Beatrice Luzi. Foto di Alessandro Bachiorri
Beatrice Luzi. Foto di Alessandro Bachiorri

Giulia Luzi: il musical è primo in classifica nel mio cuore

“Play Music Stop War” vedrà nuovamente Giulia Luzi protagonista, insieme al collega Andrea Dianetti, di una serata all’insegna della musica, in piazza del popolo, a Roma.

L’occasione ci è stata utile per scambiare quattro chiacchiere con la brava Giulia, per parlare del percorso avuto sin da ragazza, della passione che nutre per lo spettacolo. Dai Cesaroni al musical, per poi approdare anche sul palco di Sanremo, da lei tanto amato sin da bambina.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Giulia Luzi. Il prossimo 13 maggio condurrai il “Play Music Stop War”, in Piazza del Popolo, a Roma. Quanta emozione c’è nel presentare un evento del genere e cosa puoi anticiparci a riguardo?

Sono ancora più emozionata, rispetto allo scorso anno. Io e Andrea Dianetti siamo felici, entusiasti, di questo ritorno e siamo ancora più carichi dello scorso anno.

Immagino sia bellissimo avere poi modo di ritrovare il pubblico, specie dopo il lockdown vissuto qualche tempo fa..

Assolutamente! Il pubblico è, tra l’altro, numeroso e ne sono felice.

Il tuo percorso è basato sulla musica e sulla recitazione in particolar modo. Come ha preso vita il tutto e che ricordo hai dei tuoi inizi, dei primi passi mossi nell’ambito dello spettacolo?

Amo definirmi un’artista poliedrica, questo perché sento di essere libera di dare spazio a tutto ciò che amo, arricchendo sempre più il mio curriculum. Ho avuto anche una piccola avventura in radio, con Anni 60, così come nel doppiaggio. Ho, tra l’altro, prestato la voce per la colonna sonora di alcuni film, un’esperienza bellissima.

Nel 2006 hai preso parte alla serie di successo, I Cesaroni e, successivamente, ad Un Medico in Famiglia e non solo. Che ricordo hai, in particolar modo, dei Cesaroni, di quella prima, formativa, esperienza?

Ai tempi ancora non ero del tutto consapevole di cosa volesse dire essere una vera attrice. Fortunatamente non ho lasciato la scuola, in quel periodo, quindi ho continuato a vivere la mia vita, compatibilmente con il set. Il mio personaggio ha poi conquistato anche la quinta stagione ed ho continuato a vivere il tutto come un vero e proprio divertimento. Una troupe gigantesca, con attori importanti, navigati, cosa che ci ha regalato tanto, portandoci a capire il reale senso del lavoro. Credo di poter parlare anche a nome dei colleghi che, come me, hanno vissuto tale esperienza.

Giulia Luzi. Foto di Sara Galimberti
Giulia Luzi. Foto di Sara Galimberti

Dal 2013 vi è stato il debutto ne “Romeo e Giulietta”, all’Arena di Verona. Che esperienza è stata quella del musical?

Un’esperienza più che formativa, sia a livello artistico che personale. Avevo soltanto diciannove anni, un passaggio importante nella vita di una donna, che mi ha regalato emozioni pure, forti. Ero la protagonista, il musical era la mia passione, non potevo desiderare di meglio. L’Arena di Verona, poi, ha fatto il resto, regalandomi una fortissima emozione. La cornice giusta per quella storia!

Nel 2017 hai calcato per la prima volta il palco del Festival di Sanremo al fianco di Raige con “Togliamoci la voglia”. Ti lascio a ruota libera nel parlare delle emozioni provate in quel frangente?

L’emozione è stata simile a quella del musical, ma se dovessi classificarla arriverebbe come seconda esperienza tra le più belle vissute. Ho sempre visto Sanremo, che io ne abbia memoria, tanto da desiderare, da piccola, che mia sorella nascesse pochi giorni dopo la kermesse, per non “disturbare” il momento televisivo. Ero tranquilla al fianco di Raige, seppure si sia trattato di un’esperienza stancante, seppur divertente. Da sola, di certo, l’avrei temuta di più.

Hai avuto modo di prendere parte anche a “Tale e quale”, cosa puoi dirci a riguardo Giulia Luzi?

Prima di prendervi parte i colleghi mi dicevano che le ore di trucco mi avrebbero stancata, che avrei avuto pochissimo tempo per fare tutto e persino che la mia pelle si sarebbe rovinata, per via del trucco. Invece mi sono trovata benissimo! Ho affrontato il tutto come una passeggiata, sarà per via del fatto che il musical mi aveva già forgiata, con i suoi ritmi incalzanti. Sento ancora la mia truccatrice, la mia coach Fontana e quando posso torno a trovarle. Conti, poi, ha fatto il suo mettendoci tutti a nostro agio.

Giulia, un percorso in continua crescita ma cosa manca ancora?

Vorrei poter tornare sullo schermo, ne sarei felicissima! Ho avuto l’occasione, recentemente, di prestare la mia voce per due colonne sonore molto acclamate dalla critica, “Il Principe di Roma” e “Scordato”, di Rocco Papaleo. Sarei, però, felice di tornarvi come attrice, questa volta, come accadde, seppure brevemente, per una regia di Ferdinando Vicentini. Il sogno sarebbe poi quello di tornare sullo schermo unendo vocalità e recitazione. Sarebbe pazzesco!

Al tuo fianco, da qualche tempo, vi è Patrizia De Santis, tua acting coach e agente. Cosa rappresenta per te Patrizia?

Patrizia è stata una piacevole scoperta. Ho avuto modo di conoscerla grazie ad uno dei suoi workshop a cui ho avuto modo di prendere parte. Credo nello studio, nella possibilità di apprendere sempre più, dunque mi sono rivolta a lei. Soltanto in seguito ho scoperto del suo essere agente, dunque è stato breve il passo che mi ha avvicinata a lei. Ci siamo confrontare, conosciute, ed eccoci l’una di fianco all’altra con la voglia di fare e bene. Credo nelle relazioni umane, prima di quelle lavorative, dunque ad oggi credo tantissimo in Patrizia, nel percorso che faremo insieme.

Cosa bolle in pentola per il futuro di Giulia Luzi?

Avrete modo di sentire presto la mia voce al cinema e non solo. Per il resto, potrete avere miei aggiornamenti anche tramite Instagram, dal momento in cui amo molto comunicare con il mio pubblico.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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