Un rogo che arde da oltre 414 anni a partire dall’alba del 17 Febbraio 1600: in questa data fu arso vivo Giordano Bruno. Una fiamma che da allora continua a commuovere, ma anche a riscaldare i cuori e le menti di generazioni di uomini che, sull’esempio del filosofo campano, si battono perché le ceneri dell’oscurantismo dogmatico non soffochino la libertà di pensiero e di ricerca.
In occasione dell’anniversario della morte di Giordano Bruno, l’Associazione Culturale NarteA vuole ricordare la storia di un uomo che resta sempre attuale e arde ancora nella memoria: domenica 16 febbraio 2014 (due turni alle ore 18:30 e alle ore 20:00) si accendono i riflettori per “Fiamme e Ragione”, un suggestivo itinerario teatralizzato che alzerà il sipario nello scenario naturale del Complesso di San Domenico Maggiore.
Tra le riproduzioni di Leonardo, Raffaello, Caravaggio in esposizione per una “Mostra Impossibile” di Renato Parascandolo, i partecipanti vivranno un vero e proprio viaggio nell’appassionante esistenza del filosofo italiano Giordano Bruno. Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, in collaborazione con l’Associazione Pietrasanta Polo culturale e Neartpolis, l’iniziativa vuole far conoscere la storia del luogo attraverso la vita di uno dei protagonisti di quella rivoluzione culturale che divampò nel ‘600. Giordano Bruno aveva aperto nuove frontiere del pensiero in tutta Europa, nutrendo e ispirando con le sue idee, il suo pensiero e la sua fede. Una mente libera che metteva a repentaglio il controllo delle coscienze che la Chiesa pretendeva di monopolizzare.
Giordano Bruno morì proprio per questo: la sua libertà faceva paura, mostrava la fallacità della Chiesa – quella che ancora negava Copernico e la sfericità della Terra – ed estendeva gli orizzonti alla ragione umana, alla scienza al di là degli angusti vincoli dogmatici imposti all’epoca nella società.
Era una fredda mattina quel 17 febbraio del 1600, quando si consuma uno degli episodi più drammatici dell’epoca: Giordano Bruno fu un emblema di quella rivoluzione culturale, giocando un ruolo fondamentale nella storia del conflitto fra religione e filosofia, sanato solo dal gesto di Papa Giovanni Paolo II nel Concilio Vaticano, tramite una lettera inviata ad un convegno che si svolse a Napoli, dove espresse profondo rammarico per la morte atroce di Bruno. Al pubblico sarà mostrato quel mare di attimi più significativi in cui navigò l’esistenza di Giordano Bruno: un excursus per scoprire il sito partenopeo, dove il giovane nolano entrò all’età di diciassette anni per diventare un sacerdote dell’Ordine Domenicano, cambiando il nome da Filippo a Giordano, in onore di Giordano Crispo, e le vicende che volsero al drammatico episodio avvenuto in Campo de’ Fiori. Attraverso la voce-guida di Gianfranco Russo e all’interpretazione degli attori professionisti Giuseppe Romano, Antimo Casertano, Antonio Perna e Sergio Del Prete, si riporteranno in vita le testimonianze autentiche di un tempo andato, ma che resta sempre attuale.