Il suo film rappresenta quasi un unicum nel panorama della commedia italiana, Andrea Magnani con la sua opera prima “Easy – un viaggio facile facile” si è guadagnato due candidature ai David di Donatello: una per miglior regista esordiente e l’altra come migliore attore protagonista interpretato da Nicola Nocella.
Sicuramente vi starete chiedendo dov’è la particolarità? E’ molto semplice. Pur essendo commedia, “Easy” presenta diversi spunti di riflessione a tratti drammatici. L’uomo diventa pedina di un destino che spesso non mostra a pieno il potenziale di ciascuno; un uomo che non è mai in grado di capire da solo cosa fare davvero. “Non sappiamo nemmeno perché ci svegliamo la mattina o andiamo in ufficio”, ci racconta il regista. “Lo facciamo senza sapere bene se possiamo fare qualcosa di diverso.
![Un momento del set di Easy](https://www.lagazzettadellospettacolo.it/wp-content/uploads/2018/04/Un-momento-del-set-di-Easy.jpg)
Ho cercato di porre l’accento su quella che è la potenzialità che ognuno di noi ha di cambiare il proprio destino. Sembriamo pedine, però se ti accorgi bene di te stesso riesci a capire che la pedina può diventare qualcosa di più e la muovi dando una direzione. Noi a volte siamo padroni del destino, basta cercarlo e guardarci dentro. Easy ad esempio capisce che magari il viaggio era l’unica cosa ormai rimasta a lui, non avrebbe potuto fare altro”. E dopo che questo è concluso, non sa davvero cosa altro deve fare.
Un film per raccontare e dare voce al silenzio secondo Andrea Magnani
![Andrea Magnani. Foto di Lena Ivashkina.](https://www.lagazzettadellospettacolo.it/wp-content/uploads/2018/04/Andrea-Magnani.-Foto-di-Lena-Ivashkina..jpg)
Un primo lavoro eccellente per Magnani, il quale non credeva di riscuotere così tanto successo. “È la mia opera prima, unica di un certo rilievo. Questo è un film che nasce da molto lontano, l’ho scritto 8 anni fa e tra varie vicissitudini, come la guerra in Ucraina, è stato posticipato di 2 anni. Non avevo aspettative quando sono partito con questa storia, neanche durante le riprese. Fai fatica a capire cosa stai facendo: puoi avere una idea, ma, essendo la prima opera, hai sempre un senso di incertezza. Quello che è arrivato dopo quindi è stato enorme. Era la mia opera prima e la produzione era davvero molto giovane: tutto inaspettato. Questo ci ha portato enormi soddisfazioni”.
Una storia ai limiti dell’assurdo, raccontata in un modo fresco e leggero. Ma cosa c’è di reale e di fantasia? “Direttamente non c’è nulla di reale. È tutta una finzione. Quello che vediamo o viviamo rimane nel nostro bagaglio di esperienza. Questa cosa si stratifica e rimane. Io adesso posso dirti che non c’è stato nulla, ma sono state molteplici le influenze. Chissà in vita cosa ha influito nel realizzare la storia. È stata una storia cercata e voluta, ma tutta in qualche modo è frutto di un processo creativo avvenuto in fase di scrittura e legato ad altri processi come la fotografia o la relazione con gli attori e le persone vicine”.
Nel film di Andrea Magnani, regna sovrano il silenzio. Diversi spazi vuoti in cui l’unico rumore è quello del vento e di nient’altro. Sguardi persi nel nulla a cura di un fantastico Nicola Nocella. Un azzardo per il mondo della cinematografia, dove è la parola che fa da protagonista più dei personaggi stessi. “Viviamo in un’epoca di diffusione cinematografica dove il silenzio non è il veicolo migliore per impressionare il grande pubblico”, continua Andrea Magnani. “Nello sguardo di Nicola, l’espressività comunicava molto di più di tante parole. Ho solo sostituito quelle parole. Il mio background è di sceneggiatore di fiction italiana dove le parole si sprecano; per reazione ho costruito una storia dove il dialogo entra in punta di piedi ed è solo uno degli strumenti a disposizione, non l’unico. Il silenzio è evocativo e rimane più impresso di una battuta. È semplicemente un modo per cercare di raccontare. Non so se userò in seguito ancora questa tecnica”.
![Il ciak di Easy](https://www.lagazzettadellospettacolo.it/wp-content/uploads/2018/04/Il-ciak-di-Easy.jpg)
Ancora nulla si sa dei progetti futuri, soprattutto se sarà sulla stessa onda di Easy o si tratterà di un progetto più autoriale. Andrea Magnani si dice aperto a tutte le proposte. Ma una cosa è certa: “Sono nato come sceneggiatore, per me la scrittura è l’aspetto creativo più importante. Senza quello farei fatica a girare un film. Ovviamente la regia è forse l’aspetto più bello, un processo creativo che ti permette di veder nascere un film; la sceneggiatura però resta sempre quello più importante”.