Si inaugura martedì 22 settembre alle ore 18.00 presso la Galleria Schubert – Milano, una mostra retrospettiva dedicata all´opera scultorea dell’architetto brasiliano Nico Rocha. La mostra si potrà visitare fino al 15 ottobre 2015.Nico Rocha (Luiz Antonio Carvalho da Rocha) nasce a Passo Fundo nel 1954. Laureato in architettura pratica la scultura dal 1979 ed è titolare con la moglie dello studio Storchi & Rocha, oltre ad essere titolare dal 1994 della cattedra di disegno all’università Federal Do Rio Grande do Sul (UFRGS) Rocha, approdato a Milano per un dottorato al Politecnico tenne la sua prima mostra italiana presso la nostra sede di via Montenapoleone. Il disegno è l´origine, la scultura ne è la sua proiezione tridimensionale. Aiutato dal materiale che predilige, Rocha costruisce aeree sculture trasparenti. Veri e propri disegni tridimensionali, come ebbe a scrivere Fredi Drugman nella presentazione della mostra del 1985 e ribadito da Flávio Gonçalve nel libro a lui dedicato PROJETO PERCURSO DO ARTISTA Centrale nella comprensione del lavoro, soprattutto nei suoi sviluppi di ricerca attuali, risulta il rapporto fisico tra lo spettatore e le opere che, fluttuando nello spazio, costringono continui spostamenti e mutamenti relazionali opera-spettatore. A distanza di trent´anni, dopo i numerosi successi in patria, una mostra rievoca quel lungo e proficuo percorso artistico che lo ha visto esecutore di diversi monumenti ed interventi di arredo urbano, ultimo dei quali nel 2012, sponsorizzato dalla TIM brasile, consistente in una serie di sculture luminose “Palmeiras Noturnas” collocato a Porto Alegre . Dal Gonçalves Dias (1823 – 1864), tutti sanno che la nostra terra ha palme dove il tordo canta – e l’albero è diventato un simbolo del paese tropicale. L’artista e architetto Nico Rocka e l’architetto e designer Cerere Storchi aprono nuovi significati nel lavoro del circuito di arte urbana Artemosfera. Adottato da TIM, uno degli sponsor del progetto, l’installazione Palmeiras Nocturnal ha tre alberi artificiali: sono pali con coloratissimi petali acrilici, con le opportune lampade a LED per illuminare la notte della Zona Sud Si trovano in Guaiba Avenue di fronte. piazza Araguaia (angolo Caraja Street). Infatti, presso l’ufficio degli autori del lavoro, che conoscono la regione. A differenza di palme naturali, questi hanno luce propria: di notte, catturare l’attenzione dei passanti soprattutto perché si trovano su un tratto di viale che ha un paesaggio pulito. Ci deve essere una integrazione con l’ambiente. Bene non avrebbe messo il lavoro in un posto turbolento – spiega Nico Rocha. Christian Krieger, direttore di TIM in RS, dice: “L’opera, a mio parere, è uno dei più belli di progettazione. Essa ha inoltre apprezzato la posizione. Montato da una squadra che ha coinvolto circa 20 persone, palme notturne in un primo momento non erano palme. Un paio di autori aveva in mente i materiali con cui sono destinati a lavorare. L’identificazione con l’albero è venuto dopo. E ha vinto i fan: è comune trovare persone a scattare foto. In una scena divertente testimoniato da Nico e Cerere, la gente ha cercato di “fissare” i gambi (o meglio i poli) che sono stati volutamente installata leggermente inclinata”. L’idea è quella di fornire una esperienza per coloro che stanno attraversando il sito – riassume Ceres. Nonostante il titolo, la Notturna Palmeiras sono anche un’attrazione giorno, e l’estate è la stagione ideale: ombretti colorati sono stati progettati in tutto il lavoro per effetto di lastre acriliche illuminato dal sole. L’illuminazione, infatti, è stata la genesi. All’inizio del lavoro, sapevamo che volevamo utilizzare la luce in un certo modo – ricorda Nico. L’ Artemosfera circuito di arte urbana è sponsorizzato Chevrolet, Zaffari, Braskem e TIM, Renner Pitture sostegno e il sindaco di Porto Alegre. Il curatore del progetto è Cezar Prestes. Il risultato è il Gruppo RBS. Come Nico Rocha dice al giornale Unità domenica 30 marzo 1986 Sacco e filo di ferro: Nico Rocha presenta le sue sculture volantiStà suscitando mlta curiosità la singolare mostra allestita da qualche giornopresso la Galleria Schubert di via Montenapoleone 8 (ingresso e vetrine via Bagutta 13/1): sospese a fili, pendono dai soffitti del bel palazzo del Piermarini le sculture in rete di ferro dipinta dell’architetto, scenografo e scultore brasiliano Nico Rocha. Due di loro, esposte nei cortili del palazzo, non mancano di attirare l’attenzione dei passanti e gli scatti delle macchine fotografiche dei turisti giapponesi. All’artista, che espone per la prima volta al di fuori del Brasile, abbiamo chiesto il motivo della scelta di questo materiale inconsueto. “E’ un materiale che mi consente di raggiungere un alto grado di definizione oppure di lasciare la forma non finita. Prima usavo il filo di ferro, poi ho provato ad usare il tessuto, ma i risultati non mi soddisfacevano. La rete metallica, ora più fitta ora più rada, più spessa o più fine, mi permette di accostare superfici finite ad altre aperte, indefinite. la scultura, con i materiali tradizionali, è si o no, vuoto o pieno, se se ne vede un angolo non se ne può vedere un altro: con questo materiale vuoto e pieno sono una cosa sola, e da un solo punto si possono guardare contemporaneamente tutte le posizioni”.
Qual’è la funzione del colore in queste opere?
“Nella scultura la forma è la base, il colore è addizionale: io cerco in genere di frammentare la forma con il colore, di isolare ed enfatizzare certe parti del corpo”.
Che tipo di colori usi?
“Uso vernici per carrozerie d’automobile. Preparo un fondo, poi procedo a stendere strati successivi di colore, finchè non trovo il risultato che mi sembra migliore”.
Parliamo un po’ dei soggetti di queste sculture: sono corpi immersi nello spazio, pieni di slancio e di sfida, da cui emana una sorprendente carica erotica.
“Per me il corpo è sempre erotico. A me interessa il gesto, la capacità che ha il corpo di comunicare anche senza le parole. Per esempio nella scultura “Il bacio IV”, mi interessa vedere come tutti i gesti sono complementari tra loro, come ogni parte del corpo, fino alla punta dei piedi, si atteggia in funzione del gesto fondamentale, del bacio. Mi interessa soprattutto il rapporto che che si istituisce tra le persone”.