Amarcord

Teatro Ricciardi di Capua: una rassegna per ricordare il cinema

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Siglata nei giorni scorsi la collaborazione con la Cineteca di Bologna, il Teatro Ricciardi di Capua avvia la sua nuova stagione eventi con una rassegna che da ventinove edizioni conduce gli amanti del cinema in viaggi memorabili attraverso le meraviglie della settima arte.

E così, dal 2 novembre prossimo e fino a maggio, film rarissimi e documentari provenienti da tutto il mondo arriveranno sul grande schermo del Ricciardi per una visione che, contemporaneamente in tutte le sale d’Italia aderenti al progetto, regalerà il piacere della condivisione di un patrimonio culturale immenso.
Ad inaugurare la rassegna al Ricciardi di Capua il prossimo 2 novembre sarà il film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, film di Pier Paolo Pasolini datato 1975 e proposto in versione integrale restaurata a 40 anni dalla morte del noto regista.

E’ l’ultimo film di Pierpaolo Pasolini, che finì di montarlo il giorno prima di essere ucciso all’idroscalo di Ostia. Uscì postumo nel 1975.
Metafora della violenza del potere, è la trascrizione su pellicola del romanzo del marchese De Sade, riattualizzato seguendo la geografia dantesca dell’Inferno: Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue sono i quattro capitoli che scandiscono la narrazione.
Controverso e shoccante per le scene di sesso sadomasochistico che si avvicendano dall’inizio alla fine, il film, restaurato dalla Cineteca di Bologna e dalla Cineteca Nazionale è stato premiato alla Mostra del cinema di Venezia tra i restauri di Venezia classici.
“ll mio film – commentò Pasolini in un’intervista – è un film contro qualsiasi forma di potere e precisamente contro quella che io chiamo l’anarchia del potere, ed è questa la ragione per cui ho scelto Salò ela Repubblica fascista di quel periodo, perché mai come in quel momento il potere è stato anarchico, arbitrario e gratuito, potendo fare qualsiasi cosa. E l’allegoria del totalitarismo e della cieca violenza è il sesso, “metafora di ciò che il potere fa del corpo umano”.

Istinti sfrenati, ferinità e aberrazioni presentate nella loro crudezza, senza giri di parole, usati da Pasolini come un’arma per colpire le coscienze. E riuscì a farlo, tant’è che il produttore Alberto Grimaldi subì processi per oscenità e corruzione di minori e una lunga persecuzione giudiziaria che, nel 1976, vide il sequestro della pellicola. Scomparso dagli schermi, il film fu rimesso in circolazione nel 1978, e oggi ritorna alla ribalta in versione integrale e restaurata a 40 anni dalla morte del regista bolognese.

Film rarissimi provenienti dagli archivi di tutto il mondo, il bianco e nero e il colore, documenti e documentari, i film muti, e tanto altro ancora per un viaggio di emozioni in prima visione attraverso 120 anni di cinema.

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Redazione Giornalistica