Irene Ferri: la recitazione è la mia vita!
A tu per tu con Irene Ferri, attrice in continuo divenire, dolce e disponibile, con una strada sempre più forte e viva per la recitazione.
Felici di averla ritrovata ne “Le onde del passato” un successo targato Mediaset, incontriamo Irene Ferri per parlare di ciò che le ha regalato questo progetto e per approfondire qualcosa in più sul suo percorso artistico. Un’attrice in continuo divenire, dolce e disponibile, con una strada sempre più forte e viva nell’adorato mondo della recitazione che tanto ama…
Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo, Irene Ferri. “Le onde del passato”, la serie Mediaset che recentemente ti ha vista lottare al fianco di Anna Valle e tanti altri colleghi, ha raccolto i consensi che meritava. Quali considerazioni a riguardo e quanta emozione per il ruolo impersonato?
Continuiamo a raccogliere messaggi bellissimi e, allo stesso tempo, enormi consensi, sia di persona che in strada, nell’incontrare alcune persone. Per lo più ci dicono che la serie li ha appassionati tanto e ha creato in loro una forte affezione. Le due protagoniste, Anna e Tamara, hanno saputo affrontare ogni minima situazione con coraggio e con la giusta voglia di cambiare la sorte avuta in precedenza in qualcosa di positivo. Una vera e propria rinascita per i due personaggi, come nel caso specifico della mia Tamara, che ha saputo dare vita ad una figlia, nata da una violenza, e che ogni giorno, con la sua presenza, le ricorda come vivere al meglio la vita. Una sorellanza tra due donne ormai adulte che ha reso il tutto molto chiaro e forte, a discapito di ogni cosa.

Temi forti di cui avremmo bisogno sempre più…
È vero! Visti i tempi che viviamo, l’incertezza di ciò che ci aspetta, essere pronti ad offrire la nostra mano, ritrovarci invece di chiuderci, aiuterebbe, servirebbe sempre più, così come il poterci abbracciare, continuare a parlarci e ritrovarci sempre più. Con pochissimo, ogni singolo giorno, potremmo fare davvero tanto!
Quali rapporti si sono venuti a creare con i tuoi compagni di avventura la lavorazione?
Un set magico perché avevo già dei forti legami con molti di loro. Con Anna Valle ci conosciamo da ben dieci anni ed era da tanto che speravamo di poter lavorare di nuovo insieme. Il fatto che sia accaduto ha rappresentato una vera e propria festa! Lo stesso vale per Giorgio Marchesi e il nostro regista, Giulio Manfredonia. Ritrovarsi è sempre bello, specie con persone che si stimano già e con cui si sta bene. Non da meno il restante cast, persone straordinarie con cui si è lavorato in piena sintonia. Tutti questi fattori hanno contribuito a creare qualcosa che poi effettivamente le persone hanno saputo riconoscere e apprezzare.
Una carriera sempre in divenire la tua, una serie di ruoli che ti hanno regalato tanto nel corso degli anni. Quale di questi porterai sempre con te e a chi daresti nuovamente ‘vita’, se ti fosse concessa questa occasione?
C’è n’è uno in particolare a cui tengo molto, anzi due. Il primo è quello di Bianca Savarese de “La nuova Squadra Spaccanapoli”, un personaggio scritto talmente bene da potermi anche permettere di non fare nulla, tanto sarebbe comunque accaduto tutto. Poter avere una sceneggiatura forte fa tanto. L’altro personaggio è invece stato portato in teatro ed è parte dello spettacolo “La camera azzurra”. Una donna molto diversa da me, un personaggio che esplorerei ancora e con molto piacere, proprio perché distante dal mio essere.
Chi è oggi Irene Ferri e quali consapevolezze porti con te?
Chi sono? Me lo domando spesso, quasi ogni giorno. Mi ritrovo ad imparare nuove cose, di volta in volta, anche di me stessa, e poter dare una definizione risulta davvero difficile. Sono una ricercatrice, questo si (ride).
D’altronde il bello di questo viaggio risiede proprio nel conoscersi sempre più, di giorno in giorno...
Si! Potrei anche dirti che non so quanto si voglia conoscere della propria persona di volta in volta. In alcune situazioni potrebbe anche capitare di scoprire dei lati della propria persona recitando, incontrando nuovi ruoli da ricoprire, come nel mio caso.
Credi manchi ancora qualcosa al tuo percorso artistico?
Non è mai finita finché non è finita! Forse manca tutto, o forse nulla. È una continua ricerca, una scoperta, e il bello di questo mestiere risiede proprio nel vedere cosa potrà riservarci…
Cosa ti ha regalato fino ad oggi questo viaggio nella recitazione?
Questo viaggio è la mia vita e non saprei immaginarne uno diverso! È stato incredibile e continua ad esserlo, specie per quanto riguarda la costruzione dei rapporti umani all’interno di ogni progetto. Più vado avanti e più mi rendo conto di quanto sia meraviglioso poter fare questo lavoro tutti insieme. Una delle cose più belle!
Quali passioni caratterizzano il tuo vissuto?
Amo tanto viaggiare, scoprire posti nuovi, e tutto ciò mi porta a stare bene, a sentirmi sempre più ricca, curiosa della vita, specie nei posti che risultano essere tanto distanti da me.

Da qualche tempo sei mamma e, a tal proposito, quali valori nel corso degli anni hai cercato di trasmettere ai tuoi figli e come li esorti ad affrontare ogni minima situazione?
Ho due figli, uno di diciotto e una più piccola. Combatto con il mordermi la lingua perché sta diventando un uomo e, in qualche modo, bisogna rivedere le cose, l’atteggiamento che si ha verso di loro. Cerco di dargli il più possibile fiducia, crescendo insieme a lui, e lo stesso vale per mia figlia che ne ha dodici di anni. Anche con lei le giornate sono una scoperta continua, una lezione ‘semplice’ per chi è lì pronto ad ascoltare. Sono molto tradizionalista per quanto riguarda l’educazione. Il mio ruolo è quello del genitore, non quello dell’amica. Cerco loro di trasmettere quei valori in cui credo, che sia il rispetto degli altri, per le proprie passioni e vita.
Che periodo stai vivendo?
Un periodo fatto di emozioni contrastanti, vista la situazione attuale in cui ci troviamo. Sono alla ricerca di un centro e, per come possibile, cerco di vivere il meno possibile alcune situazioni fatte proprio per deprimerci, per isolarci, per vivere di meno luce possibile. Sono dell’idea che siamo in tanti a pensarla diversamente, per fortuna.
In ultima battuta, cosa puoi anticiparci, sul tuo futuro artistico?
Il 5 maggio potrete rivedermi su Rai1, per quattro puntate, in una serie guidata dal regista Giuseppe Bonito, “Gerri”, che ha per protagonista Giulio Beranek. Una Puglia particolare a fungere da sfondo, un po’ invernale, ricca di grigi, con una fantastica fotografia ad opera di Alfredo Betrò.