Liberi: Viaggio intimo nei monasteri di clausura spagnoli

Liberi: Viaggio intimo nei monasteri di clausura spagnoli

Il docufilm “Liberi” svela un mondo di silenzio e spiritualità. Nelle sale un’occasione unica per scoprire la vera libertà.

Il cinema italiano si prepara ad accogliere un evento speciale e imperdibile: l’arrivo nelle sale, in esclusiva il 29 e il 30 aprile, del documentario spagnolo “Liberi”. Questa straordinaria opera cinematografica, diretta dall’esordiente ma talentuoso Santos Blanco e prodotta da Bosco Films e Variopinto Producciones con il prezioso sostegno della Fondazione DeClausura, spalanca le porte di un universo generalmente celato agli occhi del pubblico: quello dei monasteri di clausura.

Il film rappresenta un’occasione più unica che rara per intraprendere un viaggio intimo e profondo nel cuore di dodici monasteri sparsi in tutta la Spagna. Luoghi di preghiera e contemplazione, custodi di silenzi secolari e di una spiritualità intensa, che per la prima volta si aprono all’obiettivo di una macchina da presa. “Liberi” non è semplicemente un documentario; è un’esperienza immersiva che permette allo spettatore di avvicinarsi alle comunità religiose che hanno fatto di una scelta radicale – la dedizione totale al raccoglimento e al silenzio – il fulcro della loro esistenza, in netto contrasto con la frenesia del mondo contemporaneo.

Esplorando la vita nei monasteri di clausura attraverso “Liberi”

Attraverso gli occhi sensibili e rispettosi della regia di Santos Blanco, il pubblico avrà la possibilità di conoscere da vicino diversi ordini religiosi che abbracciano la vita monastica in clausura. Il documentario narra il percorso di uomini e donne che hanno deciso di allontanarsi dalle distrazioni del mondo esterno per concentrarsi sull’essenziale: la contemplazione e la preghiera. Le telecamere si muovono con delicatezza tra le mura antiche dei monasteri, rivelando la quotidianità di chi ha scelto il ritiro non come una fuga, ma come una vera e propria forma di libertà interiore.

Il film svela la loro ricerca di pace interiore, l’impegno spirituale che anima le loro giornate, e inevitabilmente invita lo spettatore a porsi interrogativi profondi sulla solitudine, sul sacrificio e sulla forza incrollabile della fede. “Liberi” si configura così come un’opportunità preziosa per riflettere su temi universali, toccando corde emotive profonde e offrendo una prospettiva diversa sul concetto di libertà.

La genesi di “Liberi”: Un’esperienza personale che diventa racconto universale

La genesi di questo toccante documentario affonda le radici in un periodo storico che ha segnato profondamente l’umanità: la pandemia. Proprio durante quei mesi difficili, il regista Santos Blanco e la produttrice e distributrice Lucia Gonzalez-Barandiaran si sono trovati coinvolti in una campagna di sostegno a favore dei monasteri in difficoltà economica. In questa circostanza, Blanco ha avuto l’opportunità di trascorrere alcuni giorni in clausura, un’esperienza che ha rappresentato una vera e propria epifania, segnando l’inizio di un intenso percorso di ricerca e documentazione.

Quell’esperienza personale si è trasformata ben presto in una riflessione profonda sulla spiritualità e sul vero significato della libertà. Per la prima volta nella storia del cinema, una troupe è riuscita ad accedere a ben dodici monasteri di clausura, luoghi avvolti nel mistero e generalmente inaccessibili al mondo esterno. In questi luoghi sacri, Blanco ha potuto dialogare con persone che hanno compiuto una scelta di vita radicale, ritirandosi dal mondo per “raggiungere l’autentica Libertà”, come loro stessi affermano, e per cercare risposte ai dilemmi esistenziali più profondi dell’essere umano.

I luoghi sacri di “Liberi”: Un viaggio attraverso la Spagna della fede

Il viaggio cinematografico di “Liberi” si snoda attraverso diverse province della Spagna, toccando luoghi di grande spiritualità e bellezza storica. Tra questi spiccano il maestoso monastero di San Pedro de Cardeña, un’antica abbazia benedettina ricca di storia; il suggestivo eremo di Las Batuecas, immerso in un paesaggio naturale incontaminato; e il Monasterio de Leire, un gioiello dell’architettura romanica incastonato tra le montagne della Navarra. Questi luoghi, con la loro atmosfera di pace e raccoglimento, diventano parte integrante della narrazione, contribuendo a creare un’esperienza visiva ed emotiva intensa per lo spettatore.

Come ha sottolineato il regista Santos Blanco, “Ottenere il permesso di accedere a questi luoghi misteriosi e mistici è stata una grande sfida per noi; Sono poche le occasioni in cui il mondo esterno ha accesso alla vita monastica con le telecamere. È ancora più eccezionale che le persone che vi abitano aprano la loro anima alle nostre troupe cinematografiche”. Questa dichiarazione evidenzia la straordinarietà dell’impresa e la fiducia che i monaci e le monache hanno riposto nel progetto, aprendo le porte del loro mondo interiore oltre che fisico.

Il successo di “Liberi” in Spagna, dove nel 2023 è stato il documentario più visto con quasi centomila spettatori, posizionandosi come il quinto più visto degli ultimi venticinque anni, testimonia la capacità di quest’opera di toccare corde universali. Il film si rivela un racconto potente di vite scandite da gesti semplici, da una spiritualità concreta e da una disciplina che affonda le radici in secoli di storia. Un’opportunità preziosa per il pubblico italiano di affacciarsi su un mondo nascosto, di riflettere sul senso della vita e sulla ricerca della vera libertà, attraverso le testimonianze di coloro che hanno scelto un cammino radicale e affascinante. Non perdete l’occasione di vedere “Liberi” al cinema il 29 e il 30 aprile: un’esperienza che vi lascerà un segno profondo.

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