Si è appena concluso presso l’Istituto Francese di Napoli il VI Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Ad aprire la serata è stato il Console Generale di Francia a Napoli, Christian Thimonier, accolto dal coordinatore della kermesse, Maurizio Del Bufalo e da Sabrina Innocenti, responsabile delle sezioni “Scuola” e “Sguardi di genere” della rassegna.
Nel corso della serata sono intervenuti i registi Antonio Manco, Mario Leombruno e Luca Romano, autori di due progetti prodotti dal Festival: gli appunti per il documentario “Ni un pibe menos” ispirato alla storia della rivista del quartiere Zavaleta a Buenos Aires realizzata da una redazione bambina e che porta il nome de “La Garganta” (Manco) e il docufilm “Terrapromessa” che racconta la storia di emarginazione e grave pericolo per la salute della popolazione stanziata nel campo Rom di Masseria del Pozzo a Giugliano, a ridosso di una discarica (Leombruno e Romano).
Maria Di Razza e Giuseppe Borrone, a nome dei componenti del Comitato di Selezione del Festival, hanno introdotto e presentato i componenti delle Giurie che hanno scelto i film vincitori dell’edizione 2013, annunciati poi dal Coordinatore del Concorso Cinematografico, Antonio Borrelli.
Per la sezione HUMAN RIGHTS DOC la Giuria Ufficiale composta da Maurizio Braucci, Enzo Lavagnini e Barbara Rossi Prudente ha premiato come MIGLIOR DOCUMENTARIO il film ANIJA – LA NAVE di Roland Sejko (Italia – 80′) con la seguente motivazione: “Il premio come miglior documentario va a Anija – La nave di Roland Sejko, il film di un talento registico che ha avuto la capacità di raccontare in modo dolce e pungente una pagina di storia del Mediterraneo che ha coinvoltoi l’Albania e l’Italia. Con un uso esemplare di filmati d’archivio, degno della più moderna storiografia, unito ad uno sguardo che ha saputo evitare le trappole del sensazionalismo, Sejko ha compiuto ciò che ogni artista dovrebbe: ridare dignità ai propri personaggi attraverso la narrazione, infondendo rispetto per il loro dolore e per i loro sogni”. La Giuria ha inoltre attribuito una MENZIONE SPECIALE al film DELL’ARTE DELLA GUERRA di Luca Bellino e Silvia Luzi (Italia – 85′) con la seguente motivazione: “Attraverso una narrazione solida e compatta, il documentario espone i principi intorno ai quali gli operai fondano una strategia di guerra. La posta in gioco è la sopravvivenza all’ingiustizia sociale, perpetrata dai padroni ai danni dei lavoratori. È la storia coraggiosa di una lotta combattuta in nome dell’odio, raccontata attraverso uno stile incisivo e una fotografia esperta, che svela l’affascinante agonia – sia reale che simbolica – della fabbrica/ fabbriche da smantellare”.
Per la sezione HUMAN RIGHTS SHORT la Giuria Ufficiale composta da Turi Finocchiaro, Enny Mazzella e Gianluca Solera ha premiato come MIGLIOR CORTOMETRAGGIO il film MORE THAN TWO HOURS di Ali Asgari (Iran – 15′) con la seguente motivazione: “Per l’universalità della questione del controllo del corpo della donna che sacrifica la propria persona in nome di un codice ancestrale o di un’ideologia. Unanimemente apprezzata la bella padronanza della tensione drammaturgica con un tono giusto nell’interpretazione e una fotografia vicina ai personaggi e al servizio della storia. Un film che potrà sensibilizzare platee dalle più svariate sensibilità, sul concetto fondamentale di sacralità della libertà individuale”. Ha inoltre attribuito una MENZIONE SPECIALE al film LA MIRADA PERDIDA di Damian Dionisio (Argentina – 11′) con la seguente motivazione: “Per il suo spirito di denuncia della brutalità dei regimi repressivi, per l’importanza attribuita alla memoria nella battaglia per l’affermazione di una cultura dei diritti civili e delle libertà, per la creatività nella combinazione di diverse arti (animazione, musica, fotografia) nell’opera documentaristica”.
Il Comitato di Selezione del Gruppo Cinema del Festival ha poi attribuito la MENZIONE SPECIALE VITTORIO ARRIGONI /JULIANO MER-KHAMIS destinata all’opera che meglio interpreta il coraggio e l’attivismo nella narrazione cinematografica all’opera PER ULISSE di Giovanni Cioni (Italia – 90′) con la seguente motivazione: “Per l’approccio sensibile e delicato ad una realtà fatta di persone che, come l’Ulisse omerico, durante il loro cammino si sono perse nei meandri delle proprie esistenze e provano, grazie all’appassionato lavoro di un centro di solidarietà, a recuperare il loro percorso e la via di casa. Il film ha il merito di offrire anche uno spunto importante per una riflessione sul senso dei luoghi e dei momenti che ogni comunità dovrebbe garantire per accogliere ed aiutare uomini e donne in difficoltà”.
La Giuria Giovani ha invece inteso premiare IN UTERO SREBRENICA di Giuseppe Carrieri (Italia/Francia 2013 – 52′). Così il regista presenta il suo film: “È nel buio della notte che Munira, scavando in silenzio, ricerca le ossa del figlio ucciso nel genocidio di Srebrenica. A volte, ancora oggi, in mezzo a un campo di patate, queste vengono fuori come oggetti misteriosi a cui ogni madre si lega per trovare finalmente pace, nell’orrore infinito di una guerra che, per quanto finita, continua nei cuori e negli occhi dei sopravvissuti. Aida è stata stuprata e d’allora non può più diventare madre, Hajra, sfidando le mine, ha ritrovato un teschio e d’allora crede che appartenga al figlio”.
Una menzione speciale è stata infine attribuita dagli STUDENTI del Liceo Suger St. Denis di Parigi e dagli studenti degli Istituti d’Istruzione Secondaria Superiore di Napoli al film NGUTU di Felipe Del Olmo e Daniel Valledor (Spagna 2012 – 5′) che pone al centro dell’obiettivo Ngutu, venditore ambulante di giornali che purtroppo vende pochissime copie. Ngutu osserva attentamente i passanti e studia il loro atteggiamento per poter fare progressi con la sua attività.
Ai vincitori è andata un’opera in cartapesta realizzata dal Maestro Claudio Cuomo e la partecipazione di diritto al 16° Festival Internazionale del Cinema dei Diritti Umani di Buenos Aires.
Il VI Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è stato realizzato con la consueta formula partecipativa che, oltre al concorso di molte associazioni, ha potuto contare sull’apporto determinante e costante di un gruppo direttivo, selezionato in anni di collaborazione, i cui nomi sono qui riportati in ordine alfabetico: Andrea Bagnale, Ileana Bonadies, Antonio Borrelli, Giuseppe Borrone, Lia Cacciottoli, Ciccio Capozzi, Giovanni Carbone, Maurizio Del Bufalo, Delia Del Gaudio, Maria Di Pietro, Maria Di Razza, Sabrina Innocenti, Gianluca Loffredo, Carlo Mattei, Maria Teresa Panariello, Massimo Pepe, Antonello Petrillo, Gianmarco Pisa, Antonio Puzzi, Valentina Ripa, Paola Silvestro.