Alessandro Rak. Foto dal Web
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Alessandro Rak: il “gusto” della lavorazione fotogramma per fotogramma

Incontriamo oggi Alessandro Rak, tra i protagonisti del MAD Fest 2021 con la proiezione in apertura di “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”.

Alessandro Rak. Foto dal Web
Alessandro Rak. Foto dal Web

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo ad Alessandro Rak. Nei suoi film Napoli è in qualche modo sempre protagonista, è una sua scelta? Cosa rappresenta per lei?

Cosa rappresenta per me non riesco a metterlo a fuoco, perchè ci sono immerso come in un grande affetto.
Comunque la sua presenza nei film è una scelta di Luciano Stella (il produttore), in prima battuta.
È poi anche una scelta naturale per chi, come noi, questa città la abita da sempre. Mi riferisco a tutti i ragazzi della squadra. Ma è qualcosa a cui fare attenzione, col tempo può diventare una condanna: c’è gente in cerca di conferme, prodotti caserecci e solide realtà, in giro. Si rischia di finire come insaccati sul banco dei prodotti tipici.

Parliamo di MAD Fest 2021 con la visione del film “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”. Si tratta del suo terzo lungometraggio. Che sensazioni ha?

La sensazione di aver fatto un film nel modo in cui sognavo da ragazzo: gustandomi la lavorazione di ogni singolo fotogramma. Di averlo realizzato in amicizia, in uno splendido clima… finchè non è arrivato il covid.

A quale dei suoi tre film (ricordiamo anche L’Arte della Felicità e Gatta Cenerentola) è legato particolarmente e perchè?

Una volta chiusi questi film è improbabile che io li riveda. Sono legato ad un film finchè il film ha bisogno di essere seguito. Yaya e Lennie, in questo senso, lo sento più vicino. Gli altri sono alle spalle. Di natura sarei anche un tipo malinconico, ma ho memoria troppo corta per fare il nostalgico.

A proposito del suo primo lungometraggio L’Arte della Felicità, vincitore dell’Oscar Europeo, cos’è per lei la felicità?

Essere nel posto giusto al momento giusto. Quindi con le persone giuste, oppure in pace con me stesso.

Com’è nata la collaborazione con Luciano Stella e la Mad Entertainment?

Luciano è un motore. Uno di quelli che muove la realtà, che ha bisogno di progettare, che vede e crede nelle prospettive. Io amo avere qualcosa da fare, dedicarmi anima e corpo a una missione. Purchè ci sia la giusta compagnia, però. Luciano è propulsivo, io stacanovista.

Come vede il suo futuro?

Non lo vedo proprio. Quando penso al futuro non mi viene in mente nulla. Spero di potermi rendere utile a qualche buona causa, a gente che lo merita.

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