Piera Russo

Piera Russo: Shana, riferimento al quotidiano

Piera Russo

La giovanissima Piera Russo di FAtti unici, ci parla del suo personaggio con un occhio alla sociologia

Abbiamo incontrato Piera Russo, giovane protagonista della sitcom live di RAI 2, FAtti Unici, dove interpreta la figlia di Ciro Ceruti, ragazza alla continua ricerca di attenzioni da parte di un padre un po’ “distratto” nei confronti della figlia.
Il grande pubblico ha cominciato a prendere consapevolezza di lei dopo il successo teatrale di “Benvenuti in casa Esposito” e “Stelle a metà” e ora quello televisivo di “FAtti unici”.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo. Chi è Piera Russo?

Piera è una ragazza di quasi 25 anni che ha una passione enorme per il teatro e si è messa nelle condizioni di crearsi delle possibilità. La condizione principale è lo sviluppo di una competenza artistica con lo studio e frequentando contesti che arricchiscono professionalmente e umanamente, semmai le cose possono essere scissa. Ovviamente intendo perlopiù il teatro, il cinema ma anche la frequentazione con persone che hanno fatto o che fanno questo lavoro. E in questi contesti cerco di “rubare” il meglio di ciò che vedo e ascolto.

Piera RussoTi sei formata con Dario Fo, Franca Rame, Giorgio Albertazzi. Cosa si prova ad essere diretti da un pezzo di storia del teatro come Lello Arena?

E’ stato fantastico per me e sono stata fortunata a fare questo incontro. E’ riuscito a capirmi artisticamente e a valorizzarmi. Ha capito che non do nulla per scontato e che ho bisogno di fare un’analisi dei personaggi che vado a interpretare, affinché riesca a dare un senso anche agli elementi più grotteschi. Per questo mi ha dedicato molto tempo e non si è mai sottratto quando avevo bisogno di chiarire qualche dubbio rispetto a ciò che stavo facendo, o semplicemente di essere rassicurata per la paura di entrare in scena. Sono molto ansiosa nel mio lavoro ma è un’ansia dovuta al fatto che mi faccio tante domande più che all’insicurezza. Sono molto critica sia nei confronti di me stessa sia rispetto al lavoro, ma cerco di non giudicare mai a priori o secondo schemi fissi. Il vero criterio è la funzionalità e far ridere non è scontato.

Le puntate stanno raccogliendo un gran numero di spettatori…ve lo aspettavate?

In realtà le premesse c’erano, ma essendo un progetto sperimentale, non avevamo certezze. L’abbiamo fatto ed è riuscito.

Cosa pensi dei tormentoni comici? Sono sempre un bene o a volte possono “incastrare” un personaggio durante la propria carriera?

Io penso che il tormentone è uno strumento utile se ha un senso. O meglio, forse diventa un tormentone proprio perché ha un senso sociologico e la gente ci si rivede. E’ un elemento di realtà portato all’estremo e questo fa ridere. Nel mio caso i genitori hanno riconosciuto la tendenza dei figli a cercare costantemente attenzioni, chiamandoli non per comunicare qualcosa ma per essere rassicurati sulla loro presenza. Un modo diverso per dire: guardami, io esisto! D’altro canto i bambini, con la scusa del tormentone, avranno un motivo in più per farlo..

TV e Teatro: dove si sente meglio Piera?

Non ho sentito una forte differenza visto che stiamo facendo teatro in TV, ma ora che sono su una rete nazionale, percepisco una visibilità maggiore perché c’è un maggiore coinvolgimento delle persone che mi contattano tipo su Facebook o che mi riconoscono.
Le persone sono più entusiaste, ma il mezzo per me non cambia tanto il valore di ciò che faccio, quello che conta è la storia ed i personaggi.

Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?

“Benvenuti in Casa Esposito” con Paolo Caiazzo riprenderà a Febbraio, mentre ad aprile torno con “Stelle a metà” e Sal Da Vinci. Nel mio cuore mi piacerebbe continuare a lavorare con Lello Arena.

Su Francesco Russo

Francesco Russo, giornalista e direttore del quotidiano "La Gazzetta dello Spettacolo", comunicatore digitale ed ufficio stampa di eventi e VIP.