Al termine de La ragazza di fuoco Katniss (Jennifer Lawrence) è riuscita a distruggere l’arena dei giochi della morte, per poi in seguito scoprire che il Distretto 12 è stato raso al suolo e che Peeta (Josh Hutcherson) è finito prigioniero di Capitol City. E questo nuovo film della saga di Hunger Games, il terzo, in uscita il 20 Novembre e diviso in due parti (la sezione conclusiva uscirà a Novembre 2015), si apre con un desiderio assordante ma ancora silenzioso di rivolta, quel Canto della Rivolta grazie al quale forse il totalitarismo orchestrato dal Presidente Snow (Donald Sutherland) verrà messo in ginocchio. La coraggiosa eroina ormai conosciuta come “ghiandaia imitatrice” verrà sostenuta (e incoraggiata) in questa guerra da tutti gli abitanti di quel Distretto 13 che tutti credevano annientato. Tra loro alcuni volti nuovi, come la reporter Cressida (Natalie Dormer, la Maragery Tyrell de Il Trono di Spade) e l’ambigua Alma Coin (Julianne Moore, new entry di lusso), che di questo Distretto fin’ora tenuto segreto è la Presidente.
Ritroviamo anche personaggi storici come lo stratega Plutarch Heavensbee del compianto Philip Seymour Hoffman: la morte choc dello scorso febbraio è giunta quando l’attore aveva quasi completato le riprese, tanto da consentire la sua apparizione in entrambi i capitoli de Il Canto della Rivolta. Francis Lawrence dirige per la seconda volta consecutiva, Suzanne Collins, l’autrice della saga letteraria da cui si attinge, approva alla grande il taglio sempre più introspettivo e trascinante che la storia cinematografica ha assunto e soprattutto Jennifer Lawrence torna a regalarci sguardi, movenze e interpretazioni che in larghissima misura hanno contribuito al successo dei film. Senza di lei, forse l’appeal di Hunger Games sarebbe stato pericolosamente accostato a tutte quelle operette sci-fi e young adult che il cinema ha fotocopiato in quantità negli ultimi anni. E allora unite le tre dita centrali della mano sinistra e puntatele al cielo: Katniss Everdeen è tornata.