Agnese Lorenzini, da alcuni anni nel cast di Un Posto al Sole nei panni di Susanna Picardi. Agnese, attrice per istinto, come spesso ama dire, porta avanti questa forte passione con tanta volontà e grande impegno. Avremo presto modo di poterla applaudire a teatro, in due nuovi spettacoli e, al contempo, potremo continuare a seguire le vicende della sua Susanna, su Rai3. Agnese è solare, positivissima e piena di talento. Noi de La Gazzetta dello Spettacolo, felici di averla intervistata, vi lasciamo alle sue parole.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo ad Agnese Lorenzini. Come stai?
Sto bene! Mi trovi in un periodo felice, grazie anche alla ripresa del lavoro e in previsione dei futuri progetti in teatro. La mia famiglia, per fortuna, non è stata colpita dal covid.
Quali consapevolezze ti ha portato questa assurda situazione?
In quel periodo ho cercato di mantenere un certo equilibrio. Il momento più tosto, senza alcun dubbio, è stato quello legato al primo lockdown. Il lavoro si è interrotto improvvisamente ed era pesante sostenere tutti gli input che provenivano dall’esterno, insieme alla paura di non sapere a cosa andavamo incontro. Seppure a distanza, con telefonate e quanto altro, ho cercato di restare in contatto con la mia famiglia, con gli amici. Sono stata poi abbastanza fortunata perché, appena hanno riaperto, ho avuto modo di tornare a lavoro, sul set.
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla recitazione?
L’istinto, direi. Fin da bambina ricercavo questa attività. Richiedevo esplicitamente, alla mia famiglia, di essere iscritta a laboratori teatrali e quanto altro di simile, quando non ero impegnata con la scuola. Tutto ciò ha sempre rappresentato una piccola isola felice. A fine liceo ho poi pensato di iscrivermi all’università, ma una volta vicina alla laurea, ho realizzato istintivamente che non era quella la mia strada. Mi sono quindi iscritta all’Accademia Cassiopea di Roma, e da lì è cominciato il mio viaggio in questo fantastico mestiere.
Raccontaci della tua Susanna Picardi e di come ti sei avvicinata a questo ruolo?
Il fatto che sia una serialità, un qualcosa di quotidiano, mi ha aiutato. Ho creato dei riferimenti, in maniera graduale, compiendo un viaggio strettamente personale su come potesse essere il vissuto di Susanna. Piano piano, ho poi visto realizzare tutto ciò anche attraverso le parole degli scrittori. Susanna è disciplinata, difatti suo papà è un militare, e con l’entrata dei genitori nel cast, il tutto è stato reso ancora più chiaro. Mi ci sono avvicinata, come dicevo, inventando una storia, come faccio a teatro, quando mi ritrovo ad affrontare un nuovo personaggio.
Come giudica, Agnese, il tradimento di Susanna?
Non sono solita giudicare, specie se parliamo di un personaggio. Più che giudicarla, difatti, ho cercato di capire cosa possa averla indotta a perdere la testa a un passo dal matrimonio. In più, è probabile che in questa sbandata subentrassero degli input legati a ciò che lei vorrebbe essere, lavorativamente parlando. Difatti è stata attratta da un magistrato, e questo spiega alcune cose. Ho cercato di capire, divertendomi ad interpretare questa fase della sua vita. In generale, non amo giudicare, preferisco capire e concretizzare ciò che si può fare, una volta accaduto ciò.
La Soap è realizzata a Napoli, un bellissimo set a cielo aperto..
Adoro Napoli! Con l’arrivo della bella stagione la vedi fiorire, esplodere. Ne sono innamorata. Adoro fare lunghe passeggiate sul lungomare e ne amo il cibo.
Il teatro è parte integrante del tuo lavoro. Quali sensazioni sono quindi legate alle tavole del palcoscenico?
Le sensazioni più belle che possa aver sperimentato. Sul palco vi è un misto tra adrenalina e questo fuoco che si accende, specie dinanzi al pubblico. Un fuoco che, per forza di cose, deve restare acceso, per continuare a calamitare l’attenzione del pubblico. Il teatro, a suo modo, porta anche con sé della paura. Una paura che, fondamentalmente, serve soltanto a scoprire che stai affrontando un qualcosa di piacevole. Importante è anche il lavoro di squadra che va a crearsi e, quando accade, è qualcosa di magnifico.
A breve prenderai parte ad un nuovo spettacolo teatrale. Ti andrebbe di parlarcene?
Lo spettacolo è stato creato insieme alla compagnia Nogu Teatro, con cui lavoro dal 2015. Si tratta di una riscrittura, in chiave futuristica, del mito di Medea. Abbiamo immaginato questa Medea che, dall’epoca di Euripide fino ai giorni nostri, è sempre esistita. Per riscattarsi dalla sua fama da infanticida, fa appello alle sue qualità da strega. in questo futuro, in cui si ritroverà a vivere, metterà a disposizione le sue capacità e conoscenze per inventare la famiglia del futuro, costituita da figli perfetti, androidi. Fa tutto ciò per ovviare al problema della maternità e a tutto ciò che le ruota intorno. Vuole, in un certo senso, passare, in maniera provocatoria, a creare figli perfetti. Accadranno, poi, alcune cose che andranno a rimescolare le carte.
Diamo al pubblico alcuni riferimenti circa le date relative alla tournée..
Il 25 e il 27 giugno, in anteprima, saremo in scena nell’arena del teatro Tor Bella Monaca di Roma. Un piccolo antipasto, per poi tornare a calcare il palcoscenico, da ottobre in poi. Il calendario è, attualmente, in via di definizione.
Chi è Agnese nel suo vissuto comune?
Sono il più naturale possibile, e nel vestire e nel condurre rapporti di amicizia, famigliari. Sono positiva, specie negli ultimi anni. Sono appassionata di ecologia, di sostenibilità. Un mondo a cui mi sono avvicinata negli ultimi tempi. Cose che, a mio avviso, non possiamo ignorare. Ho piacere di comunicare, quando possibile, alternative valide da poter utilizzare per migliorare il nostro ambiente.
Sogni nel cassetto?
Il cinema, sicuramente. Mi auguro, un domani, di poterlo realizzare questo sogno.
Progetti futuri?
Sto lavorando, quì a Tuscania, ad un progetto di Teatro Danza, con una compagnia che si chiama Cie Twain. Debutteremo ad agosto, al “Festival Direzioni Altre”. Un progetto nuovo e davvero divertente.