Angela Favella
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Angela Favella: protagonista della seconda serie di “Ritoccati 2”

Incontriamo Angela Favella, tra i protagonisti della serie Sky “Ritoccati 2”. Angela entra a far parte del cast della seconda stagione, nel ruolo di Ester, una social media manager. Gli episodi, in onda dal 22 marzo scorso, diretti dal regista Alessandro Guida, si svolgono, ancora una volta, nello studio medico Basoccu.

Angela Favella. Foto per concessione di Alessandro Pellegrini MGMT
Angela Favella. Foto per concessione di Alessandro Pellegrini MGMT

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo ad Angela Favella. Com’è stato vestire i panni di Ester, in questa seconda stagione di “Ritoccati”?

È stato interessante sotto diversi punti di vista. Ho interpretato un personaggio davvero lontanissimo dal mio modo di essere, a partire dal rapporto contraddittorio che ho con la tecnologia. Per quanto riguarda invece il carattere di Ester, abbiamo dei punti in comune. Spesso, nei progetti che lo permettono, mi diverto a calarmi nei panni del clown, a giocare con la fisicità e la vocalità, indossando maschere buffe e cartoonesche; è stato bello sperimentarmi in una comicità che non si appoggia sui miei eccessi bensì su altre mie caratteristiche recitative che Alessandro è stato bravissimo a sfruttare”

Come si presentava l’atmosfera sul set?

Si è trattato di un set lampo. Abbiamo girato tutto in due sole settimane, con una troupe ridotta. L’atmosfera era tranquilla, oserei dire familiare, costituita da rapporti colloquiali giocosi, per quella che è la cifra stilistica del prodotto.

La serie è stata dunque realizzata nel periodo legato alla pandemia?

Le riprese sono cominciate e gennaio, in zona gialla. Tutti tamponatissimi, controllatissimi e muniti di mascherina, eccetto quando eravamo in scena. L’avere la possibilità di lavorare, vista la situazione, ci ha reso dei privilegiati e questa sensazione ha saputo prevalere su tutto il resto.

La prima serie di “Ritoccati” ha riscosso molto successo. Pensi possa esserci una terza stagione?

Non so dirlo, lo spero! D’altronde, la prima serie è andata molto bene e la seconda stagione è stata realizzata a poca distanza dalla precedente. Saremmo di certo felici di prendere parte ad una nuova stagione. Noi nuovi arrivati abbiamo accolto con entusiasmo questo progetto.

Cosa ne pensi della chirurgia estetica?

Non sento l’esigenza di ricorrere alla chirurgia. Ho fatto pace con me stessa, con il mio aspetto, il mio corpo. Sono in accordo con chi ne è a favore, perché il più delle volte capita che a ricorrerne siano persone che hanno una problematica, qualcosa che comporta un malessere con sé stessi.

Angela Favella. Foto per concessione di Alessandro Pellegrini MGMT
Angela Favella. Foto per concessione di Alessandro Pellegrini MGMT

Hai avuto modo di prendere parte a molti spettacoli teatrali, nell’arco della tua carriera. Quanto conta il teatro nella tua formazione?

Il teatro è, da sempre, il mio primo amore, sin dalle recite da bambina all’asilo. La schicchera che ti crea il coinvolgimento con il pubblico è una cosa straordinaria. Crescendo, la recitazione è diventata qualcosa di ancora più intimo, profondo, a tratti anche terapeutico. Il ritrovarmi a vivere vite altrui mi creava quasi una sorta di vergogna, come se qualcuno entrasse nella mia cameretta nel momento in cui stavo facendo qualcosa di stupido o privato. Differentemente, la macchina da presa che mi porta a recitare dinanzi ad una troupe enorme, mi fa sentire meno tutto ciò. Comunque sia, l’esperienza teatrale aiuta la mia concentrazione, l’astrazione, affinché possa immergermi nel personaggio, nella storia, come se non ci fosse nessun altro ad osservarmi. Quando sei sul palco non puoi sbagliare, devi essere sempre sul pezzo, non puoi dare lo stop pensando di poter ripetere la scena. Questo insegnamento cerco di portarlo anche sul set, improvvisando tanto oppure cercando di riprendere una scena quando ne sbaglio ripetutamente la battuta. Il cinema e l’audiovisivo sono il mio elemento naturale, il mondo che più mi appartiene e dentro il quale più mi sento gratificata, a mio agio e libera.

Un’esperienza, quella teatrale, basilare per te..

Per me lo è stata. Durante il mio percorso, ho però incontrato anche persone con il dono, senza formazione alcuna, con delle grandi capacità. Personalmente, da insicura e cervellotica, sapere che posso usufruire della tecnica mi tranquillizza, diviene fondamentale.

Teatri chiusi, in un periodo di inaspettata pandemia. Cosa puoi dirci a riguardo?

Stavo per andare in scena, dopo tre mesi di prove, proprio un paio di settimane prima del lockdown. È stato spiazzante ma ho inizialmente accolto il tutto con tranquillità. Con il passare del tempo è subentrata la stanchezza ed una sorte di sindrome da figlio minore che ti fa dire: “perché gli altri si e lo spettacolo dal vivo no?”. Comprendo bene che il teatro sia un luogo pieno di persone e quindi facile agli assembramenti ma è anche vero che è un posto dove con molta facilità ci si può ritrovare in anche massima sicurezza. Ho amici in Friuli che gestiscono alcune sale cinematografiche e che hanno speso soldi per metterle in sicurezza, senza che il loro lavoro gli fosse poi consentito. Spero si possa ricominciare presto e che ci sia più raziocinio nel valutare le cose.

Qual’è stata la tua iniziale reazione nel venire a conoscenza del Covid-19?

Ho avuto paura per i miei cari, per tutte le persone a cui voglio bene. Sono un animale sociale, senza gli altri non sarei nulla. Con il passare del tempo ho cominciato ad avere paura anche per me stessa, perché insegno a dei ragazzi, dei giovanissimi. Sono una persona molto razionale, che ha necessariamente bisogno di avere il controllo sulle cose. Quel senso di impotenza vissuto, è stato a tratti paralizzante, terrorizzante.

Angela Favella
Angela Favella

Di cosa ti piace occuparti quando non sei sul set?

Mi piace insegnare. Insegno recitazione e drammaturgia e sono anche una psicomotricista. In estate lavoro con bambini autistici, un lavoro che mi gratifica tantissimo. Sono sempre stata vicino all’ambito della disabilità, avendo una mamma educatrice per disabili. Terminato il Centro Sperimentale di Cinematografia, ho preso la laurea in psicomotricità. Tra le mie passioni figura anche la scrittura. Ho realizzato, difatti, una serie web, “Lato D”, insieme a Luigi di Capua, Gero Arnone e Ilaria Giachi, in cui sono stata sceneggiatrice e autrice, oltre che attrice. Ho anche realizzato degli sketch per delle pagine Instagram, “Tml” e, durante il lockdown, ho scritto uno spettacolo teatrale.

Avrà presto un futuro il tuo spettacolo teatrale?

Non saprei. Mi sono sentita a nudo rileggendolo. Torniamo quindi al discorso precedentemente affrontato, legato alla timidezza, alla vergogna. Mi sono chiesta: “me la sento adesso di mostrarmi così tanto?”. L’idea di metterlo in scena comunque c’è..

Sarebbe un modo per affrontare le tue remore..

Assolutamente, anche perché per me recitare e scrivere sono terapeutici. Quando al liceo ho studiato il concetto della catarsi l’ho fatto mio e, per me, recitare e scrivere è davvero catartico. Mi permette di essere dinanzi alle mie cose, le rende concrete, mi permette di affrontarle e, soprattutto, mi permette di trasformare qualcosa di personale, spesso brutto, in qualcosa di utile agli altri e nobile.

Cosa c’è nel tuo futuro?

Spero di poter portare in scena lo spettacolo teatrale che è stato fermato dal Covid-19. Per il resto faccio i conti con l’attesa, con i provini.

Ringraziamo Angela Favella della piacevole chiacchierata.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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