Sher B
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Sher B: al servizio dell’arte

Compositore, cantante e tanto altro, Sher B, al secolo Mario Spataro lo incontriamo nuovamente per la nostra rubrica “Talenti“.

Nell’arco della sua carriera ha vinto molti concorsi, sia nazionali che internazionali. La sua musica, inoltre, è ascoltata ovunque, non solo nella nostra amata penisola. Un incontro ricco di particolari, di buone sensazioni, di sana musica. Vi lasciamo a questa intervista, alle parole di Sher B, al suo vivere al servizio dell’arte.

Sher B

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo, Sher B. Come procede il tuo vissuto?

Bene, per fortuna! Questa estate sta regalandomi tante soddisfazioni, emozioni belle.

Un percorso musicale importante, davvero particolare. Cosa ti ha spinto verso questo mestiere?

La passione che mio padre ha sempre nutrito per la musica. Ho seguito le sue orme, i suoi insegnamenti, apprendendo la potenzialità di strumenti quali in pianoforte e tanto di più. Ancora oggi, come possibile, cerco di apprendere sempre più affinché possa perfezionare di volta in volta la mia arte.

Per i molti sei il”Re Mida della musica”. Cosa puoi dirci a riguardo?

Sono felice di questa affermazione. Mi gratifica sapere che chi mi segue pensa questo di me.

Cosa guida il tuo fare musica, le tue composizioni?

Tutto prende vita dall’ambiente che ci circonda, dal feeling che abbiamo con esso. Ogni momento di gioia vissuto, o tristezza che sia, ogni stato d’animo, inevitabilmente, ti porta a costruire, ad imprimere emozioni in musica.

“Everywhere is war” è l’ultimo pezzo da te realizzato. Cosa puoi dirci a riguardo?

Un brano attualissimo, se pensiamo a ciò che sta accadendo oggi. Un pezzo che parla di quello che sta accadendo, andando contro le leggi dell’uomo, facendone i conti.

Cosa puoi anticiparci sul futuro artistico di Sher B?

Vi saranno tante future collaborazioni, specie dal punto di vista internazionale. Inoltre, sto realizzando il mio nuovo album, in lavorazione tra Miami e Los Angeles. Saprò dirvi altro in futuro, verso metà settembre.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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