Voglio un cuore vero, di Morris Maggini

Voglio un cuore vero, di Morris Maggini

Morris Maggini arriva con il suo romanzo, Voglio un cuore vero. Lo scrittore che nasce a Carrara tra cave di marmo, mare e Lardo di Colonnata, dal 2006 al 2009 crea e mette in scena “La Tortilla”, programma ispirato alla “Corrida” di Corrado che viene realizzato a Carrara e Viareggio e trasmesso dalle televisioni locali apuane, inoltre è anche l’ideatore e l’autore di programmi televisivi a carattere nazionale.

Voglio un cuore vero, di Morris Maggini

La sua creatività non si ferma, però, al piccolo schermo e approda anche all’ambito letterario: inizia, infatti, a scrivere racconti brevi, sei dei quali – successivamente – vengono pubblicati in sei antologie edite in varie parti d’Italia e a nell’autunno dello scorso anno esce sul mercato editoriale con il libro “Voglio un cuore vero” (EEE – Edizioni Tripla E).

Senza spoilerare… “Voglio un cuore vero” è un romanzo rosa ambientato nei nostri giorni in cui ci si chiede: che cosa vorrebbe trovare un uomo nell’amore? Forse Federico, che pure è un uomo nel pieno della maturità, non un ragazzo, non l’ha ancora messo bene a fuoco. Lo sanno benissimo, invece, le due donne che incontra in questo periodo della sua vita: diversissime tra loro, con obiettivi diversi, ma perfettamente consapevoli di ciò che stanno cercando. Gli sbagli, però, aiutano Federico a crescere, a capire cosa vuole e, alla fine, con un po’ di sano ottimismo, a comprendere che si può andare avanti, superare i momenti bui, e che sperare in un futuro migliore è non soltanto lecito, ma un dovere verso se stessi… Morris, come è nata la storia?

Dalla vita vissuta, mia e di altra gente. Amo ascoltare i racconti delle persone che mi capita di conoscere. Nel mio libro, l’unione di due storie mi ha permesso di disegnare una parte della vita di Federico, il protagonista.

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera di scrittore?

La magia dei libri. Ho sempre letto in vita mia, fin da piccolo, e i libri hanno sempre esercitato un certo fascino su di me. Ma, ti assicuro, non avrei mai pensato di arrivare a scrivere un libro. E invece…

Che sensazione si prova ad aver scritto un libro?

Per quanto mi riguarda, una sorpresa indescrivibile. Sono partito per scrivere un racconto e man mano che scrivevo la trama si è dipanata tra le dita che si muovevano sulla tastiera. Il risultato è “Voglio un cuore vero”.

Hai abitudini particolari durante la scrittura?

Una sola: il silenzio. Quando scrivo non riesco ad avere distrazioni, la trama che va svolgendosi mi porta a vedere il film di quello che sto scrivendo. La stessa cosa mi capita quando leggo.

Quando scrivi un libro hai la storia in mente o la elabori strada facendo?

Ho uno scheletro, se posso chiamarlo così. All’inizio ho ben chiare le parti principali di ciò che vado a raccontare e mentre scrivo apporto, aggiungo, descrivo, coloro, magari cambio anche qualcosina.

I rapporti fra empatia dei sentimenti, finzione letteraria e sono complessi e delicati. Ti è mai capitato che una di queste componenti abbia preso il sopravvento sulle altre?

No. Per fortuna riesco a miscelarle in maniera omogenea. A volte una delle due sembra sopravanzare l’altra, ma alla fine entrambe hanno un peso equilibrato. Il tutto viene fuori spontaneamente, e per questo mi ritengo una persona fortunata.

Questo è il tuo primo romanzo e il finale lascia a bocca aperta. Al giorno d’oggi davanti ad una conclusione simile ci aspettiamo sempre storie che continuano. Pensi che incontreremo di nuovo Federico?

Per adesso non credo. È vero che nella stesura ho lasciato involontari agganci per una prosecuzione, e del resto “mai dire mai”. Ma voglio lasciare in pace Federico, se lo merita.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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