Mirella Mazzeranghi: bellissimo lavorare tra donne
Intervista all’attrice Mirella Mazzeranghi, prossimamente al teatro con lo spettacolo “Regine di Cartone”: ecco le anticipazioni!
Incontriamo con Mirella Mazzeranghi, in scena dal 7 al 17 novembre al Teatro Marconi di Roma in “Regine di cartone”, ad opera di Marina Pizzi e per la regia di Silvio Giordani. Un’attrice in piena regola, con un piccolo sogno ancora nel cassetto, e tanto troppo amore per la recitazione.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Mirella Mazzeranghi. Dal 7 novembre potremo applaudirti in scena ne “Regine di cartone”, al fianco di Angiola Baggi e Maria Cristina Gionta. Cosa puoi anticiparci nei limiti del possibile?
Posso dirti che si tratta di un bellissimo testo, tre donne con delle storie davvero particolari, tre senzatetto. Marina Pizzi, l’autrice, è stata molto abile, come sempre, visto che non è la prima volta che lavoriamo insieme, nello scandagliare l’animo femminile, anche in questo caso così particolare, di scelte di vita estreme.
Quanta forza e gioia c’è nel ritrovarsi a lavorare tra sole donne?
Tanta! Come ti dicevo non è la prima volta che lavoro con un gruppo di sole donne e ci troviamo benissimo. È tutto molto bello, siamo unite, ci divertiamo. Grazie anche a Silvio Giordani, il regista, con cui lavoro da tempo, abile nel dirigere complessi animi femminili.
C’è davvero tanto teatro nel tuo vissuto e, a tal proposito, quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico, al brusio prima di uno spettacolo, a qualche rituale spesso utilizzato?
Di rituali ne ho talmente tanti! (Ride) Preferisco tenerli per me, come è giusto che sia. Posso dirti che controllo sempre tutto, prima di entrare in scena, anche se consapevole che qualcuno lo ha già fatto prima di me, per evitare sorprese durante lo spettacolo. Adoro arrivare in teatro, chiudermi in camerino e trasformarmi nel personaggio.
Cosa ti ha portata ad avvicinarti alla recitazione, a suo tempo?
Bella domanda! Ero all’università e tra i corsi presenti c’era anche storia del teatro. Ho cominciato così a studiare, a praticare il palcoscenico del Teatro Ateneo, con la partecipazione, di tanto in tanto, di alcuni registi stranieri. Da lì in poi sono nati alcuni progetti con dei compagni di studio ed è poi maturata la voglia di studiare in piena regola. La mia famiglia, ad ogni modo, non ha mai intralciato questo percorso e di questo li ringrazio.
Manca ancora qualcosa a questo tuo percorso?
Direi di no! In realtà interpreto spesso ruoli che mi piacciono molto. Forse, ho un desiderio, portare in scena “Re Lear”, il personaggio di Lear!
Quali consigli rivolgeresti alle nuove leve?
Di studiare! Spesso si tende a trascurare questo aspetto pensando all’immagine, all’apparire. È, invece, fondamentale studiare, prima di tutto. Occorre cercare la verità del personaggio e saperla far arrivare al pubblico, e questo non lo improvvisi.
Cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro artistico?
Mi piace lavorare con persone con cui mi trovo bene. Ci saranno alcuni progetti legati al teatro ma anche al cinema e alla televisione.