E’ difficile, specialmente per chi è coinvolto come me, spiegare quanto importante sia uno show come The Vampire Diaries. Per quanto la produttrice Julie Plec sia stata spesso oggetto di insulti (non solo da parte mia) per come stava mandando avanti il plot, è comunque grazie a lei che abbiamo sullo schermo uno show del genere.
Nato dalla penna di Lisa Jane Smith, The Vampire Diaries è, prima di tutto, una saga, composta da circa diciassette libri, scritti in maniera molto semplice, nonostante i temi e gli universi normali e sovrannaturali narrati.
Leggendoli, mi veniva automatico immaginare gli attori che interpretano quei determinati personaggi e mi veniva anche da sorridere, perché la storia telefilmica è quasi del tutto diversa.
La trasposizione televisiva, probabilmente, richiedeva necessariamente la presenza di personalità forti, e begli attori, vuoi perché il fascino di vampiri e lupi è sempre stato fortemente presente, vuoi perché piacevano alla Plec, fatto sta che questo cast è forse uno dei più belli della tv, e sfido chiunque a contraddirmi.
Lo scorso weekend si è tenuta a Roma la terza edizione della Love & Blood Itacon, convention dedicata appunto a The Vampire Diaries e The Originals, il suo spin-off. Per me era la seconda volta che partecipavo, e devo dire che, per quanto sia stata quasi tutto l’anno a decantare la perfezione della seconda edizione, questa terza l’ha letteralmente oscurata!
Ospiti di quest’anno i tanto attesi Ian Somerhalder (che lo scorso anno mancò), con mia somma gioia, il quale, fin dalla cerimonia di apertura, ci ha intrattenuti coi suoi discorsi relativi alla sua fondazione (Ian Somerhalder Foundation) per la salvaguardia dell’ambiente e la protezione animali. Che poi sia passato subito a diventare una specie di clown che provava ad inserire in ogni conversazione quel po’ di italiano che ha imparato è un altro discorso (memorabile il suo vagare per i corridoi dell’Ergife hotel col piatto in mano e salutare la gente che nemmeno si accorgeva di averlo davanti e lui diceva a tutti “ciao bella” per attirare l’attenzione).
Io ho ancora impresso il momento in cui mi chiede di battergli il cinque e poi mi stringe forte la mano.
Paul Wesley è una persona molto particolare, l’ho potuto constatare con questo secondo incontro: poco affettuoso durante la sessione foto (magari semplicemente non ama farle) e caciarone e spiritoso durante i panel. Prima con Daniel Gillies e poi con Ian, la cosa è sfociata in racconti di primi incontri imbarazzanti e dichiarazioni d’amore fraterno e non.
In particolare, con Ian ha dichiarato che Damon e Stefan non hanno assolutamente bisogno di un’altra donna tra loro per rendere ancor più solido il loro rapporto, anche perché “guardate Ian, è così carino che lo bacerei tutto!”
Michael Malarkey, il nostro caro Enzo, si è trovato qui proprio durante il suo compleanno (che cadeva domenica 21), che è stato festeggiato dai partecipanti e dagli organizzatori con una sorpresa e qualche regalo che lo hanno profondamente commosso.
Lui è una persona che tiene moltissimo, come Ian, al rapporto coi fans, guarda tutti negli occhi, è pronto ad ascoltare tutto quello che hanno da dire, ed è molto disponibile. Ovviamente, come gli altri, ha detto quanto adori interpretare un vampiro, in particolare Michael Trevino ha specificato di come sia il sogno di ogni attore.
Io non so se si ricordasse sul serio di me come mi ha detto, ma avergli potuto dire quanto lo adori e soprattutto buon compleanno personalmente, è stato meraviglioso.
Passando, appunto, a Michael Trevino, devo spezzare una lancia a suo favore: io odio il suo personaggio nello show, per molteplici motivi che qui non interessano, ma lui come persona è fantastico! Ho avuto modo di scambiarci qualche parola durante il welcome cocktail e, forse perché era ubriaco fradicio, forse per altro, ma mi ha fatta morire dal ridere, anche perché ti parlava come se fossi sua amica di vecchia data. E’ molto alla mano, completamente diverso (per fortuna) da Tyler, e quindi niente, volevo dirlo, ora picchiatemi!
A questo punto avrei dovuto parlare di Nate Buzolic, Phoebe Tonkin e Chris Wood, ma tutti e tre hanno cancellato la loro partecipazione.
Nate è stato l’unico che è riuscito, anche a distanza, a lasciare un segno enorme nei nostri cuori anche quest’anno: si è collegato via skype e ha fatto un panel online. Si è commosso per l’accoglienza, per i messaggi dispiaciuti per la sua assenza, e ha promesso che tornerà il prossimo anno (io lo spero perché è una persona talmente solare da trasmettere positività e irradiare luce ovunque vada, non vedo l’ora di rivederlo).
Dimenticavo: sua l’idea del nome della convention: 3D – don’t doubt destiny.
Al posto dei tre che han dato forfait, le grandi sorprese della convention, Daniel Gillies che… ragazzi e chi se lo aspettava! Io personalmente, quando è stato annunciato, ho quasi urlato, immaginatevi quando me lo sono ritrovato davanti e l’ho abbracciato.
Una persona tutta da scoprire, affabile, gentile, spiritosa ma, soprattutto, bella da star male!
Anche lui non ha evitato di raccontarci della sua storia d’amore con Paul, salutandoci, alla fine del welcome cocktail, dicendo che sarebbe andato da lui che lo aspettava nel letto.
Claire Holt è una dea, provo soggezione anche solo a nominarla, e averla avuta vicino ha mandato la mia autostima sotto terra. E’ piccina, coi corti capelli biondi e ha un viso che sembra fatto di porcellana. E’ stata poco tempo, impegnatissima tra foto e autografi e l’unico panel con Daniel, ma aver avuto la possibilità di parlarle è stato un enorme regalo.
Rick Cosnett e Chase Coleman sono, però, le due vere rivelazioni della convention.
Aggiunti come sostituti di Chris e Nate, sono ufficialmente diventati i compagnoni della convention, che speriamo tutti di rivedere.
Chase ha portato con sé anche la sua chitarra e ci ha deliziati cantando sia durante il suo panel che durante il party del sabato sera.
Rick, invece, era talmente preso bene da ballare sui tavoli, salutare tutti urlando “ciaone” e ridendo sempre… probabilmente questo per via dell’alcol ma non importa.
E’ pur vero che, per partecipare ad eventi del genere, c’è bisogno di una gran quantità di soldi ma, se organizzati bene e se ci si comporta anche bene, ne vale la pena… eccome se la vale!
Quindi una nota di merito agli organizzatori che, nonostante i ritardi (dovuti quasi tutti a Ian e all’enorme quantità di persone che aveva da soddisfare tra foto e autografi) e gli accavallamenti (io mi sono persa parte del suo panel e quello di Paul e Daniel), sono riusciti a tenere in piedi una tre giorni perfetta.
E si pensa già al prossimo anno, sì, perché è stata già annunciata la quarta edizione, che si terrà dal 3 al 5 giugno 2016.