Sabrina Marciano. Foto di Roberta Beneduce
Sabrina Marciano. Foto di Roberta Beneduce

Sabrina Marciano: da danzatrice a Dancing Queen

Sabrina Marciano è una donna genuina e schietta. Tutto questo lo si ascolta dalla sua voce ma soprattutto dalla profondità delle sue parole.

Cresciuta con il sottofondo possente della nostra tradizione di musica e di bel canto italiano che hanno valicato i confini, Sabrina Marciano con l’umiltà e la tenacia che contraddistingue i veri artisti di un mondo che è fatto anche di luci spente e di sipari abbassati, ha curato i suoi talenti, studiando e imparando costantemente da maestri quali: Gino Landi, Johnny Dorelli, Pietro Garinei, fino ad arrivare oggi a Massimo Romeo Piparo.

In questa piacevole intervista Sabrina Marciano si racconta di come, grazie a suo padre, abbia scoperto e coltivato la passione per il canto essendo già  lui un amante dell’arte, della musica e della tradizione canora del nostro Paese, infatti possedeva una discografia in casa specialmente in vinile, di tutti i generi dalla Lirica alla musica classica al pop italiano e a quello straniero, tanto da essere avvolta da questo magnifico mondo dell’Arte. Ecco spiegata la sua passione e conoscenza di ciò che è belcanto italiano e cultura musicale nel senso più ampio.

Cara Sabrina Marciano e benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo. La tua carriera è ricca di tante esperienze che abbracciano tutto lo spettacolo. Da Gino Landi, a Pippo Baudo, fino ad arrivare a Dorelli e alla magia per il Teatro. A tal proposito ti chiedo, come mai un tempo venivano realizzati programmi e spettacoli che sono intramontabili, mentre oggi pochi sono i progetti che rimangono nella memoria del pubblico?

Bella domanda! Se dovessi dirti il vero motivo per cui stia accadendo tutto ciò, io non lo so però mi dispiace tantissimo. Credo che questa sia un’epoca storica in cui tutta l’arte e di conseguenza lo spettacolo e la cultura sia siano un poco affievoliti come spinta anche creativa e ci ha portati a questo nuovo tipo di musica che, io non amo particolarmente, quindi si è un poco persa quella tradizione musicale italiana. Però se ti devo dire il motivo preciso, non saprei cosa dire. È un po’ una deriva che tocca tanti settori, anche nelle canzoni un tempo c’erano delle poesie e le musiche erano scritte da musicisti eccellenti, oggi si tende a prendere le parti di altre tradizioni artistiche che sono lontane da noi.  Piuttosto che prendere delle cose dall’America, noi dovremmo continuare con la nostra tradizione “del belcanto”.  Probabilmente tutto è legato al momento storico che stiamo vivendo, magari ciò che ora viene realizzato sarà piacevole che noi di una certa generazione non riusciamo a vedere, ma personalmente non riesco ad immaginare canzoni di questo momento che riescano a durare così a lungo come quelle che hanno ascoltato i nostri genitori.

Tra le varie interpretazioni teatrali, che ti hanno consentito di esprimere le tue qualità artistiche, a quali sei più legata se ce n’è una.

Negli anni ho lavorato con grandi attori e registi tra cui Pietro Garinei con cui ho avuto un sodalizio per tanti anni lavorando sia al Teatro Sistina di oggi, ma ho anche lavorato al Sistina di “ieri”, quello per intenderci in cui c’erano Garinei, Gino Landi, il maestro Trovajoli e il maestro Gianni Ferrio. Per cui ti cito alcuni dei  nomi che sono stati grandissimi nel panorama artistico del musical e della commedia teatrale italiana. Soprattutto di Garinei e Giovannini tutti dovrebbero ricordarsi e conoscerli, per il loro grande contributo culturale e artistico che ci hanno regalato.

Poi ho conosciuto e lavorato con  Massimo Romeo Piparo, tornando al Sistina con le sue produzioni  quali: Billy Elliot in cui interpretavo la maestra di Billy. Per cui ho fatto tante di quelle cose che, talvolta, mi risulta difficile preferirne qualcuno anche perché ogni spettacolo fa parte di un momento di vita e sarebbe come dire “ qual è l’età più bella”, alla fine sono tutte belle, perché ogni momento parla di te e lo lasci nello spettacolo e che ti lascia il gruppo degli artisti con cui hai lavorato. A tal proposito non dimenticherò mai i lavori che ho fatto con Johnny Dorelli che per me è e rimane immenso, un gigante e ti dirò che, secondo me, non esistono più personaggi così, non solo per la professionalità sul palcoscenico, ma anche dietro le quinte dove ho potuto notare la sua generosità, che condivideva con Loretta Goggi (con cui ho anche lavorato) e ricordo che entrambi mi proposero per delle produzioni che ho sempre fatto con loro, per cui posso affermare che oggi una cosa del genere chi la farebbe! Per parlare di spettacoli che mi sono rimasti nel cuore, ti posso dire Bulli e Pupe con la compagnia della Rancia in cui ho rivestito il mio primo ruolo importante poi Vacanze Romane, con la regia di Pietro Garinei ed è stato uno spettacolo meraviglioso in cui interpretavo il ruolo  che fu di Audrey Hepbourne e poi nel mio cuore c’è Billy Elliot, che amo in maniera totale nel quale, come ti dicevo, ho interpretato il ruolo della maestra, perché la docenza ce l’ho proprio nel sangue. Io credo che sia uno degli spettacoli più belli che io abbia fatto, perché possiede una bellissima sceneggiatura, la storia poi è fantastica ed è uno spettacolo moderno e lo amo molto.

Adesso arriviamo alla “tua” Donna Scheridan, in Mamma mia, che è diventato il tuo personaggio. Quanto di Sabrina c’è in Donna e quanto di Donna c’è in Sabrina Marciano? Poi tra le canzoni che interpreti quale tocca di più le tue corde dell’anima e quale ti diverte?

Wow! Mah guarda, io l’ho scoperta piano piano questa Donna Scheridan dentro di me, perché non immaginavo che ci fossero delle cose che potessero andare parallelamente di Donna e di Sabrina. Invece poi, interpretandola e cercando di capire il passato di questo personaggio, io sono in generale una persona in stile anni ’70, i miei abiti sono quelli che indossa lei. Quindi il fatto di essere un po’ libera e hippie mi appartiene, anche se poi uno non è che lo mostri tanto nella vita. Amo molto viaggiare. Per me il viaggio è tutto insieme   a quello che è il palcoscenico, posso dire che sono la mia vita.

Sabrina Marciano nel Musical Mamma Mia. Foto di Alvise Busetto
Sabrina Marciano nel Musical Mamma Mia. Foto di Alvise Busetto

Sono molto appassionata di viaggi, pensa che da sola, per un mese, ho fatto il Cammino di Santiago. Per cui ci sono degli aspetti di Donna che mi accomunano a lei. Poi una cosa che mi somiglia molto è il rapporto con gli amici, simile a quello di Donna e per finire, lo dico sempre nelle interviste, è questa storia di questo amore che è rimasto lì per tanti anni, quindi diverse cose somiglianti che ho trovato in lei.

Quando Massimo mi propose di fare Mamma mia, al pensiero di dover interpretare le canzoni degli Abba, che conosco da una vita grazie a mio padre, non pensavo che fossero così difficili vocalmente, perché Donna ha tutta la gamma di estensione, fino alla canzone (che io chiamo strappa corde vocali) e per me la canzone che ogni sera mi strappa tutto da dentro è The winner thakes it all e che contiene tante cose che mi appartengono ed per me è un brano emozionale, in cui metto le emozioni dentro che vivo. Mentre la più divertente, per me, è Super Trouper, con questa mi diverto molto a ballare sui tavoli.

Nel 2018, il ruolo di Donna ti ha conferito il prestigioso Premio Flaiano. Sabrina Marciano quale emozione ha provato?

Posso esclamare Mamma Mia! Pensa che quella sera c’era Ferzan Ozpetek e già vedere lui è stato di un’emozione indescrivibile. Pensa io non immaginavo che questo ruolo mi avrebbe portato a cose molto grandi, oltre a questo meraviglioso premio, mi va di ricordare la memorabile serata all’Arena di Verona con un pubblico di ottomila spettatori. Queste sono emozioni belle forti, poi quando torno alla mia vita normale mi porto dietro questo bagaglio di meraviglie, che conservo per i momenti bui, perché il nostro lavoro non è solo luci e riflettori, non è solo un percorso in salita come il pubblico dal di fuori potrebbe immaginare. Ci sono tanti momenti in cui non si lavora, fai dei provini nei quali non ti prendono, non c’è solo il luccichio dei riflettori. Io vedo tante mie colleghe brave come o più di me che vivono periodi in down. Nella mia vita artistica e lavorativa, ci sono stati periodi bui, per cui preferisco conservarmi tutto ciò che raccolgo di buono e di bello dal mio lavoro.

Posso dirti che per me è straordinario lavorare con Massimo Romeo Piparo, con cui collaboro dal 2014, ma poi con Luca Ward e  devo dire che Massimo è davvero in gamba a formare i cast, mettendo insieme persone non solo “giuste” per i ruoli ma anche belle persone, pensa noi e non lo dico tanto per dire, siamo una bella compagnia, adesso è arrivato Clayton  Norcross (al posto di Conticini) che nonostante sia uno nuovo per la compagnia, è rimasto quel clima di famiglia nel vero senso della parola, nonostante le paure iniziali per il nuovo inserimento, sai dopo anni di consolidamento di un gruppo, esistono le normali “paure” di chi si aggiunge e  che sono sempre infondate come in questo caso, perché Clayton si è dimostrato oltre che professionale, una persona sensibilissima. Perché Massimo possiede anche la dote di mettere insieme un gruppo di persone di qualità che non è poco, amalgamandole tutte, per il fatto anche che è lo spettacolo ad essere importante noi ne siamo gli interpreti.

Sabrina Marciano fino a quando porterete in tour Mamma mia?

Toccheremo ancora tante altre città del nord Italia, poi faremo una sospensione per il periodo natalizio e ricominciamo fino a metà Febbraio, continuando sempre l’Italia del nord, ma andremo anche in Sicilia e in Puglia. Per tutte le altre tappe, invito i lettori a leggerle sul sito del Musical Mamma mia, in cui sono riportate con esattezza tutte le date.

Su Angela Pensabene

Angela dopo studi di canto e musicali in Conservatorio, si forma come artista di Teatro Lirico esibendosi dapprima come corista in Opere liriche e poi come solista, principalmente nel repertorio Verdiano. Nel contempo inizia l'insegnamento nelle Scuole sia Primarie che Secondarie.

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