Si apre così il Pesaro Film Festival 2015: Desidero iniziare questa mia nuova avventura da direttore innanzitutto ringraziando tutte le persone che mi hanno aiutato in un anno particolare, di passaggio, di sacrifici. Senza tutti loro (tutti quelli presenti nel colophon) non ci sarebbe questa edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema. Che ho voluto chiamare 50+1.
Nell’anno dei suoi effettivi 50 (1965-2015). Ma, qui e ora, si cerca di immaginare un nuovo futuro, una ripartenza nel solco, profondo e fruttifero, tracciato all’inizio da Lino Miccichè e Bruno Torri (come sempre coordinatore del comitato scientifico ora rinnovato) che hanno dato vita all’esperimento di festival più nuovo che il nostro paese, e non solo, abbia mai avuto. Un’idea interpretata perfettamente dai direttori che sono succeduti a Miccichè. Ecco Marco Müller, Adriano Aprà, Andrea Martini e Giovanni Spagnoletti. A tutti loro va il mio grazie per lo splendido gioiello che mi hanno lasciato. E che risplenderà, nei film, nei corpi, nelle immagini sui nostri grandi schermi. Ma anche sotto il palco, quando gli autori racconteranno il loro lavoro. Faticoso come può essere quello dell’opera prima. Anche se poi c’è solo la gioia, per noi l’onore, di vederla proiettata E tanti saranno i titoli dell’evento speciale sugli esordienti italiani dell’ultimo quinquennio (2010-2015). I film sono come la vita, un modo di porsi, di stare al mondo. E ognuno dei titoli che proponiamo ne rappresenta uno diverso. In comune però la ricerca di dare un senso a quello che si fa e quindi al cinema che si propone.
Opere prime e seconde sono anche quelle che abbiamo cercato in giro per il mondo e scelte per comporre un Concorso che ha sorpreso me e gli altri selezionatori per la capacità inaspettata di alcuni film di parlarsi tra loro. La cosa bella di vedere centinaia di film è proprio questa: ascoltarli. Ecco quindi la sezione “Because The Night” con tre film capaci di raccontare la notte e di illuminarla di bagliori di grande cinema.
Naturalmente, non appena mi è stato proposto questo nuovo incarico, ho iniziato subito a pormi la domanda su quale potesse essere il ruolo di un festival così prestigioso nel 2015. Un festival che ha nel suo dna la parola ‘nuovo’. Un aggettivo che ripetuto stancamente troppe volte rischiava di invecchiarsi. Ecco, il mio tentativo sarà quello di avvicinare il più possibile il mondo dei giovani che è stato il punto di forza della Mostra nella sua storia (da qui la novità della giuria del Concorso affidata agli studenti delle università e scuole di cinema). Tornare a essere il luogo privilegiato della formazione del futuro spettatore dotato di ampie esperienze critiche. In questo senso va pure la decisione di sostituire le proiezioni al mattino con la proiezione (etimologicamente “gettare avanti”) di nuovi discorsi critici – nel nuovo allestimento al Centro Arti Visive Pescheria – che vadano proprio a cercare il significato di ‘nuovo’ tra chi i festival li programma, tra chi cerca nuove forme di critica (come i video essay) e tra gli autori – vecchi e giovani, qui l’età non fa nessuna differenza – che sull’argomento hanno molto da dire.
Un festival che parte dai contenitori, dai luoghi che lo ospitano, per immaginare una nuova direzione. “Direzioni diverse” era il titolo di una meravigliosa canzone di “Il teatro degli orrori”. Così in una delle notti a Palazzo Gradari – un altro dei luoghi del festival che assumerà una maggiore identità proprio nelle diverse autorevoli voci curatoriali che proporranno immagini fuori dagli sche(r)mi anche perché proprio proiettate sul muro – ecco esibirsi il cantante di quel gruppo, Pierpaolo Capovilla che darà vita allo spettacolo su Pier Paolo Pasolini con un reading da “La religione del mio tempo”. E Pesaro tornerà a essere un “luogo dello spirito” come il grande PPP, che quest’anno omaggiamo con una selezione dei suoi film e un incontro a più voci, disse dopo aver partecipato attivamente alla Mostra esattamente 50 anni fa, in questi stessi giorni, nelle sue prime tre edizioni. A lui dedichiamo la nuova “Sala Pasolini” all’interno del Teatro Sperimentale che un tempo è stata utilizzata come “sala video” e che ora accoglie, paradossalmente, anche le proiezioni in pellicola, in Super8.
La 50+1 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, insomma, vuole essere un festival plurale, condiviso con chi ci lavora, più aperto a voci e esperienze diverse, più attento a parlare con tutto il pubblico. Rivolto verso il futuro. (Pedro Armocida)