Salmo: “Ranch” è aperto a tutti

Salmo. Foto di Bogdan Chilldays Plakov

Salmo: “Ranch” è aperto a tutti

Il rapper sardo Salmo pubblica il suo nuovo album “Ranch”, un lavoro che segna un ritorno alle radici un viaggio intimo e sonoro senza filtri.

Salmo spalanca le porte del suo “Ranch”, il nuovo, attesissimo album in uscita ovunque venerdì 9 maggio sotto l’egida di Columbia Records/Sony Music Italy. Un progetto che si preannuncia come una vera e propria immersione nell’universo interiore ed artistico del rapper sardo, lontano dalle luci stroboscopiche e dalle dinamiche spesso effimere dei social media. “Ranch” non è solo un disco, ma un’esperienza sensoriale completa, disponibile in sei diverse edizioni da collezione – CD, CD autografato esclusiva Sony Music Store, LP Brick Red, LP Brown autografato esclusiva Discoteca Laziale, LP autografato Cream White esclusiva Amazon, LP Oxblood autografato esclusiva Sony Music Store – ognuna con un artwork unico, studiato per accompagnare l’ascoltatore in questo inedito percorso sonoro e visivo.

Questo nuovo lavoro discografico è un crocevia di intuizioni, stili e contaminazioni che hanno nutrito l’eclettismo di Salmo negli ultimi anni. Un album che, forte della sua autenticità, si prepara a lasciare un segno indelebile nella scena musicale italiana, confermando ancora una volta la capacità dell’artista di reinventarsi senza mai tradire la propria essenza.

Ranch: un rifugio intimo nel cuore della Sardegna per Salmo

Il titolo stesso, Ranch, evoca immediatamente un immaginario lontano dai cliché del western. Come riportato da diverse testate online musicali e blog specializzati, tra cui Rolling Stone Italia e Rockit, il “Ranch” di Salmo è un luogo profondamente personale e autentico: un rifugio situato tra le colline della Sardegna, dove l’artista ha scelto di isolarsi per ritrovare se stesso e la propria ispirazione. Un distacco voluto dal frastuono del mondo esterno, dai ritmi incalzanti e spesso alienanti degli algoritmi social, per intraprendere un viaggio introspettivo alla riscoperta della propria identità artistica e umana.

Limitarsi a considerare Ranch come una semplice indicazione geografica sarebbe però riduttivo. È piuttosto una zona franca, uno spazio interiore dove poter sospendere il flusso incessante degli impegni, rimettere in discussione le priorità, cambiare prospettiva e abitudini. Un luogo dove fare ordine, sia dentro che fuori, e preparare il terreno per una nuova, potente ondata di creatività. Ranch rappresenta il confine netto tra il rumore assordante del mondo esterno e l’urgente necessità di silenzio interiore. È la fame di ripartire da sé, dai legami familiari più autentici, dalla linfa vitale della musica. Proprio in questo spazio protetto e rigenerante, questo nuovo progetto discografico ha preso forma e ha trovato il suo nome.

Nelle stanze del suo Ranch, Salmo ha messo da parte la preoccupazione di dover aderire a canoni estetici predefiniti o di dover rispondere a specifiche aspettative del mercato. “Ranch” è un disco che non insegue le tendenze, ma si lascia scoprire con naturalezza. Un lavoro che non si piega a compromessi, ma che anzi prende una posizione chiara e definita. Riporta Salmo esattamente al centro del suo universo musicale, con la consapevolezza e la libertà di chi ha scelto di liberarsi di tutto ciò che è superfluo per concentrarsi unicamente sulla propria arte.

L’anima eclettica e sincera del nuovo album Ranch

Eterogeneo, ruvido, tagliente, sincero: sono questi gli aggettivi che meglio descrivono l’essenza sonora di “Ranch”, come sottolineato dalle prime recensioni apparse su siti come All Music Italia e Billboard Italia. L’album si presenta come una fotografia sonora autentica di un artista che rifiuta ogni tipo di etichetta, che muta pelle ad ogni traccia, attraversando con disinvoltura generi musicali e stati d’animo diversi, guidato unicamente dalla bussola della sua ispirazione più genuina.

Salmo, artista mai pago di esplorare nuovi linguaggi espressivi e mondi narrativi – come dimostra la sua recente partecipazione alla serie Sky Original “Gangs of Milano – Le nuove storie del Blocco” –, torna sulla scena musicale con una nuova estetica, un unico featuring di prestigio (Kaos) e una tracklist essenziale composta da 16 brani. Un concentrato di pura musica e autenticità, dove ogni suono e ogni parola sono carichi di significato.

L’apertura dell’album è affidata a “On fire”, un vero e proprio banger adrenalinico che incarna al 100% l’energia e lo stile inconfondibile di Salmo. Un brano che accende immediatamente il motore del disco e definisce fin da subito il tono del progetto, celebrando l’artista che vive e respira per la propria arte. Se “Crudele” si configura come un puro esercizio di storytelling, un viaggio intimo e senza filtri nelle radici familiari dell’artista, tra fantasmi del passato e memorie legate al sangue, “N€urologia” riporta l’ascoltatore al Salmo più legato al rap classico, con un flow diretto e sonorità hip hop crude ed efficaci.

La vena rock dell’artista esplode in “Sincero”, una power ballad potente e coinvolgente, trainata da chitarre distorte e un’energia che rimanda a certe sonorità d’oltreoceano, sempre filtrate attraverso la sensibilità unica di Salmo. “Bye bye” (feat. Kaos) si addentra in territori più introspettivi e densi, configurandosi come un vero e proprio ego-trip, con un ritornello rap potente che spacca in due la traccia. “Bounce!” è un inno all’hip hop da battaglia, duro e senza compromessi, che richiama lo spirito dei suoi lavori più underground come “Killer Game” e “The Island Chainsaw Massacre”. “Sangue amaro” si muove invece su atmosfere più ovattate e riflessive, come un pensiero in penombra punteggiato da reminiscenze low-fi.

“Cartine corte” si candida prepotentemente a diventare il manifesto musicale dell’intero disco: melodie R&B con sfumature blues, un’introduzione evocativa che catapulta immediatamente l’ascoltatore nel cuore del pezzo, con Salmo che sorprende ancora una volta rompendo gli schemi e scegliendo di far partire tutto dal ritornello, senza preamboli. “Beatcoin” è una traccia che cambia pelle a metà: due momenti distinti, due flow differenti, con una citazione ai grandi marchi della moda che, più che esaltazione, suona come una dissacrazione ironica. “Il figlio del prete” si apre in chiave cantautorale per poi virare in modo inaspettato e tagliente su tematiche controverse legate alla religione e alla Chiesa.

“Numeri primi” è un viaggio nella memoria, dove i numeri chiave nella vita di Salmo diventano il pretesto per raccontare momenti cruciali del suo percorso umano e artistico. “Fuori controllo” è un’esperienza sonora pensata per chi segue Salmo fin dagli esordi: una rapsodia di generi che muta forma e registro, mantenendo costante solo l’energia prorompente. In “Incapace”, Salmo si presenta nella sua essenza più pura: chitarra e voce, nessun artificio, solo verità in una ballata nuda e vulnerabile. “Conta su di me” è una canzone d’amore, ma non nel senso tradizionale del termine: è una dichiarazione di fedeltà assoluta alla musica, la forma d’arte che ha accompagnato e plasmato la vita di Salmo.

Uno dei momenti più toccanti dell’album è rappresentato da “MAURI”: se il ritornello richiama il salmo 23 della Bibbia (lo stesso dell’iconica “Gangsta Paradise”), una delle strofe si trasforma in una lettera aperta ad un amico perso di vista, carica di emozione e nostalgia. A chiudere questo intenso viaggio sonoro è “Titoli di coda”, un epilogo teatrale a tutti gli effetti, dove riappare Mr. Thunder, il discografico di “Hellvisback” ora caduto in disgrazia. Un dialogo dissacrante che gioca con i cliché della musica “da classifica”, tra tormentoni estivi, canzoni da stadio e hit preconfezionate. Salmo chiude l’album con una auto-dissacrazione, un brano che è al tempo stesso ringraziamento, provocazione e profonda riflessione sul proprio percorso artistico.

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