Tommaso Agnese: una personale riflessione sull’amore
Tommaso Agnese si racconta in questo suo viaggio al teatro sui sentimenti con “L’amore è come un brodo di giuggiole”.
Ritroviamo Tommaso Agnese, scrittore e regista, questa volta in occasione dello spettacolo teatrale, “L’amore è come un brodo di giuggiole”, in scena dal 3 all’8 dicembre all’Off/Off Theatre di Roma.
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Tommaso Agnese. Dal 3 all’8 dicembre all’Off/Off Theatre di Roma sarà in scena il tuo spettacolo, “L’amore è come un brodo di giuggiole”. Cosa puoi svelarci a riguardo?
Si tratta di un progetto completamente diverso dai precedenti per via del fatto che è per lo più concettuale e basato su due attori. Nella loro recitazione non ci sono scenografie particolari o effetti ad accompagnare il tutto. È una commedia romantica, pura, un genere con cui volevo confrontarmi, a tratti anche divertente, capace di toccare temi socio culturali. Parla di due mondi differenti, un borgataro ed una ricca borghese, dell’incompatibilità che esiste fra i due, qualcosa che si riflette sul tema dell’amore. Un’analisi profonda del sentimento umano, di due giovani che si affacciano ad una vita piena di insicurezze.
Se di amore si parla, quali considerazioni su questo sentimento così forte e vero?
L’amore, in questo spettacolo, è ricco di sfaccettature. È inteso come sofferenza, tradimento, ossessione, salvezza, spensieratezza ed evasione. Aggettivi che si intersecano e incrociano nelle storie dei due personaggi e fa capire quanto l’amore sia difficile da descrivere in un solo modo o termine. Assume così tante sfaccettature da essere difficile capire cosa sia veramente se non forse un’emozione di un’istante, di un momento da vivere, semplicemente, intensamente. Questo è ciò che cerco di rappresentare in questo spettacolo in cui l’amore è un modo per raccontare la diversità e la ricerca dell’identità.
Parliamo anche de “Il Professionista”, in scena dal 7 al 12 gennaio con Luigi Di Fiore a fungere da protagonista. Quali considerazioni a riguardo?
“Il Professionista” è qualcosa di totalmente differente dallo spettacolo di cui parlavamo poc’anzi. Una dark comedy che racconta la storia di un killer che per amore lascia questa professione ma le cose non vanno come pensava e si ritrova ad uccidere di nuovo, cosa di cui non è più capace. Prodotto da Gravity Creations, si tratta di uno show, un’esasperazione quasi psichedelica della condizione umana, un espressionismo anche visivo ed un’esplosione di colori, di intrattenimento, che lo rendono quasi uno spettacolo avanguardistico, al di là del suo essere un thriller.
Che bilancio ne fai di questo tuo percorso artistico?
Non sono solito fare bilanci. Ciò che conta è che il percorso sia in continua evoluzione e sono felice di questo. Sto vivendo la progettualità e l’energia potente che mi sta caratterizzando in questo periodo e sono molto felice, al di là delle paure, delle tante preoccupazioni che vivo. Cose che fanno parte del mestiere dell’artista quando deve creare o costruire qualcosa. Sfumature che, a risultato ottenuto, ti portano ad avere una piena soddisfazione. Una soddisfazione dovuta alla condivisione con gli altri, al poter unire le proprie forze, il vero segreto dell’evoluzione artistica. Nulla si fa da soli!
Cosa bolle in pentola per il futuro di Tommaso Agnese?
Mi piacerebbe realizzare due nuovi spettacoli teatrali per il prossimo anno. Due personaggi distrutti e distruttivi, per poi cimentarmi con un testo non mio… e tanto altro ci sarà ma non posso anticiparvi di più.