Chiara Ricci
Chiara Ricci

Chiara Ricci: famiglia e lavoro prima di tutto

Attrice di talento, innamorata della sua famiglia e del suo lavoro, Chiara Ricci. Avrete modo di vederla ne “Maria Stuart”, ad opera di Carlo Fineschi, a Castelnuovo di Porto, dal 13 al 22 maggio.

Un appuntamento importante per chi ama il teatro, nella sua particolarità più assoluta. Una donna che ha interpretato tanti ruoli, vissuto tante vite, e che ha ancora tanto da scoprire, da realizzare.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Chiara Ricci. Come stai?

Sto bene, fatta eccezione per la stanchezza del debutto di “Maria Stuart”. Sono felice di aver ripreso con il mio lavoro, dopo gli ultimi due anni di pandemia. A mancarmi, più di tutto, il teatro. Sono quindi soddisfatta del periodo che vivo, di questo spettacolo in particolar modo.

Una carriera ricca la tua, caratterizzata dalla partecipazione a molte fiction di successo. Che ricordo hai dei tuoi esordì?

Ricordo perfettamente il mio esordio. Avevo poco più di venticinque anni e presi parte ad una serie in cui interpretavo una baby sitter. Il primo impegno serio della mia vita. La paura era tanta, ai tempi, ma era fondamentale che ci fosse, sia per il set che affrontavo che per la memoria da impegnare, dal giorno prima al giorno successivo delle riprese.

Tra i tanti ruoli interpretati, quale ti è più rimasto nel cuore e, a tuo parere, pensi ce ne sia uno capace ancora di poter dire qualcosa?

Penso sia difficilissimo scegliere un ruolo tra tutti. Li si ama, indipendentemente da ciò che si va ad interpretare. Tra tutti, posso parlarti di Valeria Zabban, il personaggio interpretato ne “Un matrimonio”, per la regia di Pupi Avati. Un lavoro seguito da Pupi in maniera incredibile, per un ruolo che ho amato tanto, soprattutto a livello recitativo. Una specie di spartiacque, un’esperienza incredibile. Rifarei, all’istante, anche il personaggio interpretato ne, “Ad occhi chiusi”, per la regia di Carlo Fineschi. Una suora che cerca di aiutare gli altri e che, a mio avviso, avrebbe ancora molto da dire.

Ti sei mai pentita di aver rinunciato ad una occasione in particolare?

Rimpiango di non aver iniziato a studiare recitazione da piccola. Se avessi seguito sin da subito la mia predisposizione, magari sarebbe cambiato qualcosa. Vivo il tutto come un punto di domanda ma, al contempo, non posso lamentarmi.

“Maria Stuart”, riadattato da Carlo Fineschi, ti vede tra i protagonisti, dallo scorso 29 aprile. Cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio e quali sensazioni sono legate a questa ripresa teatrale?

Conosco benissimo la compagnia ed il regista e sono felice di poter lavorare di nuovo con tutti loro. Come vi anticipavo, per due anni non ho potuto calcare alcun palcoscenico, e questo mi è mancato. Sono entusiasta di questa ripresa tanto da non essere più nella pelle, sera dopo sera. Vivo di nuovo il pubblico, l’emozione del momento, senza stop alcuno e ne sono felicissima. Interpreto Anna Kennedy, la governante di Maria Stuart, che la accompagna dalla nascita fino alla morte. Un personaggio ricco di sfaccettature, di cui preferisco non anticiparvi molto, presente fisicamente ed emotivamente nella vita di Maria. L’amore che nutre per Maria è talmente grande che potrebbe essere paragonato all’amore di una madre per una figlia, seppure tra loro vi sia una differenza sociale. L’amore è più forte di tutto, questo è chiaro in questo loro rapporto.

Chi è Chiara Ricci nel quotidiano?

Sono una mamma, prima di tutto. Ho due bambine e, come posso, cerco di ritagliarmi del tempo per il mio lavoro, per la mia persona, inserendo, dunque, il mio lavoro nella mia vita e in quella delle mie figlie. Sento di essere una mamma felice, anche perché ho un bellissimo lavoro. Sono, al contempo, immersa nel quotidiano, tra scuola, sport e quanto altro. Vivo, in sintesi, una continua lotta per far conciliare tutto, ma le mie bimbe, alla fine, vincono su tutto.

Cosa ti auguri di poter realizzare in futuro?

I poli della mia esistenza sono la mia famiglia e il mio lavoro. Vorrei avere sempre, come accade da anni, il controllo che ho sul lavoro, sul mio equilibrio. Non voglio che poter vivere una vita serena, tranquilla, in pace con me stessa.

Puoi anticiparci qualcosa sul futuro artistico di Chiara Ricci?

Sono in uscita due lavori, una serie per Netflix e, prossimamente, sarò anche ne “Il Patriarca”, diretta da Claudio Amendola.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento