Beatrice, quando non sei sul set, che passioni coltivi? Raccontaci una tua giornata.
Ultimamente ho talmente poco tempo libero che appena ho un giorno di pausa vado a casa mia madre, sto con lei, con mia sorella e i miei nonni. Mi mancano tanto.
Stare tutti insieme a cena per me il regalo più bello della settimana e il momento più bello della giornata. Poi torno nella mia casetta, non so rinunciare alla mia pace, al mio silenzio, sistemare le mie cose con calma mi da una serenità immensa. Ho scoperto nella solitudine una grande forma di rilassamento, passare qualche ora con me mi fa stare bene, nel profondo.
Te lo ricordi il giorno in cui ti sei detta: Voglio fare l’attrice?
Il mio primo immenso colpo di fulmine l’ho avuto all’età di 7 anni con Gilberto Govi, una ripresa in bianco e nero di “Quello Buonanima” una commedia genovese di fine anni 50. Poi a ruota ho perso letteralmente la testa per Giorgio Gaber, Walter Chiari, Bice Valori, Gassman e mille altri.
La mia formazione infantile ammetto essere stata un po’ anomala, ma grazie a tutto questo sono innamorata di questo lavoro.
E i tuoi genitori e i tuoi amici cosa pensano del tuo lavoro e del tuo percorso artistico?
Mi sento molto fortunata sotto questo punto di vista, mio padre e mia madre hanno sempre appoggiato le mie scelte lavorative. Le guerre le abbiamo fatte anche noi, ma come è giusto che sia, ogni genitore ha paura che il proprio figlio intraprenda strade sbagliate o premature, e ogni figlio scalpita dalla voglia di mettersi alla prova.
Mia madre è la mia guida alle emozioni, il lato gipsy, più artistico, nonché la mia insegnante di canto. Mio padre è la mia ombra razionale, attento a mettermi in guardia dalle insidie, molto pratico ed anche il mio commercialista.
Sono un mix perfetto, che creano la mia colonna ben solida e splendidamente decorata. Mia sorella è la mia piccola mascotte che gioisce insieme ai nonni dei miei piccoli ma sudati traguardi.
Credo che non sia facile mantenere delle amicizie costanti ed autentiche con questo lavoro, soprattutto per chi come me ha iniziato a lavorare nel pieno del periodo scolastico, abbandonando per lunghi periodi la classe e la quotidianità dei 15/16 anni.
Ho un’amica sincera, costante, siamo cresciute insieme, lei mi ha letteralmente visto nascere e nonostante viva a Torino, siamo legate dal profondo.
E poi c’è mia sorella Valentina. Lei è la mia migliore amica.
Un ruolo che vorresti interpretare e un regista con cui vorresti lavorare…
La prima volta che ho visto questo film sono rimasta folgorata dal ruolo che interpreta Natalie Portman , sto parlando di “Leon – Il professionista”, con Jean Reno, diretto da Luc Besson. Mathilda, quella bambina così donna, quella sua storia, ha qualcosa che mi appartiene.
Regista? Tarantino.
Punto.
L’insegnamento più grande che ti ha dato il tuo lavoro.
Un giorno un grande uomo mi ha detto “Sul set esistono gerarchie, al fine che tutto sia perfetto come un orologio. Questo significa che quando arrivi all’alba e quando vai via a fine giornata, devi essere certa di aver rivolto almeno un sorriso e aver salutato tutti.”
È una metafora, ma il concetto intrinseco è uno dei più grandi insegnamenti che ho ricevuto sul lavoro, da adottare nella vita in generale.
“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre” – cit.
Sogni nel cassetto e progetti futuri?
Il mio cassetto è una porta aerei … Ho milioni di sogni nel cassetto:
Vorrei debuttare un opera lirica, imparare il cinese, fare il cammino di Santiago, andare sullo snowboard, trovare il tempo per andare a trovare la mia amica Georgina a Barcellona, e poi Brodway, un giorno essere Christine del Phantom of The Opera, ma anche Wicked e Les Miserables… Questo cassetto è esploso tanto tempo fa! Non sono certa che riuscirò a fare tutto… Ma di certo ci proverò!
A Dicembre, appena terminano le riprese di Tini, corro a Roma per iniziare a girare la seconda stagione di Solo Per Amore 2, per canale cinque, nel ruolo di Giulia. E anche su questo tema non posso darvi anticipazioni purtroppo!