Matteo Pilati
Matteo Pilati

Matteo Pilati e la sua… estate più calda

Oggi incontriamo Matteo Pilati, regista de “L’estate più calda”, attualmente su Prime Video. Pilati, in questa nostra intervista, ci parla della bellissima Sicilia, location scelta per questo progetto, della passione per questo mestiere e dei progetti futuri.

Uno sguardo sempre verso il futuro, legato anche a temi attuali, alla volontà di fare bene tale mestiere.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Matteo Pilati. Come procede il tuo vissuto?

Grazie, bentrovati! Sono molto contento: questo fine settimana sono stato al concerto di Lana Del Rey, poi due giorni a Milano per il lancio del film insieme al cast e ad altri pezzi di cuore col quale ho condiviso questa avventura.

Attualmente, su Prime Video, vi è modo di vedere il tuo nuovo film, “L’estate più calda”. Una storia intensa, di amicizia e d’amore, ambientata nella bella Sicilia. Come ha preso vita tutto ciò?

La genesi del film è molto simile a quella del mio film precedente, “Maschile Singolare”: insieme a Giuseppe Paternò Raddusa e Tommaso Triolo abbiamo iniziato a scrivere liberamente (e in pochissimo tempo) una storia che ci appassionava. Diversamente dal mio primo film, però, questa volta non è stato necessario autoprodurre, perché la sceneggiatura è piaciuta ad Amazon Studios e Notorious Pictures, che hanno prodotto il film, girato a cavallo tra l’estate e l’autunno dell’anno scorso.

A cosa devi la scelta della Sicilia e quali sensazioni sono legate a tale terra, a ciò che ha saputo trasmettervi durante il periodo di riprese?

Giuseppe è siciliano, Tommaso è siciliano per metà. La Sicilia è una terra meravigliosa, incantevole e piena di fascino; soprattutto, ai fini drammaturgici, è un’isola. Per chi abita su un’isola, abbandonarla per una città continentale ha un peso certamente maggiore: il conflitto che vive la protagonista femminile, Lucia (Nicole Damiani) è lasciare il paese (“personificato” nella migliore amica Valentina, interpretata da Alice Angelica) al termine dell’estate per andare a studiare a Roma.

A fungere da protagonisti della tua storia: Gianmarco Saurino, Nicole Damiani, Alice Angelica, Stefania Sandrelli e Nino Frassica. Matteo, cosa ti ha portato a scegliere tutti loro per questa tua nuova esperienza cinematografica?

Il film lo abbiamo scritto per Gianmarco, col quale avevo già lavorato su “Maschile Singolare”: è stato il primo a leggere la sceneggiatura e a offrirci spunti per migliorarla, ancor prima di arrivare sul set. È stato un collega attento e premuroso, un modello di riferimento, soprattutto nei confronti di Nicole e Alice, ma anche di tutte e tutti gli altri bravissimi attori esordienti. Grazie alla casting director Giulia Fusaroli, alla fiducia e alle risorse di Notorious Pictures e Amazon Studios, infatti, ho potuto scegliere interpreti dotati e capaci, freschi di studi e ricchi di entusiasmo, anche per i ruoli non protagonisti. Stefania Sandrelli e Nino Frassica sono due mostri sacri: avrebbero potuto prendere parte al progetto con il pilota automatico, limitarsi a fare la loro parte, non hanno nulla da dimostrare. E invece sono arrivati carichi di entusiasmo, di idee, di trovate geniali che mi hanno davvero onorato. Non me la sono sentita di fare a meno di Michela Giraud, come Gianmarco già in “Maschile Singolare”, che con grande generosità ha accettato di impreziosire ulteriormente il cast del film. Al suo fianco c’è Giuseppe Giofrè: lo conosciamo tutti come ballerino e coreografo (ha lavorato con Jennifer Lopez, Taylor Swift, Dua Lipa, Britney Spears) o per Amici, ma questa è la prima volta che recita e, vedrete, non sarà l’ultima.

Spendo una parola anche per il cast tecnico: senza nominarli uno per uno, devo dire che Notorious Pictures ha fatto un lavoro eccellente nel propormi professionisti di grandissimo valore ed esperienza, coi quali c’è stata immediata sintonia e comunione di intenti.

Più che essere io ad aver scelto i miei collaboratori, li ringrazio per la fiducia nell’aver scelto di lavorare con me!

“Maschile Singolare” è stato il primo lavoro che ti ha visto impegnato come regista. Che ricordo hai di tale esperienza e quali consensi hai raccolto da allora?

“Maschile Singolare” è stata un’avventura meravigliosa, irripetibile: è il caso di dirlo: straordinaria. Per un film costato nemmeno 200.000 euro, essere visto (e apprezzato) sia in Italia che all’estero è davvero speciale.

Chi è Matteo Pilati e cosa sognava di poter diventare da ragazzo?

Ho sempre amato il cinema: mio babbo, quando ancora non sapevo parlare, oltre ai cartoni animati, mi faceva vedere i film muti di Chaplin e Keaton; mia madre mi ha fatto scoprire “Guerre Stellari” e i film di Indiana Jones già prima delle elementari; mio nonno (che ha da poco compiuto 100 anni) accompagnava me e i miei cugini al cinema del mio paese; da ragazzino guardavo i Bellissimi di Rete 4… Ho studiato sceneggiatura e produzione, poi sono finito a fare televisione per diversi anni: è stato bellissimo essere riuscito a fare cinema, non solo guardarlo, per ben due volte!

Il film che non hai ancora avuto modo di girare ed il cast che desideri poter avere al tuo fianco?

Ho molti progetti, tra cui una commedia romantica/horror che spero di poter realizzare. Ho avuto la fortuna, in entrambi i film, di lavorare con attori bravissimi, coi quali spero di continuare. Se dovessi sognare molto in grande, mi piacerebbe lavorare con Liv Ullmann.

Cosa bolle in pentola per il futuro per Matteo Pilati?

Mi piacerebbe continuare a fare questo mestiere, ma dipende da tanti fattori: spero che la fortuna che ho avuto fin qui continui ad accompagnarmi a lungo!

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