Lavinia Cipriani. Foto di Federica Pierpaoli
Lavinia Cipriani. Foto di Federica Pierpaoli

Lavinia Cipriani: donna forte e sognatrice

Lavinia Cipriani è nel cast de, “Bocche inutili”, ad opera di Claudio Uberti. Un nuovo lavoro che la vede impegnata al cinema, senza accantonare l’importante carriera nel doppiaggio, per una pellicola dai risvolti nazisti.

“Gli ultimi saranno gli ultimi”, “La cena di Natale”, “Squadra narcotici 2” sono solo alcuni dei lavori a cui ha preso parte come attrice, in precedenza. Ad Anna Marchesini, che ha avuto il privilegio di conoscere, deve l’umiltà, la forza, l’amore per questo mestiere. Si definisce concreta, sognatrice, innamorata della sua famiglia e del suo lavoro.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Lavinia Cipriani. Come procede il tuo vissuto?

Grazie mille per avermi accolta e dato questa opportunità. Il mio vissuto direi “tutto a posto e niente in ordine”. Sono abbastanza impegnata in questo periodo e su molti fronti.

Attrice, doppiatrice e fotomodella. Cosa ti ha spinto a prendere parte a questo ambiente e quale, tra queste passioni, ritieni sia irrinunciabile nel tuo vissuto?

Attrice. Il fatto di esserlo ti permettere di poter essere una doppiatrice. La spinta è arrivata durante il periodo delle scuole medie con il corso amatoriale di teatro che frequentavo. Ma la vera folgorazione è avvenuta con la visione del film, “La grande guerra”, di Monicelli. Mi colpì il modo particolare in cui il regista era riuscito ad “ironizzare” seppur trattando una tematica dura, difficile, tramite l’ausilio, sullo schermo, di Gassman e Sordi. Quando tornai a casa comunicai ai miei genitori: “voglio diventare un’attrice”.

Sensazioni, ricordi e quanto altro di una grande persona e attrice, Anna Marchesini. Ne sei stata allieva, tempo fa. Cosa puoi dirci a riguardo?

Ho avuto veramente il privilegio di poter conoscere Anna Marchesini e posso dire che, oltre ad essere un’immensa attrice, era una Donna meravigliosa, di un’umiltà rarissima, di un’intelligenza (non solo emotiva) superlativa e mi ha insegnato la forza, quella vera, sia nella vita e sia per quanto riguarda il nostro lavoro, così bello ma così difficile.

Chi è Lavinia Cipriani, oggi, e cosa sogna di poter ancora realizzare nell’ambito dello spettacolo?

Lavinia oggi è una donna di 33 anni molto concreta e, allo stesso tempo, una grande sognatrice, iperattiva, una zia totalmente innamorata della sua nipotina, che ama la sua famiglia e i suoi amici oltre che il suo lavoro. Mi piacerebbe moltissimo poter lavorare Con Paolo Genovese e con Pierfrancesco Favino. Sogno in grande, insomma. Vorrei, inoltre, poter interpretare il ruolo di una disabile, per cimentarmi nella loro visione del mondo.

Presto potremo vederti nel film di Claudio Uberti, “Bocche inutili”. Che esperienza è stata e cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio?

Lavinia Cipriani e Margot Sykaboni. Foto di Xiao Duan
Lavinia Cipriani e Margot Sykaboni. Foto di Xiao Duan

Si tra poco uscirà il film, “Bocche Inutili”. Ringrazio ufficialmente il regista Claudio Uberti e la Wellsee production per questa chance. Il mio ruolo è presente nella prima parte della pellicola, seppur minore è comunque un ruolo molto intenso. Ho provato svariate sensazioni ed emozioni nel realizzare delle scene in quello che è stato un vero campo di concentramento. Mi ha dato suggestioni che mi sono servite per affrontare e vivere il mio personaggio, Imma. Ho avuto la fortuna di poter lavorare con la protagonista, Margot Sikabonyi, che è stata una compagna di set sublime. Ho assaporato la vera vita da set e ringrazio ogni singola persona di ogni reparto, senza le loro attenzioni, il loro supporto, l’aiuto, l’affetto, le coccole e il loro calore non sarebbe stato un viaggio così indimenticabile. 

Cosa senti di consigliare a chi pensa di voler intraprendere la strada del doppiaggio?

Sento di dire che si deve studiare, che lo si deve volere veramente, perché è un settore molto inflazionato e duro, ma allo stesso tempo affascinante. Si deve essere attori in primis, studiare ed acquisire una tecnica che si può ottener soltanto seguendo e poi praticando. 

Come descriveresti il periodo che stai vivendo?

Il periodo, purtroppo, tra il Covid19 e la guerra, non mi lascia indifferente. Sicuramente tutto questo ha una certa influenza sulle nostre vite e sulla nostra psiche. Cerco di svagarmi con lo sport e di pensare a tutto quello che di positivo mi avvolge e mi circonda.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Purtroppo per questioni di privacy non posso annunciarvi nulla. Posso dirvi che sarò sempre attiva come doppiatrice, Perché questo settore mi regala grandi soddisfazioni.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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