Incontriamo oggi Janet De Nardis, attrice e produttrice che sta dedicando sempre più la sua attenzione al mondo del digitale. Dopo il successo dell’ultima edizione del Digital Media Fest tenutasi lo scorso dicembre a Roma, scambiamo due chiacchiere con Janet sul suo futuro e sul come sta vivendo questo periodo storico.
Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo a Janet De Nardis: ormai possiamo chiamarti la “paladina dell’audiovisivo Digital”. Ci racconti del Digital Media Fest?
In questi tempi bui, essere definita una paladina è un grande onore e lo accolgo come uno splendido complimento, perchè portare avanti un progetto come il Digital Media Fest, dopo nove anni, è certamente una sfida continua. Fin dall’inizio il mio obiettivo è stato quello di dare spazio ai creativi che non hanno la possibilità di confrontarsi direttamente con gli interlocutori dell’industria audiovisiva, ma anche di intercettare rapidamente le nuove tendenze narrative possibili grazie alla tecnologia e alla sperimentazione di nuovi formati, per aiutare le istituzioni, i produttori e i distributori, ad accelerare il processo di integrazione nel settore. Siamo partiti dalle web serie e dai fashion film nel 2013, per arrivare oggi a parlare soprattutto di prodotti in realtà virtuale e aumentata. sono convinta che, soprattutto a seguito della pandemia, andremo sempre di più verso racconti immersivi, in cui le persone si sentiranno protagoniste, proprio come è accaduto con la televisione in cui i programmi non sono più qualcosa solo da guardare, ma delle situazioni con cui interagire o a cui partecipare.
Quest’anno abbiamo ricevuto oltre 300 opere da 20 Paesi e devo dire che alcune di esse sono mature e originali, pronte ad uno sviluppo cinematografico. Sotto altri aspetti, invece, credo che il prolungarsi dello stato di emergenza abbia abbia appiattito il pensiero creativo e alcune tematiche affrontate nelle opere risultano ridondanti. Per questo, in quest’edizione, nei panel del Digital Media Fest, affronteremo anche il tema della ripartenza del settore cinematografico, evidenziando i “numeri in positivo” come gli oltre 400 film prodotti in un solo anno. Inoltre, con molti creator affronteremo anche il tema delle strategie che permettono la conquista del web.
Social si / Social no: come si schiera Janet?
Social con parsimonia. Credo che sia sempre sbagliato restare tagliati fuori da una realtà che prende il sopravvento in una qualsiasi economia e che conoscere gli strumenti ci permetta poi di scegliere come usarli al meglio. Penso che i social network possano aiutare molto le attività commerciali, come i creativi nella diffusione delle proprie opere, ma anche i personaggi per restare connessi e creare interesse nei propri fan. L’importante è non diventare schiavi della tecnologia, non confondere la realtà con la finzione.
I social network sono uno strumento e se usati nel modo giusto possono aiutare le attività più disparate.
Parliamo di qualità dei prodotti audiovisivi sul web. Il tuo punto di vista?
Posso dire con certezza che oggi, rispetto al 2013, è molto più complesso individuare delle opere stimolanti e di valore. Prima il web era un posto ancora poco interessante per la maggior parte dei creativi ed era assolutamente visto con sospetto dalle produzioni tradizionali. Oggi, invece, viviamo una rincorsa alla diffusione sfrenata, di qualsiasi prodotto, sulle piattaforme online. Chiunque pubblica qualcosa, e per chi come noi, deve fare un lavoro di selezione, tutto si è complicato.
Si vocifera di un tuo film tuo dal titolo “Good Vibes” dove sei autrice con Mirko Virgili e Ersilia Cacace. Cosa puoi raccontarci?
Si vocifera bene! Si tratta della prossima avventura per la quale mi sto preparando da tantissimo tempo. Credo che tutto quello che ho fatto fino ad ora sia stato necessario per prepararmi ad affrontare il più bel momento creativo che da sempre auspicavo. Tre anni fa, insieme a Mirko Virgili, abbiamo iniziato a scrivere Good Vibes, per proseguire il viaggio con Ersilia Cacace, arrivando ad una storia che ci parla delle debolezze umane, della tecnologia che può essere dannosa se non mettiamo dei limiti a ciò che è consentito fare. Un fanta-thriller che fa riflettere sul tema della privacy e delle occasioni che mettono alla prova chi siamo davvero.
Oltre l’artista e l’imprenditrice, vita da donna e da mamma: come passa Janet De Nardis le sue giornate dopo questi anni di pandemia?
Resta poco tempo per qualsiasi altra cosa. Gli svaghi, in questo momento di vita sono pochi ed effettivamente non ho modo di dedicarmi all’ozio e ai molti hobby che amo. Ogni attimo libero, lo riservo per la mia famiglia e i miei più cari amici. Cerco di condividere con loro più momenti possibili, perché la vita è importante per gli istanti e le esperienze accanto a chi amiamo. Inoltre, sono fortunatissima, perché faccio il lavoro che amo e anche quando arrivo stanchissima la sera, sono sempre accompagnata dalla consapevolezza di essere nel posto giusto.