia anche nella vita.

Una gallery fotografica di alcune foto scattate da Marco Sommella ai personaggi del mondo dello spettacolo:

Ha scattato molti volti noti dello spettacolo, c’è qualche aneddoto che Marco Sommella ricorda e vuole raccontarci?

Un aneddoto divertente. Mi trovavo per lavoro in un prestigioso teatro napoletano durante una premiazione, e ogni ospite, dopo aver ricevuto il premio, offriva al pubblico un proprio intervento artistico. Quando arrivammo verso l’una di notte, le maestranze cominciarono a smontare il palco mentre la manifestazione era ancora in corso: alla fine sfilarono anche il microfono di mano all’artista mentre cantava. Una situazione tra il surreale e il grottesco…

A chi ha scattato una foto che non ha avuto grande successo seppur ne avrebbe dovuto ricevere di più?

Spesso, guardando il mio archivio, ritrovo personaggi di cui si sono perse le tracce nel tempo, meteore di cui sono rimaste solo le foto. Alcuni avrebbero meritato il successo, ma il mondo dello spettacolo sotto certi aspetti è spietato, e molte volte il talento da solo non basta.

Con quale personaggio dello spettacolo ha avuto un legame immediato durante il suo lavoro?

Questa domanda mi riporta indietro nel tempo, ai primi anni di “Un posto al sole”: mi sembra ieri, invece sono passati 28 anni. Ero un giovanissimo fotografo di scena alle prime armi, ma tutti gli attori mi fecero sentire subito in famiglia. Era veramente un bel clima.

Secondo Marco Sommella, i social quanto hanno cambiato il mondo della fotografia?

I social hanno completamente stravolto il mondo della fotografia. Prima eravamo in pochi ad avere i mezzi, anche abbastanza costosi, per poter fotografare, mentre oggi è diverso. La fotografia è alla portata di tutti, e questo sicuramente è un bene per la libertà d’espressione. Tuttavia spesso i social fanno circolare foto manipolate che possono stravolgere la percezione della realtà e della verità, e questo credo che sia il problema maggiore.

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