Giosetta Fioroni

Giosetta Fioroni in mostra alla Galleria Andrea Ingenito

Giosetta Fioroni Si è inaugurata venerdì 18 dicembre alle ore 18.30 la mostra Carte Anni ’60 di Giosetta Fioroni presso la Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art, Testo Critico di Serena Ribaudo la mostra la si potrà visitare fino al 30 gennaio 2016. Con circa venti carte d’argento di Giosetta Fioroni, la galleria Andrea Ingenito ripercorre un viaggio negli anni emblematici del lavoro di una delle più significative artiste italiane.

Carte anni ’60 è  un corpus di opere storiche su carta realizzate nel periodo in cui l’artista esponeva alla galleria La Tartaruga a Roma, il più importante della sua carriera. In quegli stessi anni, precisamente nel 1968, Lucio Amelio le dedica una personale nella sua galleria di Napoli. Gran parte degli anni Sessanta sono caratterizzati dal ciclo degli Argenti: volti, figure e paesaggi dipinti con una vernice industriale color alluminio. E a riprova dell’importanza artistica di questi lavori, il Centre Pompidou ne ha acquisito recentemente uno per la sua collezione permanente. Dai primi ideogrammi alle tele, passando per le carte qui esposte, le immagini fermate sul bianco della carta prima e della tela poi, sono come impronte effimere di volti, di gesti e di sguardi; momenti che si fissano per un attimo nella retina dell’osservatore e vi rimangono impigliati, sottraendoli allo scorrere del tempo.

In mostra, se ne possono ammirare esempi emblematici nei lavori Aspettando Godot, una vernice alluminio e matita su carta del ’70, La sorella, realizzata nel 1969, o Liberty, del ‘68: impressioni di corpi e volti che riemergono dalla memoria o che, forse, al contrario, svaniscono. La dimensione temporale in queste opere è dunque elemento imprescindibile: lo spettatore viene infatti condotto ad una lettura che procede per gradi, come immagini incerte che emergono lentamente dalla memoria. Significative, in questo senso, le operine d’argento su carta degli anni ‘69-‘70 denominate Fisionomie, lavori esposti nella fondamentale mostra dedicata all’artista dal Drawing Center di New York nel 2013. Giosetta Fioroni inizia a dipingere negli anni Cinquanta, ma già agli inizi degli anni Sessanta si allontana dall’informale.

Come i compagni di strada di allora, Angeli, Schifano e Festa, si appropria di immagini dell’universo metropolitano per riportarle sulla tela. Gli involucri, uno smalto industriale su carta del ’67, Estasy – Hedy Lamarr, del 1968, così come Frammento – Ragazza a Villa R, sempre del ’68, sono, tra le opere esposte negli spazi della galleria napoletana, le più eloquenti in questo senso. Pur attenti alla ricerca statunitense gli artisti italiani prendono le distanze dalla Pop Art americana e da una riproduzione mimetica della realtà quotidiana. Utilizzando come dato di base un fotogramma, un ritaglio di giornale, un proprio disegno che viene proiettato sulla tela, l’artista compie una manuale e attenta trascrizione pittorica. Giosetta Fioroni spazia nella sua lunga carriera da reinterpretazioni personali della Pop art americana -rivisitata in chiave europea- a carte d’argento, appunto, in cui indaga visioni molteplici. Artista poliedrica sperimenta negli anni instancabilmente, avvicinandosi all’arte performativa e dedicandosi anche alla produzione di ceramiche presso la bottega Gatti di Faenza.

Su Giovanni Cardone

Saggista, storico dell’arte e critico d’arte, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea presso istituzioni universitarie e di alta formazione.