L imbroglio nel lenzuolo

L’imbroglio nel lenzuolo, la recensione

“Come l’acqua per gli elefanti”. Il novantenne Jacob Jankowski si reca ad un circo dove racconta la sua esperienza circense. La sua storia comincia nel periodo della grande depressione americana del 1929 con la morte dei suoi genitori avvenuta per un incidente stradale: ecco L’imbroglio nel lenzuolo.

L imbroglio nel lenzuolo

Purtroppo a causa di debiti del padre con la banca, al giovane Jacob non rimane più nulla e così fugge dalla sua città e abbandona gli studi all’università dove stava conseguendo la laurea in veterinaria. Si imbatte così nel circo dei Fratelli Benzini. August, proprietario del circo, lo assume come lavoratore. Jacob mente ad August dicendogli che è un vero e proprio veterinario e quindi viene incaricato di occuparsi della salute degli animali.

Un primo incarico non tarda ad arrivare perché un cavallo comincia a zoppicare e Jacob avverte August che deve essere abbattuto, ma August si rifiuta perché vuole ancora utilizzare l’animale. Jacob incontra l’acrobata Marlena, moglie di August e con la sua approvazione, il ragazzo spara all’animale sofferente non curandosi delle conseguenze. August strapazza Jacob dicendogli che non rispetta le regole, ma decide di tenerlo perché ha bisogno di lui. Al posto del cavallo, il proprietario acquista un elefantessa asiatica di nome Rosie e incarica Jacob di addestrarla. Non riuscendoci, August usa la violenza per sottomettere l’animale e comincia a maltrattarlo. Rosie sembra cedere alle ingiurie, ma durante uno spettacolo scappa dal circo, ferendo Marlena e scatenando l’ira di August che la picchierà ferocemente. Jacob, curandola, capisce che Rosie riesce ad ubbidire solo ai comandi pronunciati in polacco. Questa scoperta la rende mansueta e ben presto diventa la star del circo.

Jacob e Marlena iniziano una storia clandestina e nel momento in cui decidono di fuggire insieme, vengono sorpresi. Intanto, i lavoratori del circo si ribellano ad alcune angherie di August e liberano gli animali del circo. August affronta Jacob e tenta di uccidere sia lui che la moglie, ma grazie all’elefantessa Rosie, che con lo stesso pungolo con il quale August l’aveva tormentata, lo uccide e Jacob e Marlena riescono a fuggire e iniziano finalmente una vita insieme a Rosie e a Penny, il Jack Rusell.

Il novantenne Jacob infine, rivela anche che la vita con Marlena è stata favolosa, hanno avuto cinque figli e hanno vissuto insieme a Penny, i loro cavalli e a Rosie che quando è morta, ha lasciato un vuoto nei cuori dei due, soprattutto in quello di Marlena. Jacob ormai, dopo la morte di Marlena si sente solo dato che i figli sono grandi e cerca di farsi assumere per piccoli lavori proprio al circo in cui ha trascorso la sua vita e dove si sente a casa.

L’imbroglio nel lenzuolo

Sicilia, 1905. Federico studia contro voglia medicina e sogna con tutto il cuore di scrivere storie d’amore per il cinematografo, meraviglia di luce che riflette la vita su un lenzuolo. Commosso come i suoi paesani dalla magia del cinema, Federico abbandona gli studi e si improvvisa direttore di scena per Don Gennarino Pecoraro, vizioso produttore napoletano deciso a produrre un film tutto suo. Stufo di treni che arrivano alla stazione e di operai all’uscita dalle fabbriche, Don Gennarino commissiona al ragazzo una storia pruriginosa che ‘scopra’ aspiranti attrici e ne mostri generosamente le grazie. Ispirato dal bagno biblico della “Casta Susanna”, Federico sceglie di immortalare le carni della bella Marianna, fattucchiera imbrogliona e lavandaia analfabeta di una scrittrice torinese. Il successo del film creerà non pochi problemi alla protagonista inconsapevole, additata e disonorata dal paese almeno fino a quando “u’mbrogghiu nt’o linzolu” non verrà rivelato.

Tratto dal romanzo omonimo di Francesco Costa, L’imbroglio nel lenzuolo recupera e racconta la luce dei Lumière e lo stupore che produsse nei primi spettatori. Dieci anni dopo le prime immagini proiettate a Parigi nel Boulevard des Capucines, il cinematografo approdò in Sicilia e innamorò fino alle lacrime contadini, comari e provinciali inurbati, che avvertirono l’impulso irrefrenabili di alzarsi dalle sedie per evitare che un treno in corsa gli piombasse addosso. Diretto da Alfonso Arau (Il profumo del mosto selvatico) e prodotto ed interpretato da Maria Grazia Cucinotta, L’imbroglio nel lenzuolo è ambientato nell’Italia del 1905, quando le proiezioni cinematografiche poterono finalmente contare su un’industria efficiente, su apparecchi più perfezionati, su un repertorio di film ampio e variato, prendendosi la loro rivincita sullo spettacolo d’arte varia, al punto da occupare tutto lo spazio del programma e a provocare la trasformazione di molti locali di varietà in veri e propri cinematografi.

Non dimostrando alcun senso di soggezione o di inferiorità nei confronti del vaudeville, il cinema riuscì ad integrarsi facendo leva, come il Gennarino di Ernesto Mahieux, su spettacoli pruriginosi e altrettanto promettenti di quelli offerti da ballerine o cantanti dal nome francese che si esibivano dal vivo. Rimpiazzata da femmine di luci, la vedette di turno cedette passo e scena a un’apparizione piuttosto che al suo manifestarsi vero e proprio. La “casta Susanna” della Cucinotta incarna proprio una di quelle ombre che galvanizzarono il pubblico maschile, solleticandone la curiosità voyeuristica.

Regia: Alfonso Arau

Cast: Maria Grazia Cucinotta, Primo Reggiani, Anne Parillaud, Geraldine Chaplin, Ernesto Mahieux

Genere: Drammatico

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