Vincenzo Zampa
Vincenzo Zampa

Vincenzo Zampa: amo definirmi un lavoratore dello spettacolo

Incontriamo l’attore Vincenzo Zampa presente nel film “Com’è umano lui”, ad opera di Luca Manfredi, in cui interpreta un caro amico della famiglia Villaggio.

In questa nostra intervista parleremo del ruolo di Zampa nel film, visibile su Rai1 il 30 maggio, del suo futuro artistico e di tanto altro..

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Vincenzo Zampa. Parliamo di “Com’è umano lui”, film ad opera di Luca Manfredi, e del ruolo che hai interpretato?

Posso dire che il mio ruolo è affidato ad ogni singolo spettatore che, a suo modo, dovrà avere l’abilità di capire chi io sia. Sono di certo una figura molto vicina a Paolo Villaggio, considerato un po’ la voce della sua coscienza. Un amico di famiglia presente, specie nei momenti di vita importanti di Paolo, pronto a fornirgli sempre i consigli giusti, tanto da essere un suo caro confidente.

Come ti sei preparato ad affrontare questo ruolo e quali sensazioni ti ha regalato?

Intanto questo film mi ha regalato la possibilità di tornare nella mia Genova, città in cui ho vissuto per ben cinque anni, pur essendo pugliese di origine. Ho cercato di prendere il bello dell’anima ligure, benché si parli di liguri ombrosi, ed ho studiato tanto della biografia di Paolo, delle persone a lui vicine. Ho cercato di capire chi fosse nel privato, cercando di carpire anche cosa dare al personaggio, approfondendo il rapporto conflittuale con i genitori. La famiglia voleva che Paolo diventasse avvocato. Ho preferito una visione del personaggio che non fosse una ‘classica’ macchietta ligure, non caricandolo troppo.

Chi è Vincenzo Zampa e come ha avuto inizio questo tuo percorso artistico?

Vincenzo Zampa ama definirsi un lavoratore dello spettacolo, un grande osservatore, che cerca di portare nella finzione cinematografica una realtà di vita che può essere comica o drammatica e contenere entrambe le cose, allo stesso tempo. Cerco di riportare con assoluta onestà e fedeltà qualcosa che nella vita posso trasformare in pellicola, ricercando verità in tutto ciò che amo.

Cosa manca ancora a questo tuo percorso artistico?

Amo diventare qualcosa di diverso dalla mia persona, portando qualcosa di mio in questo percorso. Nel film, ad esempio, ho al polso un orologio a cui è legato un ricordo importante. Cosa manca? Una grande occasione, un grande ruolo, una spinta in più nel cinema italiano..

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico, Vincenzo Zampa?

L’8 giugno, a Milano, presenterò un lavoro a cui tengo molto, “Poesie dal basso”, da vero amante delle poesie performative. Ci saranno anche altri progetti in futuro ma a questo tengo in particolar modo per via del fatto che è qualcosa di desiderato, di personale, sotto la supervisione artistica di Ksenija Martinovic. Al mio fianco, per l’occasione, Ansiah, un cantautore rap trap milanese.

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