Apertura della stagione in grande stile per il Nuovo Teatro San Carluccio che ha dato la stura ad una serie di eventi importanti con lo spettacolo di Fabio Brescia e Daniela Cenciotti.
Il testo, splendidamente scritto a sei mani dai due attori e da Angela Matassa, viene messo in scena per la regìa dello stesso Brescia con le scene di Anna Barone: curate, simboliche, emblematiche ed evocative della presenza di Alessandro, la persona attorno alla quale ruota tutta la vicenda e la cui morte rappresenta il fattore scatenante di un incontro-scontro tra sentimenti che ancora sembrano di difficile definizione, tra ruoli naturali e territori da marcare, tra consapevolezze nuove e antiche gelosie.
Intensa la sottolineatura dei passaggi cruciali della pièce attraverso alcuni dei brani più belli di Ivano Fossati (uno su tutti “Nella terra del vento”), la narrazione viene porta con garbo al pubblico e rivela verità crude, di difficile accettazione e di ancor più ardua elaborazione ma riserva anche sviluppi inaspettati; siamo lontani, infatti, dal doloroso stupore di Antonia de “Le fate ignoranti” perché gli autori hanno voluto tracciare uno scenario dove c’è una inconsueta collaborazione, continuativa e fattiva, intorno alla figura di Alessandro e della sua malattia. Il segreto qui giace nel rimosso, nel non detto ma tocca la sfera dei sentimenti prima e delle convenzioni sociali poi.
Due vite parallele quelle della moglie e del compagno, con questo amore che mai entrambi hanno lesinato al figlio in crisi (prima per l’outing del padre e poi per la sua scomparsa) e che non genereranno nessun happy end per diventare, piuttosto, la base di una sorta di famiglia allargata dove non c’è legge e non c’è codice se non quello del dolore e dell’amore. Entrambi indissolubilmente condivisi da un uomo, una donna e un ragazzo.
Eccellente prova per gli attori in scena con un Riccardo Torrente nel ruolo, intenso e amaramente silenzioso, del figlio; il pubblico ha riservato loro lunghi minuti di applausi al termine della rappresentazione. Come ha detto Fabio Brescia
Potete scegliere di abbandonarvi anche voi al dolore dei personaggi, condividendolo, o prenderne le distanze per esorcizzarlo.
Gli spettatori del San Carluccio hanno scelto: commossi, entusiasti e stupiti, si sono congratulati lungamente con gli autori. Doverosa la replica già fissata per il 7 e 8 dicembre, sempre nel teatro di Via Chiaia.