Il regista Daniele Salvo

Daniele Salvo: la mia prima regia cinematografica

Gli Altri vede il regista Daniele Salvo impegnato in una prima regia cinematografica, dopo tanto amato teatro, con al suo fianco una troupe pazzesca ed un cast molto importante.

Raccogliamo le sue sensazioni, i ricordi legati alla lavorazione del film, alla ricostruzione di una Napoli che tanto ama..

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Daniele Salvo. Parliamo subito de “Gli Altri”, la tua prima opera cinematografica, dopo tante regie teatrali. Cosa puoi dirci a riguardo?

Iniziamo con il dire che la sceneggiatura de “Gli Altri” è tratta da un romanzo importante di Michele Prisco, Premio Strega, ed è ambientata negli anni cinquanta. Un thriller psicologico che ci parla di una donna, nel periodo in cui si è a fine guerra, che vive una semi-poverta nei quartieri poveri di Napoli. Questa donna riceverà la visita di un ragazzo che le dirà che suo fratello sta morendo.. a voi scoprire il resto..

Diverso è dirigere uno spettacolo teatrale dal realizzare, invece, un film.. Quali sensazioni hai provato durante la realizzazione di questo progetto?

Parliamo di un codice completamente diverso. Ho avuto la fortuna di lavorare con al mio fianco Fabio Zamarion e Massimo Quaglia, direttore della fotografia e montatore di Tornatore ed Ozpetek, con una troupe molto affiatata. Il cinema, d’altronde, è tecnica e la macchina da presa ne è reale protagonista. Il modo in cui si gira, la posizione della macchina, il volto dell’attore, il risultato che si vede in video è davvero sorprendente rispetto a ciò che l’occhio vede in diretta. Ci sono dei pro e dei contro, ovvio quindi che il regista teatrale si sente un po’ più stretto, il cinema ti permette di fare altro ma con un dispendio di soldi in più.

Daniele Salvo, in base a cosa scegli gli attori presenti nelle tue opere?

Nel caso de “Gli Altri” era necessario contare su attori che avessero grande esperienza ma anche grande intensità emotiva. Attori che potessero lavorare su degli stati emotivi importanti con leggerezza, con un’ottima mimica facciale, una buona credibilità. Ho potuto contare su Giuseppe Servillo, Ida Di Benedetto, Gianfranco Gallo, Gioia Spaziani e non solo. Attori navigati, di grande esperienza cinematografica, e nel ricercare anche altri attori, viste le riprese in Puglia, ho scelto delle personalità ancor più particolari. Volevo che questi luoghi abbandonati fossero caratterizzati da ‘persone’ quasi non reali, oniriche, difatti nel film c’è un nano e, in contrapposizione, un uomo altissimo di duemetri e venti.

Appunto, se parliamo di volti importanti in rappresentanza di Napoli, Ida Di Benedetto è tra le primissime attrici..

Si, assolutamente! Ida è un’attrice di grandissima esperienza ed ha preso parte a film prestigiosi, con registi importantissimi. È stata lei a propormi questo lavoro perché è rimasta stregata dal romanzo di Prisco,

Quali consensi state raccogliendo da parte del pubblico, di tutti coloro che hanno avuto modo di visionare l’opera?

Abbiamo avuto delle anteprime al Farnese di Roma e a Napoli. Il film ora è nelle sale e devo dire che abbiamo avuto tantissimi consensi, sia di pubblico che di critica. Il lavoro è stato molto apprezzato e ci auguriamo soltanto una diffusione maggiore.

Daniele Salvo, ti andrebbe di regalarci un piccolo incipit legato ai tuoi inizi? Cosa ricordi con maggiore piacere?

Ricordo con piacere Luca Ronconi, maestro e amico, che mi ha insegnato tutto. Gli sono legatissimo! Ancor prima, in Accademia, ho ricevuto degli insegnamenti da parte di Andrea Sallis. Esperienze altamente formative. Rallis mi ha fatto comprendere cosa fosse il teatro e come ci si può approcciare, cosa ‘costa’, emotivamente e psicologicamente. Ronconi mi ha, invece, regalato rudimenti legati alla tecnica vocale, il modo di lavorare sulla recitazione, il ritmo e non solo. Un bagaglio tecnico straordinario e questo perché il teatro è ovunque!

Una regia ‘nel cassetto’?

Uno tra tutti “Il Dottor Zivago”, una regia che mi piacerebbe tanto ma occorrerebbe avere una produzione importante alle spalle, cosa non semplice. Oggi si effettuano scelte molto più commerciali o, se vogliamo, di natura sperimentale. È difficile, quindi, trovare qualcuno che possa essere interessato ai grandi classici.

In ultima battuta, cosa puoi anticiparci sui tuoi prossimi progetti Daniele Salvo?

Adesso sono in tournée con uno spettacolo su Èdith Piaf, poi porterò in scena un nuovo spettacolo su Amy Whinehouse e su Shakespeare, quest’ultimo prodotto dal Globe, uno degli ultimi spettacoli voluti dall’amatissimo Gigi Proietti. A Siracusa, il luogo in cui insegno, debutterà anche un lavoro sul giorno della memoria, “L’istruttoria”, di Peter Weiss. E tanto altro prevede il mio futuro artistico..

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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